lunedì 25 giugno 2007

L'attentatrice

Complice una notte insonne, ho iniziato e finito L'attentatrice di Yasmina Khadra in meno di 30 ore.
Andiamo con ordine: la storia è quella del dottor Amin Jaafari, medico chirurgo arabo che lavoro in Israele. Un giorno, dopo aver soccorso e operato le vittime di un attentato suicida, scopre che il kamikaze è stato sua moglie Sihem. Una donna affascinante, intelligente e moderna, felice della sua vita. O forse no? Da qui inizia un viaggio per capire come sia possibile che Sihem abbia deciso di farsi saltare in aria, come mai lui Amin non abbia colto nessun segnale, e poi qual è la realtà di vita in quelle terre contese tra Israele e Palestina.

La vicenda narrata è forte, densa di punti fondamentali e critici nella vita di ognuno di noi ma che, grazie alla nostra situazione politico-culturale, diamo spesso per scontati. Leggendo vengono in mente le tante immagini che quotidianamente vediamo al tg, l'autore riesce a descrivere le stesse scene in modo vivido e reale. Ci riesce così bene che a volte ho dovuto chiuedere il libro perchè non riuscivo a leggere oltre: in alcuni punti è un vero pugno nello stomaco. Allo stesso tempo però si vuole andare avanti e così riprendevo la lettura. Penso sia impossibile per noi anche vagamente avvicinarci alla comprensione di cosa voglia dire vivere (o forse sopravvivere mentre si attende la morte?) in quelle terre. Questo libro ci dà la possibilità di entrare in questo conflitto e in questa realtà, con una capacità unica di stare equidistante da Israeliani e Palestinesi nel senso che l'autore non si schiera mai, in nessun punto dell ibro, con una delle due fazioni. L'autore come Amin sta della parte degli uomini, della vita, del prendersi cura.

Una nota alla copertina: la fotografia si intitola "Rebellion silence" della serie Donne di Allah ed è una foto che mi ha colpita dalla prima volta che l'ho vista e continua a farlo ancora adesso. Mi trasmette forza, determinazione ma anche un dolore che ancora non sono riuscita a ben definire.
In questa pagina la recensione di questo libro scritta da Cassiel, una recensione che entra nel libro, nell'autore e nella Storia tra Israele e palestina con spunti molto interessanti. Questa è la recensione di PattyBruce.
Qui invece un'intervista a Yasmina Khadra fatta quando "L'attentatrice" è stato pubblicato in Italia.

domenica 24 giugno 2007

Vacanze 2

Procediamo con le info sul viaggio di questa estate: e oggi parliamo di CUCINA :)
Spulciando sulle guide e su qualche sito in lingue non sempre comprensibili, comincio a capire qualcosina anche di questo aspetto. Partiamo dalla Danimarca dove si trovano gli Smørrebrød, che sono la base del pranzo - frokost. Son composti da una fettina di pane bianco o nero imburrata con ogni tipo di salumi, pesce (tante tipi di aringhe) e patè, il tutto decorato con salse o verdure sotto aceto secondo "regole" secolari. (Questa è la foto di uno, il nome in italiano è spesso tradotto come *panino aperto*).

Per la cucina svedese invece ho trovato indizi che si mangia la renna... e la mia amica è un po' sconvolta pensando a quegli animali legati all'immaguine di Babbo Natale e ai regali XD Invece, come piatto tipico non si possono non menzionare le Polpette Svedesi. Ecco la ricetta per 4 persone:
* 600 gr di carne macinata molto fine (vitello, ma a piacere anche misto)
* 2 patate lessate e sbriciolate ancora calde/200gr di mollica ammollata nel latte tiepido
* 1 uovo
* sale e pepe
* noce moscata
* brodo
* 1 confezione di besciamella
* 1 dl di panna da cucina
* prezzemolo
Preparazione
Amalgamate tutti gli ingredienti in un impasto omogeneo, preparate quindi delle palline di 2-2,5 cm di diametro ed infarinatele leggermente. In una casseruola bassa portate ad ebollizione due dita di brodo, immergetevi le polpette e lasciatele cuocere al coperto poi “ripescatele” e mettetele da parte. Lasciate restringere il brodo ancora per 10 minuti, aggiungetevi quindi la besciamella, la panna e la noce moscata. Fate riscaldare le polpette nella salsa e portatele in tavola.

sabato 23 giugno 2007

Recensioni 2007

Allora, girando tra i blogs dei vari lettori, ho visto in quello di Pattybruce un post che mi pare molto utile e ho quindi deciso di *copiare* l'idea (spero che a Pattybruce non dispiaccia!).
Questo sarà perciò un post, aggiornato costantemente, dove sono raccolti i link a tutte le recensioni che ho pubblicato sul blog. In questo modo sarà più facile trovarle :)
Voglio anche precisare che non sono tutti i lirbi che ho letto, ma solo quelli di cui ho scritto.
Come si noterà, i post sui libri sono cambiati nel corso del tempo, anche se il tempo trascorso da quando ho aperto il blog è poco. ora mi pare di aver raggiunto una modalità che mi piace. Ma non si sa mai che le cose non cambino ancora.

36) Guida all'impero per la gente comune di Arundhati Roy
35) Il continente desaparecido è ricomparso di Gianni Minà
34) La bottega dei giocattoli di Angela Carter
33) La casa del sonno di Coe
32) La notte del drive-in di Lansdale
31) Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela
30) Contro il fanatismo di Amos Oz
29) Il silenzio dell'innocenza di Somaly Mam
28) Primo a morire di James Patterson
27) Le vene aperte dell'America Latina di Eduardo Galeano
26) Nei boschi eterni di Fred Vargas
25) Animal factory di Edward Bunker
24) Harry Potter e la pietra filosofale di JK Rowling
23) La Montagna dell'Anima di Gao Xingjian
22) Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer
21) La zia Julia e lo scribacchino di Mario Vargas Llosa
20)L'alienista di Caleb Carr
19) Memorie di un soldato bambino di Ishmael Beah
18) Caramelo. O puro cuento di Sandra Cisneiros
17) L'attentatrice di Yasmina Khadra
16) Treno di notte per Lisbona di Pascal Marcier
15) Inés dell'anima mia di Isabel Allende
14) Cronaca di una innamorata di Zélia Gattai
13) La cattedrale del mare di Ildefonso Falcones
12) Le streghe di Roald Dahl
11) La scatola nera di Amos Oz
10) La sesta isola di Chavarria
9) I figli della mezzanotte di Salman Rushdie
8) L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon
7) Shantaram di Gregory David Roberts
6) Stupid white men di Michael Moore
3/4/5) La maga delle spezie di Divakaruni- Cromosoma Calcutta du Ghosh Amitav- Il dio delle piccole cose di Arunhati Roy
2) Centro di igiene mentale di Simone Cristicchi
1) Fiore del deserto di Waris Dirie

Treno di notte per Lisbona

Treno di notte per Lisbona di Pascal Marcier è un libro che mi ha ispirato già dal titolo (chi un po' mi conosce sa quanto adoro questa ciità). Poi un'amica, anche lei accanita lettrice, me lo ha consigliato caldamente dopo averlo letto... e me l'ha anche prestato: grazie Elsina :) :)

Dalla copertina del libro:
Voleva veramente gettarsi dal ponte la donna trattenuta una mattina da Raimond Gregorius, compassato insegnante svizzero di lingue morte? Gregorius non sa nulla di lei, se non che è portoghese. Basta però quella parola a dare un nome all'inquietudine che da tempo lo agita e in cui l'episodio lo ha precipitato. Subito dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria delle opere di un enigmatico scrittore lusitano, Amadeu Ignacio de Almeida Prado, l'altrimenti prevedibilissimo professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di ritrovare le tracce del misterioso autore che tanto ha colpito la sua fantasia. Alle sue spalle getta un'esistenza che, ormai gli pone più dubbi che certezze; di fronte a sè, una vicenda che lo obbligherà a confrontarsi con le contraddizioni degli affetti e gli orrori della storia in modi che mai avrebbe potuto immaginare nella sua Berna grigia e rassicurante. I particolari che Gregorius scoprirà della vita di Amadeu sono infatti tali da costringere il professore a fare della vita di questo scrittore -- coraggiosa figura di medico intellettuale dissidente durante il regime di Salazar - l'impietosa cartina di tornasole della propria asfittica esistenza da intellettuale ipocondriaco. Mano a mano che si addenseranno le risposte sulle gesta e i drammi esistenziali, spesso terribili, del suo oscuro beniamino, sempre più si faranno strada in Gregorius domande ineludibili su di sè, sulla propria incapacità di scegliere, di agire, di vivere. Il risultato di questo vero e proprio "giallo dell'anima" in cui investigazione di un enigma e ricerca interiore si intrecciano con risultati spesso sorprendenti, è un romanzo di grandi aspirazioni, che parla a tutti di temi semplici e immensi: il coraggio delle nostre azioni, l'onestà interiore, la gratuità dei nostri gesti migliori, il prezzo dell'amore e della libertà.
La storia narrata è particolare. In alcuni punti sembra rallentare, ma in effetti gli spunti su temi importanti sono tanti che c'è bisogno di respiro per leggere e comprendere il pensiero di Gregorius e di Amedeu. Ottima l'abilità di Mercier di legare la vita dei vari personaggi con la Storia del Portogallo, con la dittatura di Salazar in particolare.
Per chi conosce la città di Lisbona le descrizioni sono magnifiche, reali, capaci di cogliere l'atmosfera di questa città. Così come sa descrivere le persone, sia quelle importanti nella storia che quelle da sfondo, come persone a 360°, ben caratterizzate, rese reali nella loro complessità. Un libro non facile da classificare: un viaggio in sè stessi, ma anche nella vita in generale, la storia e i luoghi sconosciuti ma che attraggono... Mi ha colpito in positivo la definizione di *giallo dell'anima* e credo che sia adatta.

Due stralci presi dal libro che hanno avuto una particolare risonanza in me:
"C'erano quelli che leggevano e poi c'erano gli altri. Ci si accorgeva subito se uno era un lettore oppure no. Tra gli esseri umani non c'era differenza più grande. La gente si stupiva qunado lo sentiva fare quell'affermazione e alcuni scuotevano la testa di fronte a tale stravaganza. Ma era così. Gregorius lo sapeva. Lo sapeva." (pag 83)
"Perchè compatiamo le persone che non possono viaggiare? Perchè non potendo spaziare all'esterno, non sono in grado di spaziare nemmeno all'interno, non possono moltiplicarsi e così sono impossibilitate a intraprendere ampie escursioni in se stesse e a scoprire chi e che cosa sarebbero potute diventare" (pag.248)

mercoledì 20 giugno 2007

Vacanze 1

Oggi voglio parlarvi un po' delle mie vacanze di quest'anno :)
Come ogni anno ne succede una: all'inizio la metà era Madrid (*_* che sogno!), ma visto che le altre due accompagnatrici hanno *disertato*, ho dovuto ripiegare su altro. E così, eccoci qua:
dal 17 al 27 Agosto, andata a Copenhagen e ritorno da Stoccolma, con 2 gg a Gothemborg.
Allora, voli prenotati. Dopo varie peripezzie e 3 (sì, avete letto bene! 3) incontri anche tutte le notti sono a posto: le ultime due notti in albergo, le altre tutte in ostello. Non siamo mica così vecchiette da non poter stare in ostello... anche in camerata da 14!
E ora che i *piccoli* dettagli sono a posto, ci possiamo dedicare a spulciare tra siti e guide, foto e info. E da dove ho iniziato io? Con in mano la guida della Svezia ho dato un'occhiata alla sezione Libri e letteratura :P e questo è ciò che ho trovato:
- Astrid Lindgren, l'autrice del mitico Pippi Calzelunghe, quest'anno è il centenario della nascita della scrittice.
- A. Strindberg con "La stanza rossa"
- Mankell che scrive gialli, come "Piramide" e "Assassino senza volto"
- Marklund "Delitto a Stoccolma", un altro giallo
-"Animal tropical" di Pedro Juan Gutiérrez: la storia di un cubano che si trasferisce in Svezia... me la posso far fuggire?!

PS: Ovvio che se qualcuno ha siggerimenti, di ogni tipo, sono ben accetti :)

lunedì 18 giugno 2007

Inés dell'anima mia

In questo weekend ho letto Ines dell'anima mia, l'ultimo libro scritto da Isabel Allende.

Confesso che sebbene in gioventù ho apprezzato e gustato molto questa autrice, ora mi delude un po'. Con lei e con "Paula" ho scoperto, senza quasi saperlo, la letteratura del Sud America. Da lì ho letto i vari libri scritti dall'Allende, ma a un certo punto mi ha stufato, diventando ripetitiva e *commerciale* come con "Zorro" e ora con questo libro.
La storia narrata è quella di Inés appunto, una militare spagnola che ha partecipato alla Conquista e alla fondazione del Cile. Ci viene narrata la sua vita, dall'Estremadura spagnola a Santiago de Nuova Estramaruda in Cile; dei suoi amori e delle battaglie per conquistare la terra e toglierla alle popolazioni indios che lì vivevano. La voce narrante è quelle della stasse Inés che da vecchia, che ormai si sente vicino alla morte, vuole raccontare le sue memorie.

Libro che scorre ma che non trasmette grandi emozioni e passioni. La storia sarebbe anche avvincente ma risulta troppo lunga in alcuni punti (specialmente quando la voce narrante torna al "presente", continuando a sottolineare che c'è molto da dire e raccontare e non sa se avrà il tempo..).
Ho apprezzato il pensiero espresso in più punti da Inés sulla visione delle donne all'epoca (la storia ha luogo nel 1500), mostrando quello che le femministe hanno sostenuto secoli dopo. Un esempio di ciò è questo brano: (tutti e 3 cercano di violentarla). "Mi sono interrogata più di una volta per capire se sono stata responsabile delle azioni di Sebastian Romero, dell'alfiere Nunez o di questo ragazzo, EscobarNon ho avuto colpe, se non quella di essere una donna, ma pare che siò sia già di per sè un crimine. Noi donne veniamo accusate della lussuria degli uomini, ma il peccato non è forse di chi lo commette? Perchè dovrei pagare io per gli errori degli altri?" (pag. 151). Però, sebbene il concetto in sè e per sè mi piaccia, stona in bocca a una donna del 1500... Così come i discorsi di Inés riguardo gli indios: a volte pare davvero troppo buonista, quasi che l'Allende abbia voluto renderla più umana ai nostri occhi di lettori del XXI secolo, togliendole di dosso un po' dei "preconcetti/giudizi" che gli Spagnoli avevano su queste popolazioni.

domenica 17 giugno 2007

Leggi vere.... ma strane!!!

- Ci sono uomini in Guam i cui lavoro a tempo pieno e' di girare per le campagne e deflorare giovani vergini, chi li paga per avere il privilegio di fare sesso per la prima volta… Motivo: la legge di Guam proibisce espressamente alle vergini di sposarsi. Qualcuno commenterebbe che non è un brutto lavoro...
- In Hong Kong, alla moglie tradita e' legalmente permesso di uccidere il marito adultero, ma lo puo' fare solo a mani nude, d'altro modo l'amante del marito puo' essere uccisa in qualsivoglia maniera.
- Venditrici in topless sono legali a Liverpool, ma solo in negozi di pesci tropicali. Chissa per quale motivo...
- A Santa Cruz, Bolivia, e' illegale per un uomo fare sesso con una donna e con sua sorella allo stesso tempo. Un problemone...
- A Raton (New Mexico) e' illegale per le donne andare a cavallo in kimono Chissa quante donne in kimono girano a Raton..
- A Pacific Grove (California) e' vietato, pena una salatissima multa, molestare le farfalle. Come si molesta una farfalla? mmm
- A Denver (Colorado) e' illegale prestare l'aspirapolvere ai vicini. In effetti è davvero pericoloso!!
- A Victoria (Australia) e' vietato cambiare una lampadina fulminata se non si e' professionisti. Cioè, devo chiamare l'elettricista ogni volta?! Aiuto, stiamo tutti al buio allora...
- Gli organi comunali di Guelph, in Ontario, hanno proibito molto semplicemente di urinare entro i limiti della citta'. Scusate, ma dove fanno la pipì? Tutte le vuolte fuori città?
- In Inghilterra, piu' di 1700 compagnie di assicurazione vi assicurano contro il fatto ... di andare all'inferno dopo la morte. Questa è da valutare!
- In Oregon nei processi in tribunale i defunti non possono far parte delle giurie. Da altre parti invece sì?

sabato 16 giugno 2007

Cronaca di una innamorata

Cronaca di una innamorata è un libro sull'iniziazione sentimentale di Geana (Zélia stessa), un'adolescente a Sao Paulo degli anni '50.
Beto (questo il diminutivo, il vero nome è Dagobert... ma che nome è mai questo?!) è uno studente universitario che vive in casa di Geana e che le farà conoscere il desiderio e la passione.
Molti i personaggi intorno a Geana, tanti parlano un misto di italiano e portoghese (ach, questo era proprio uno di quei libri da leggere in lingua originale!): fantastico il nonno che parla poco, sembra essere in disparte ma vede e intuisce tutto. Ottimo inoltre il personaggio di Ricardina, la sua evoluzione da *cenerentola* di casa a cantante affermata di Sao Paulo.
Un libro che sembra scritto realmente da un'adolescente ma in realtà lei aveva già quasi 80 anni quando lo scrisse ed è il suo primo libro :) Anche il ritratto della società paulista di quegli anni: conservatrice, reticente alle novità ma capace di essere euforica per la trasmissione in TV di una partita di calcio (che se vogliamo dirlo, era Brasile-Italia in diretta da Rio de Janeiro).

Qualche notizia su Zélia Gattai:
Nascida em São Paulo, 2 de julho de 1916, é uma escritora brasileira, viúva do também escritor Jorge Amado. Filha dos imigrantes italianos Angelina e Ernesto Gattai, é a caçula de cinco irmãos. Nasceu e morou durante toda a infância na Alameda Santos, 8, no bairro Paraíso, em São Paulo.
Zélia participava, com a família, do movimento político-operário anarquista que tinha lugar entre os imigrantes italianos, espanhóis, portugueses, no início do século XX. Aos vinte anos, casou-se com Aldo Veiga. Deste casamento, que durou oito anos, teve um filho, Luís Carlos, nascido em São Paulo, em 1942.
Leitora entusiasta de Jorge Amado, Zélia Gattai o conheceu em 1945, quando trabalharam juntos no movimento pela anistia dos presos políticos. A união do casal deu-se poucos meses depois. A partir de então, Zélia Gattai trabalhou ao lado do marido, passando a limpo, à máquina, seus originais e o auxiliando no processo de revisão.
Em 1946, com a eleição de Jorge Amado para a Câmara Federal, o casal mudou-se para o Rio de Janeiro, onde nasceu o filho João Jorge, em 1947. Um ano depois, com o Partido Comunista declarado ilegal, Jorge Amado perdeu o mandato, e a família teve que se exilar.
Viveram em Paris por três anos, período em que Zélia Gattai fez os cursos de civilização francesa, fonética e língua francesa na Sorbonne. De 1950 a 1952, a família viveu na Checoslováquia, onde nasceu a filha Paloma. Foi neste tempo de exílio que Zélia Gattai começou a fazer fotografias, tornando-se responsável pelo registro, em imagens, de cada um dos momentos importantes da vida do escritor baiano.
Em 1963, mudou-se com a família para a casa do Rio Vermelho, em Salvador, na Bahia, onde tinha um laboratório e se dedicava à fotografia, tendo lançado a fotobiografia de Jorge Amado intitulada Reportagem incompleta.
Aos 63 anos de idade, começou a escrever suas memórias. O livro de estréia, Anarquistas,graças a Deus, ao completar vinte anos da primeira edição, já contava mais de duzentos mil exemplares vendidos no Brasil. Sua obra é composta de nove livros de memórias, três livros infantis, uma fotobiografia e um romance. Alguns de seus livros foram traduzidos para o francês, o italiano, o espanhol, o alemão e o russo.
Baiana por merecimento, Zélia Gattai recebeu em 1984 o título de Cidadã da Cidade doSalvador.
Na França, recebeu o título de Cidadã de Honra da Comuna de Mirabeau (1985) e a Comenda des Arts et des Lettres, do governo francês (1998). Recebeu ainda, no grau de comendadora, as ordens do Mérito da Bahia (1994) e do Infante Dom Henrique (Portugal, 1986).
A prefeitura de Taperoá, no estado da Bahia, homenageou Zélia Gattai dando o nome da escritora à sua Fundação de Cultura e Turismo, em 2001.
Em 2001, foi eleita para a Academia Brasileira de Letras, para a cadeira 23, anteriormente ocupada por Jorge Amado, que teve Machado de Assis como primeiro ocupante e José de Alencar como patrono. No mesmo ano, foi eleita para a Academia de Letras da Bahia e para a Academia Ilheense de Letras. Em 2002, tomou posse nas três. É mãe de Luis Carlos, Paloma e João Jorge. É amiga de personalidades e gente simples. No lançamento do livro 'Jorge Amado: um baiano romântico e sensual, em 2002, em uma livraria de Salvador, estavam pessoas como Antonio Carlos Magalhães, Sossó, Calasans Neto, Miguel Arcanjo Prado, Auta Rosa, Bruna Lima, Antonio Imbassahy e James Amado, entre outros.
Ao lançar seu primeiro livro, Anarquistas graças a Deus, Zélia Gattai recebeu o Prêmio Paulista de Revelação Literária de 1979. No ano seguinte, recebeu o Prêmio da Associação de Imprensa, o Prêmio McKeen e o Troféu Dante Alighieri. A Secretaria de Educação do Estado da Bahia concedeu-lhe a Medalha Castro Alves, em 1987. Em 1988, recebeu o Troféu Avon, como destaque da área cultural e o Prêmio Destaque do Ano de 1988, pelo livro Jardim de inverno. O livro de memórias Chão de meninos recebeu o Prêmio Alejandro José Cabassa, da União Brasileira de Escritores, em 1994.

giovedì 14 giugno 2007

Morbo di Gutenberg

"Nel 1456 Gutenberg, stampando la Bibbia delle quarantadue linee, fa esplodere una vera e propria epidemia, che si è propagata e ha moltiplicato i suoi nefasti effetti nel corso dei secoli, trasferendo i suoi germi da libro a libro, dal libro all'uomo, da uomo a uomo, trasmettendosi per contagio, per infezione, per via ereditaria e anche per semplice contatto psicologico, infilandosi perfino nel computer, e da questo su tutte le reti di comunicazione: si tratta del morbo di Gutenberg.
I tre stadi di gravità di questa malattia sono: la bibliofilia, la bibliomania e la bibliofollia.[…]
Il morbo di Gutenberg ha tutte le nefaste caratteristiche che una malattia può avere. È innanzitutto contagiosa e infettiva [...]; per trasmetterla non è necessario il contatto fisico tra persone, propagata com'è da una complessa polverizzazione batteriologica ambientale e culturale, diffusa da virus insidiosi che non è possibile isolare e debellare. Non c'è un vaccino efficace, esistono solo palliativi e rimedi assai blandi. Si può prendere per contatto psicologico, o con l'uso improprio dei sensi attraverso la vista, l'udito, il tatto, e, nei casi più inguaribili, anche l'olfatto.
È peraltro agevole e veloce, a volte fulminante, il passaggio da forme lievi a forme gravi e croniche: passaggio insidioso e automatico paragonabile al passaggio dalle droghe leggere a quelle pesanti con l'innesco di inquietanti forme di intossicazione, o, peggio, di assuefazione".

(M. Giancaspro, da Il morbo di Gutenberg, ed. L'Ancora del Mediterraneo, 2003)

Come non ritrovarsi in uno di questi stadi? Io credo (o temo... non sono sicura di quale verbo usare) di essere a un piccolo passo dalla bibliofollia... Troveranno una cura?
Grazie a Zeruhur per la segnalazione di questo brano :)

mercoledì 13 giugno 2007

Annuncio

Un annuncio per provare a dare rilievo a una campagna che, si spera, abbia dei buoni frutti.
Da Ale blog leggo la notizia e così accedo a questo link di E POLIS per bloccare il Boy love day, cioè una giornata di orgoglio della pedofilia. Io ho già firmato, spero che anche voi vogliate farlo :)


Sfogo

Oggi giornata dura, lunga e piena di dubbi e arrabbiature.
Questo lavoro... la temporaneità dei contratti è davvero un peso: ogni 3-4 mesi tutto da rivedere, ripensare, rioganizzare. E se, come me, lavori per due datori diversi, incastrare le cose non è facile. Ognuno ha, a ragione, le sue pretese. E spesso senza considerare quello che gli viene detto, oppure senza chiedere se effettivamente c'è da parte del lavoratore quella disponibilità di tempo-spazi e quant'altro.
E a questo punto arrivano pressione e velati *ricatti* che si basano sul fatto appunto che ogni tot di tempo bisogna rifirmare il contratto. Così mi assalgono mille domande, che farò? Accetto? Rifiuto? E poi, che conseguenze ci saranno? A questo si aggiunge l'arrabbiatura: loro danno tutto per scontato, quando i patti erano altri e loro li cambiano senza aggiornarti (della serie: se non avessi chiamato io... chissà quando me lo dicevano).

Ieir sera ero così nervosa che ho preferito non postare questo messaggio. é stato meglio rileggerlo stamattina :)

martedì 12 giugno 2007

La cattedrale del mare

Barcellona, XIV secolo. Nel cuore dell'umile quartiere della Ribera gli occhi curiosi del piccolo Arnau sono catturati dalle maestose mura di una grande chiesa in costruzione. Un incontro decisivo, poiché la storia di Santa Maria del Mar sarà il cardine delle tormentate vicende della sua esistenza.
Figlio di un servo fuggiasco, nella capitale catalana Arnau trova rifugio e quella sospirata libertà che a tutt'oggi incarna lo spirito di Barcellona, all'epoca in pieno fermento: i vecchi istituti feudali sono al tramonto e mercanti e banchieri in ascesa, sempre più influenti nel determinare le sorti della città, impegnata in aspre battaglie per il controllo dei mari. Intanto l'azione, dell'Inquisizione minaccia la già non facile convivenza fra cristiani, musulmani ed ebrei...

Questo è un indizio della storia raccontata da Falcones.

Molti hanno paragonato questo libro a "I pilastri della Terra" di Ken Follett e, devo confessarlo, questo accostamento mi ha davvero incuriosito, portandomi a cercare il libro e far crescere in me la voglia di leggerlo.
Ora l'ho letto... e che dire? Un libro che si legge, che scorre in molte parti ma che in alcune risulta più pesantino (vedi le varie scaramucce tra principi, nobili vari e anche lotte con Genova e la Sardegna che compaiono ogni tanto, ma spesso a mio avviso sono slegate dalle vere vicende del romanzo). I personaggi sono davvero tanti, forse un po' troppi: nel senso che, a parte Arnau che viene ben descritto e costruito, altre figure sebbene importanti sono solamente delineate a grandi linee (ad esempio Mar o Elionor, due donne fondamentali e contrapposte nella storia ma che risultano solamente a sprazzi e sempre/solo come riflesso di ciò che accade ad Arnau).
Le vicende che Falcones introduce sono davvero molte: gli ebrei e i pregiudizi contro di essi, come erano considerate le donne nel Medioevo, la divisione in classi per *legge divina*, la Santa Inquisizione, il commercio e le banche,... Interessanti, spesso sconosciuti (per lo meno a me, ammetto l'ignoranza) come i bastaixos, cioè gli scaricatori di navi del porto di Barcellona, ma quasi mai davvero approfonditi e sviscerati.
Nota positiva: Falcones rende viva la città di Barcellona medievale, con la vita e le persone, i ruomori, gli odori e le usanze dell'epoca. E così per la Cattedrale del mare del titolo.

domenica 10 giugno 2007

Fotografi portoghesi

Guardavo le notizie sul sito di repubblica e, come spesso mi accade, sono rimasta colpita da un'immagine a lato. E così sono andata a curiosare. E scopro che sono le foto di un fotografo portoghese *_* Si chiama Paulo Jorge Oliveira e fa delle foto spettacolari di paesaggi, che sembrano però posti fantastici, irreali, con un'atomosfera rarefatta...
Qui sotto, una foto che mi ha colpito per i colori. E poi è stata scattata nella Serra de Estrela *_*


Dal suo sito trovo i links per altri fotografi portoghesi e arrivo su quello di Nana Sousa Dias che ha nel suo photobook magnifiche foto in bianco e nero, tipo questa:

Broccoli

"I do not like broccoli. And I haven't liked it since I was a little kid and my mother made me eat it. And I'm President of the United States and I'm not going to eat any more broccoli."
Chi sarà stato a pronunciare questa bella frase profonda? Ma sì, lui, il mitico George.... No, non Clooney (ma vi pare che dica cose così sceme?). L'altro, quello che governa su mezzo mondo: George W. Bush. Come si fa a non ridere??

martedì 5 giugno 2007

Le streghe di Dahl

Ecco, un altro libro che ho appena letto. Sì, un libro per ragazzi... anzi, un best-seller e un capolavoro per ragazzi: tutti conoscono Dahl, anche se molti non sanno che è lui che ha scritto "La fabbrica di cioccolato" da cui son stati tratti due grandi film (sorry Johnny Deep, io rimango affezionato al primo, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato del 1971 *_*).
Così mi sono "decisa" e ora l'ho letto, anche se non sono più una bambina da un po' di tempo...
Merita davvero: grande storia, ben raccontata. Dove le parole son usate ad arte, anche grazie all'opera del traduttore italiano che ha saputo rendere bene certi giochi. Ci son pezzi magnifici, come quelli con le allitterazioni, che poi fanno impazzire i più piccoli, come ad ex "Una VERA STREGA odia i bambini di un odio così feroce, furibondo, forsennato e furioso, da non poterselo immaginare" (pag.7).
Il libro è la classica edizione Salani, Collana Gl'Istrici (ottima sulla 4° di copertina la *leggenda* sugli istrici dove gli aculei sono frecce che colpiscono la fantasia e il cuore), con le illustrazioni di Quentin Blake. Disegni in bianco e nero, appena accennati ma che hanno forza e catturano lo sguardo per come rendono il movimento.

Spesso definire un libro *per ragazzi/bambini* è visto come riduttivo-dispregiativo, ma perchè? AI bambini dobbiamo far leggere pagine che non siano *letteratura*? Non sono d'accordo: un libro per bambini deve avere comunque e sempre le doti di un buon libro e, per me, una delle doti più importanti è la capacità di emozionare.
...forse ho aspettato troppo a loeggere questo libro.

lunedì 4 giugno 2007

La scatola nera

La scatola nera
Amos Oz
Universale Economica Feltrinelli

Dalla quarta di copertina:
Alec e Ilana non si parlano da sette anni. Il divorzio è stato brutto, le emozioni in gioco crudeli, lui si è trasferito negli Stati Uniti dove è diventato famoso per i suoi studi sul fanatismo religioso, lei è rimasta in Israele, si è sposata con un ortodosso da cui ha avuto una bimba. Alec e Ilana hanno un figlio, Boaz, disconosciuto dal padre nel corso del divorzio come atto di estrema offesa verso la moglie. Boaz è un adolescente difficile e, dopo svariati scatti di violenza, si fa buttare fuori da scuola. Così, dopo anni, Ilana scrive ad Alec per chiedergli aiuto. Attraverso le lettere emergono i diversi personaggi che si delineano nettammente, mostrando i differenti volti della società israeliana.

Un libro epistolare, molte lettere scritte tra febbraio e ottobre 1976, con vari mittenti e riceventi, che si intrecciano tra di loro in un vortice non facile da seguire, ma che cattura in modo totale e che ci fa vedere uno scorcio della vita di Alec, Boaz, Ilana e Michel. I sentimenti e le emozioni sono intensi, vissuti molto anche sulla carta. Ma l'aspetto che colpisce maggiormente è che non si tratta di sentimenti positivi ma bensì negativi: tutti si scrivono ferendosi, colpendosi nelle parti più intime e perciò dolorose, come solo le persone che hai amato e ti hanno amato sanno fare. Qual è il senso di ciò? Perchè non smettere? Cosa ci porta a farci del male?
Un aspetto importante è la storia di Israele che fa sempre parte dei libri di Oz, storia che anche l'autore in prima persona conosce bene. Sono molto elevate le capacità di analisi della natura umana, secondo il punto di vista dei vari personaggi (madre figlio marito ed ex-marito) e poi vengono narrate con un linguaggio chiaro, ricco di descrizioni ma mai ridondante e scontato. Anche la religione ha una parte in questo suo libro: ogni personaggio vede la religione con una funzione e un ruolo diverso nella propria vita. C'è il fanatico Michel, Boaz che non sa che posto ha la religione ma in fondo vuole che non gli si dica cosa fare, i sensi di colpa di Ilina.
Da Newsweek: "Eloquente, umano, persino religioso, nel senso più profondo, [Oz] è una sorta di Orwell sionista: un uomo complesso, ossessionato dal semplice senso del decoro e determinato soprattutto a dire la verità, anche a costo di ferire qualcuno." Era da un po' di tempo che sentivo parlare di questo autore e dei suoi libri, ero curiosa di leggere qualcosa di suo e questo libro l'ho comprato alla Fiera del Libro di Torino *_*
* Amos ha modificato il suo cognome, prendendo Oz che in ebraico significa Forza... fa pensare.

domenica 3 giugno 2007

Modifiche al blog

Dato che mi sto *impratichendo* con questo strumento che è il blog (ok, già mi immagino mia sorella che se la ride alla grande... ), pian piano cerco di migliorarlo.
Ora ho aggiungo a destra la sezione dei link di alcuni siti che frequento e che mi piaciono. La maggior parte di essi, per ora, è relativa ai libri... forse mi piace leggere?! :P Comunque è una sezione in crescita, può cambiare nel tempo, e chissa cosa posso aggiungere.

Ma le modifiche non sono finite qui: visto che ho una sorella mooolto buona, ma anche moolto brava nella grafica ha fatto (lei, io non credo di essere in grado, né ora né mai, di farli) altri cambiamenti. In primis ha centrato i conenuti nel mezzo della pagina e poi ha aggiunto la meravigliosa immagine delle nuvole nell'intestazione *_* Quindi, GRAZIE CARA!!

sabato 2 giugno 2007

caffè....

Ho trovato questa frase girando in internet... ed è perfetta per me!
There's too much blood in my caffeine system.

Così ho pensato che sul mio blog non poteva macare un post dedicato a questa splendida bevanda :) Chi mi conosce lo sa, adoro il caffè... anche se devo riconoscere che rispetto a qualche anno fa ne bevo davvero meno. Ero arrivata a un numero impressionante di tazzine al giorno, con la *scusa* che era quello della macchinetta distributrice....

Su di me la caffeina non ha nemmeno un minimo effetto eccitante, mi piace proprio il gusto del caffè. Adoro la classica tazzina, ma anche il caffè macchiato, il cappuccino *_* la granita al caffè con la panna, il gelato al caffè... insomma, il caffè in ogni sua deliziosa forma. No, c'è un modo che non lo posso prendere: una roba obriobriosa che ho visto fare dagli spagnoli, caffè freddo fatto con caffè, latte e ghiaccio... una cosa imbevibile appena il ghiaccio comincia a fondersi.
E questo è un link dove trovare un po' di notizie sulla storia del caffè.

Siamo già a Giugno....

Siamo già a Giugno, quasi non mi sono accorta che è arrivato il mese numero 6.... Finora l'anno è stato intenso, lavoro, volontariato con molti impegni e sfide nuove, ora il master. Insomma è un periodo che un po' accuso dell'accumulo di stanchezza.
Ma visto che siamo già a Giugno, nelle scuole è periodo di feste di fine anno scolastico :)
Alla scuola elementare è andata in scena la recita che i bambini, in 4°, hanno preparato praticamente da soli: sono stati bravissimi, erano molto emozionati ma hanno dimostrato quanto valgono e che si sanno impegnare. E poi, che emozione anche per me, salire sul palco chiamata da loro per la foto di gruppo (ora devo recuperare la foto).
Poi il giorno dopo, il pomeriggio di giochi organizzati, con i genitori che son venuti a vederli. E loro che ridono-scherzano-giocano e fanno il tifo per tutti, chiedendo a me e alla maestra di far fare il tifo ai loro genitori (eh sì, sotto gli spalti a fare il coretto e a dare il tempo per fare le coreografie... che roba!!).
Mi sono divertita tanto e mi è venuta voglia di ritornare al Centro Estivo, per organizzare giochi e attività, ma soprattutto per giocare coi bambini e vederli felici!
Sarà ora di crescere? Bè, ma se in fondo lavoro e mi diverto anche (ora è lontano nella memoria, ma c'è anche la stanchezza fisica allucinanate) è molto meglio.

venerdì 1 giugno 2007

Mulheres vìtimas de violencia doméstica

Da Diario das noticias (quotidiano portoghese):
Após 40 anos de maus tratos, Maria Clementina Pires matou o marido com um machado de cozinha. Ontem, a mulher de 63 anos foi absolvida pelo Tribunal de S. João Novo, no Porto, uma decisão aplaudida em plena sessão pela meia centena de pessoas que encheram a sala. O juiz-presidente do Colectivo, João Grilo, considerou que agiu em legítima defesa e evitou tornar-se mais uma vítima de violência doméstica.
O Ministério Público tinha pedido a condenação de Maria Clementina, que vinha acusada de homicídio privilegiado, incorrendo numa pena que poderia ir até aos cinco anos de prisão. Mesmo assim, nas alegações finais admitiu a aplicação de uma pena suspensa. O juiz João Grilo considerou, no entanto, que a arguida agiu em legítima defesa. "A senhora ao longo de 40 anos sofreu com isto tudo e não era nesta altura que ia chamar a polícia. As pessoas estão em casa, vivem com a agressão e após a queixa é que começa o verdadeiro inferno", salientou.
O juiz recordou os números apresentados pelo Amnistia Internacional que referem que em Portugal, no último ano, morreram 39 mulheres vítimas de violência doméstica e aproveitou para criticar o novo enquadramento legal dos crimes que deixaram de ser semipúblicos para serem públicos. "Isso para os tribunais vale zero", acrescentou o magistrado, que defendeu a reavaliação do quadro punitivo deste tipo de crimes.
"A senhora teve sorte", afirmou o juiz, considerando que "não houve excesso" nos actos praticados pela arguida. Maria Clementina estava acusada de ter usado um machado de cozinha de 31 centímetros para matar o marido, Januário Pires, que a ameaçava com uma foice-machado com 85 centímetros. "A senhora tem ainda muitos anos pela frente, tem duas filhas, aproveite a vida", terminou o magistrado.
À saída da sala de audiências, e depois de saudada pelos familiares e amigos, Maria Clementina mostrou satisfação pelo resultado da sentença. "Foram muitos anos de sofrimento e acho que este meu caso pode servir de exemplo a outras mulheres, embora eu considere que o melhor, desde que seja possível, seja a denúncia junto das autoridades", afirmou a idosa.
A história de Maria Clementina é um caso extremo. Ficou provado que vivia enclausurada dentro de casa e proibida de sair pelo marido. Era ele quem fazia a compras e à mulher apenas cabia a tarefa de cozinhar numa cozinha improvisada na cave da casa, na rua de São Roque da Lameira, no Porto. Ali viviam o casal, as duas filhas Cristina e Teresa e duas sobrinhas com problemas psíquicos que Januário trouxe do interior para trabalhar na fabriqueta de sirgaria (utensílios para colocação de cortinas), que mantinha no rés-do-chão da habitação.
A todas eram dados maus tratos. Mesmo às filhas maiores de idade, de 36 e 38 anos, ambas com formação superior mas tolhidas pelo medo que o pai sempre imprimiu ao ambiente familiar. Na sequência de uma das tareias, foi necessário chamar uma ambulância, mas foi Januário quem simulou à porta um mau estar físico para evitar que os médicos denunciassem a situação às autoridades. Na semana seguinte andou a pagar a um enfermeiro que se deslocava lá a casa para cuidar da mulher.
"Era um ambiente de terror. Esta mulher vivia sequestrada dentro da própria casa", disse o seu advogado, Luís Vaz Teixeira. O "episódio tremendamente traumático" nesta família "disfuncional" ocorreu na madrugada de 14 de Setembro de 2004. Com várias pancadas na cabeça do marido com o machado, Maria Clementina "colocou fim a 40 anos de tortura".
Finalmente una mezza buona notizia per le donne maltrattate!
Ci mancava anche che la signora fosse condannata e che il suo gesto non fosse visto come legittima difesa dopo tutto quello che lei e le figlie hanno passato in 40 anni di maltrattamento...
Ma in Italia preferiamo dire che sono raptus: chissa se mai apriremo gli occhi su come stanno le cose davvero nelle case?