martedì 27 novembre 2007

Un saluto...

Un saluto a tutti... vado al lavoro e poi direttamente all'aeroporto :) Ci sentiamo tra una settimana!!

domenica 25 novembre 2007

25 Novembre

La scelta del 25 di novembre come data internazionale della lotta contro la violenza sulla donna fu un accordo preso dalle partecipanti all'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi che si realizzò a Bogotà nel 1981, accettando il sollecito della delegazione della Repubblica Dominicana che proponeva che in questo modo si rendesse omaggio alle sorelle Mirabal: Minerva, Patria e Maria Teresa. Esse sono un esempio vivo del tipo di donna impegnata nelle lotte del suo paese.
Le tre sorelle caddero per la violenza dal regime di Trujillo che mantenne il paese dominicano nell'arretratezza per 30 anni, nell'ignoranza e nel caos. Nel 1960, il paese dominicano scontento e stanco di una dittatura tanto lunga, tutti i giorni portava a termine lotte nelle strade contro le forze militari repressive che sostenevano il dittatore.
Le sorelle Mirabal nacquero nella sezione Ojo de Agua, provincia di Salcedo, Repubblica Dominicana. Le condizioni di vita che si davano nel paese e la zona dove vissero, conseguenza del dominio statunitense ed il ritardo delle relazioni di produzione, determinarono la loro sensibilità di fronte agli acuti problemi sociali. La partecipazione attiva delle sorelle Mirabal nella lotta contro Trujillo guadagnò loro la fama di rivoluzionarie, motivo più che sufficiente affinchè in una certa occasione Trujillo manifestasse davanti ad un gruppo di persone che i suoi due unici problemi erano le sorelle Mirabal e la Chiesa.
Che cosa accadde il 25 novembre 1960?
Minerva e Maria Teresa andarono a visitare i loro mariti alla prigione, in compagnia della sorella Patria. Furono intercettate in un posto solitario della strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte ad un canneto vicino, furono oggetto delle più crudeli torture, prima di essere vittime di quello che si è considerato il crimine più orripilante della storia dominicana. Coperte di sangue, massacrate a colpi, strangolate, furono messe nuovamente nel veicolo nel quale viaggiavano e gettate in un precipizio, con la finalità di simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal produsse un gran sentimento di dolore in tutto il paese, ma servì per fortificare lo spirito patriottico di un paese desideroso di stabilire un governo democratico che garantisse il rispetto alla dignità umana.
La memoria di queste coraggiose sorelle, martiri che rischiarono le loro vite e le diedero, effettivamente per la causa della donna ci riempie di speranza e ci dà forza per continuare a lottare per una società ugualitaria nella quale donne ed uomini possano vivere in fraternità umana.
(per saperne di più si può leggere un romanzo che tratta di questa vicenda: Il tempo delle farfalle di Julia Alvarez)
Qui qualche dato:
Quasi 130 milioni (rapporto UNICEF 2000) di donne in tutto il mondo vengono sottoposte alla pratica della mutilazione genitale femminile.
Circa 60 milioni di donne sono sparite dalle statistiche demografiche perché vittime delle loro stesse famiglie, uccise deliberatamente o per negligenza, soltanto perché di sesso femminile (rapporto UNICEF 2000)
In base a ricerche condotte nei paesi occidentali industrializzati , dal 20% al 30% delle donne subiscono violenza dal proprio partner o ex-partner.

sabato 24 novembre 2007

Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela

Sempre per la sfida dei libri non letti ecco Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela.
Il libro in poche parole:

"Dall'infanzia nelle campagne del Transkei alle township di Johannesburg, dalla prima militanza nell'Anc, attraverso ventisette anni di carcere, al Premio Nobel per la pace e alla presidenza del suo paese. Il lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela è il lungo cammino verso la libertà politica e la conquista di un valore irriducibile: la dignità dell'essere umano."
Detto così pare quasi poco, ma le quasi 600 pagine del libro sono questo e molto di più.
Ho inserito questo libro nella lista della sfida perchè ero curiosa da tempo di leggerlo, ma ho rimandato per un po' sia per la mole (di solito è un aspetto che non mi *spaventa* ma qui il peso della narrazione non è proprio leggero), sia per la mia voracità di leggere ogni cosa e poi andare per vie traverse. A metà della sfida ho deciso di affrontare questo libro: l'ho preso in bilbioteca ma l'ho lasciato un bel po' sul comodino in attesa... forse del momento giusto. E in effetti all'inizio ho faticato: la storia era davvero lontana (comincia dalla sua infanzia...) nel tempo e nello spazio; inoltre su alcuni aspetti avevo fatica a seguire il filo per la mia ignoranza in materia (e dico io, due note a piè di pagina da parte del curatore italiano no?).
Ma a un certo punto, quando sono arriva a un Nelson maturo politicamente e si entra nel vivo della lotta politica allora ho iniziato a leggere con sempre maggior foga le pagine. Ottima la resa dell'uomo dietro il mito che tutti conosciamo! E l'umiltà: riconosce in vari punti la sofferenza e le difficoltà che ha creato alla moglie e alla sia famiglia, anzi riconosce proprio come sebbene lui sia stato in carcere per 27 anni, chi ha sofferto e subito di più siano stati i suoi cari fuori dal carcere.
Sono rimasta sconcertata, leggendo il libro, delle date: si arriva al 1999... cioè meno di dieci anni fa. E sembrano cose così lontane invece: ma il Sudafrica fa parte delle notizie dei nostri giornali? No, per nulla!! La lettura del libro mi ha dato tanto anche da questo punto di vista: riempire con qualche informazione in più la Storia che c'è nella mia testa.

Qualche frase tratta dal libro:
*Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.
*Non vi è alcuna strada facile per la libertà.
*L'uomo coraggioso non è colui che non prova paura, ma colui che riesce a superarla.

Pagina ufficiale sul sito dell'Anc: link

mercoledì 21 novembre 2007

Solidarietà

Segnalato da Hermione Ginny sul suo blog. Ecco un'iniziativa carina e che richiede poco sfrozo e tempo: FreeRice. Io in 5 minuti ho totalizzato 300 chicchi di riso :D

giovedì 15 novembre 2007

news...

solo ora mi rendo conto che manco dal mio blog da una decina di giorni... oh mamma! nemmeno mi ero accorta che è passato tutto sto tempo.
allora, un attimo di riordino mentale. letture libri ferme a quasi zero: sto leggendo l'autobiografia di Nelson Mandela che è bella ma lunga, non facile e onestamente la sera non ho la testa per mettermici sopra. anche perchè arrivo ben cotta... tra il nuovo lavoro all'asilo e le domiciliari, il monte ore è aumentato considerevolmente. non mi sto lamentando :) se si lavora, va bene! ma il tempo per altro è diminuito.
e poi c'è anche il master: questo weekend c'è stata lezione. che è stata molto impegnativa dal punto di vista mentale perchè ci sono state date un numero enorme di informazioni, teorie e approcci che non conoscevo ma che mi hanno incuriosita e attratta. il che implicherà leggere altri libri, articoli,...
poi, ultime aggiustatine organizzative per il viaggio alle Azzorre: comprato il regalo per gli sposi, prenotato l'ostello a Porto (e ho così "riscoperto" perchè non me lo ricordavo più che ci sto quasi una mattina... non vedo l'ora di fare un giro), contatti e ultimi accordi via email e sms. Inoltre, corso di spagnolo con relativo studio (mi si stanno mischiando nel cervello verbi irregolari italiani, spagnoli e portoghesi,... che caos!!).

insomma, come al solito stra-presa :) e anche un filo stanca....

scuola e integrazione

lavorando con maestre e insegnati a vari livelli, ho modo di osserverle al lavoro così come di parlare con loro. il che è un'ottima palestra per imparare davvero cos'è e come funziona la scuola italiana da dentro (ok, più o meno relativamente dato che io come educatrice lavoro nell'edificio ma non sono realmente nell0istituzione). e così si scoprono tante cose...
in primo luogo, capisco varie lamentele dei genitori sulle maestre poco preparate o interessate al loro lavoro. mentre sono stra-pronte a chiedere agli educatori, ma anche a bidelle e personale della mensa, di fare ore in più, loro schizzano come il miglior centometriasta alle olimpiadi appena scade il loro ultimo minuto di lavoro. sulla preparazione, ho trovato maestre molto preparate sulla parte didattica e curriculare, altro degnamente pronte e alcune nemmeno su quella sigh sigh! I problemi più grandi li si vedono però in altre questioni. In primo luogo con ciò che è l'integrazione, ed è di questo che voglio parlare oggi.

nelle classi e nelle scuole di oggigiorno è facile incontrare bambini con disabilità, sia fisiche che psicologiche. e questo non perchè c'è un aumento spropositato di queti bambini, ma solo perchè la società attuale parla di inclusione e integrazione, non permettendo (tranne in casi davvero particolari e comunque debitamente certificati da un NPI) che vengano *relegati* in classi o scuole speciali. e questo per quale motivo? in primis, per una questione di diritti: tutti i bambini, senza eccezione, hanno diritto all'istruzione pubblica. ma non è solamente questo il punto focale del discorso. un altro aspetto importante da considerare è che questi bambini vivono nel mondo reale e non in quello delle classi speciali. e continueranno a farlo quindi devono in qualche modo imparare a viverci. e questo discorso vale al contrario: anche i bambini normodotati vivono in questo mondo, dove ci sono bambini disabili. quando far capire ai bambini che anche chi ha una disabilità è un bambino esattamente come loro? anche perchp in questo modo si previene il pregiudizio e lo stereotipo, si formano cittadini più consapevoli ed con un comportamento pro-sociale già sviluppato.

ma sebbene i bambini spesso sono aperti all'incontro del bambino disabile (ma anche a quello straniero), non così facile è la questione con le maestre. spesso vedono come integrazione il solo fatto che al bambino è permesso (come gentile concessione dell'istituzione che è così buona...) frequentare la scuola e stare in classe. ma non credo che questo sia l'obiettivo massimo a cui si può aspirare. bisogna lavorare con i bambini, sia quelli disabili che i normodotati. nel primo caso per sviluppare le aree delle risorse nelle varie aree, specialmente pe quanto riguarda l'impatto con gli altri. e così anche per gli altri bambini, che imparano a conoscere il compagno, le sue abilità e differenze.

questo posr è nato per la *frustrazione* di vedere maestre, anche quelle di specializzate nel sostegno, lasciar correre, senza un lavoro vero e pensato... e qui ho potuto riversare parte di questa frustrazione :)

domenica 4 novembre 2007

Contro il fanatismo

Contro il fanatismo è la raccolta di tre conferenze tenute da Amos Oz all’Università di Tubinga dove, con estrema semplicità, parla della propria esperienza di uomo e di autore, ma soprattutto di cittadino di Gerusalemme, con tutto ciò che questo ovviamente comporta. con ironia (ed evidentemente senza pregiudizi), ci conduce a conoscere meglio l’animo profondo ebraico, Oz esprime la sua idea sul rapporto fra israeliani e palestinesi, ricordando di essere tra i promotori ‘della prima ora’ di un movimento pacifista nazionale composto da persone capaci di “vedere i punti di vista del prossimo”. Chi sa guardare l’altro senza veli, chi sa capire le ragioni dell’antagonista approda alla scelta del tanto vituperato compromesso, l’unica via d’uscita che possa in qualche modo superare gli ostacoli.
Sul concetto di fanatismo e sul modo per combatterlo nel profondo si basa in particolare il secondo intervento. “Il fanatismo è più antico dell’islam, del cristianesimo, dell’ebraismo, più antico di ogni stato o governo, d’ogni sistema politico, più antico di tutte le ideologie e di tutte le confessioni del mondo” ed è alla radice del nuovo terrorismo, per nulla legato, secondo Oz, al divario tra poveri e ricchi, tra islam e altre religioni, ma semplicemente manifestazione violenta di una teoria che vuole solo sradicare dal mondo tutto ciò che considera male. Oz definisce il fanatico "un punto esclamativo ambulante": secondo me, una definizione poetica che rende a pieno la personalità del fanatico. I modi che propone Oz per combattare il fanatismo sono... direi quotidiani e semplici (non facili però), nel senso che non sono questioni astruse. Il primo è l'immaginazione, il sapersi immaginare nei panni degli altri e nelle situazioni di vita degli altri oppure immaginare la situazione portata alle estreme conseguenze. E quindi, Oz riporta alla letteratura (tutta la letteratura) in quanto permette ai suoi lettori di immaginare. Come terzo punto Oz riprende il senso dell'umorismo... ed è magnifico come lui stia per cadere nel *fanatismo delle pillole di umorismo per curare il fanatismo*!!
Nella terza e ultima lezione, quella che in fondo mi è piaciuta meno, parla del conflitto israeliano-palestinese e della soluzione possibile secondo Oz. La parte triste è constatare, alla fine della lettura, come questa conferenza sia stata fatta nel Gennaio 2001 e la situazione non sia poi cambiata molto da allora (anzi, in alcuni momenti è peggiorata). La sua proposta si basa sul compromesso, visto da Oz non come una sconfitta ma come il modo per sopravvivere sebbene sia doloroso, faticoso ma indispendabile.

Da leggere per ritrovare la speranza....