sabato 15 settembre 2007

Ogni cosa è illuminata

Ho appena finito di leggere "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer.
Trama:
Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente di nome Jonathan Safran Foer (come l'autore), visita l'Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato (o non aver salvato) suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex, che così si presenta nel suo personalissimo linguaggio: "Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, perché è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alexi-basta-di-ammorbarmi perché sempre la ammorbo". Alex lavora per 'Viaggi Tradizione', l'agenzia di viaggi di famiglia, insieme al nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica, fa l'autista e a una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr Jr in onore del cantante preferito dal nonno. La storia del loro viaggio, raccontata retrospettivamente da Alex, si alterna ai capitoli di una vera e propria saga ebraica, attraverso la quale Jonathan ripercorre, sul filo della memoria famigliare, le vicende di un villaggio dal Settecento fino alla distruzione avvenuta a opera dei nazisti.

Come si può intuire dalla trama, questo è un libro intricato. Non solamente nel racconto, ma anche nel modo in cui sono usate le parole e la lingua. Ci sono due registri linguistici differenti, in corrispondenza delle due narrazioni presenti nel libro e, a volte, è complicato tenere tutto insieme. Comunque, il linguaggio usato da Alex, il ragazzo ucraino, è molto divertente in qunato scrive un inglese appreso, dove si notano gli errori con le parole e i loro significati (e diamo merito anche al traduttore che in italiano ha reso molto bene questo gioco).
Al di là della trama, è arduo dire di cosa parla davvero il libro: della vita, della morte, della responsabilità e del perdono, del passato o del presente, etc forse di tutto questo insieme. Ciò che colpisce alla fine è che, sebbene ogni cosa è illuminata, noi non ne sappiamo realtmente più di prima....
Una scena da ricordare: "La pioggia rinforzò e si bevve ancora - i partecipanti al corteo bevvero fino a diventare ciechi di vodka e birra fatte in casa. Si davano a un amore selvaggio, incontenibile, negli ancoli bui dove le case si toccavano, e sotto le chiome pendule dei salici piangenti. Le coppiette si tagliuzzavano la schiena sulle conchiglie, i ramoscelli e i ciottoli delle secche del Brod. Si cercavano furiosamente nell'ombra:(...) Dallo spazio gli astronauti vedono quelli che fanno l'amore come puntolini di luce. Non proprio luce, ma un luccichio che potrebbe essere confuso con la luce... una radianza coitale che impiega generazioni per rivelarsi come miele nell'oscurità fino agli occhi dell'astronauta. (...) Il luccichio è prodotto dalla somma di migliaia di amori: sposi novelli e adolescenti che brillano come accendini al butano, coppie di uomini che bruciano rapidi e brillanti, coppie di donne che fanno luce per ore con balenii leggeri e molteplici, orge luminose come quegli acciarini giocattolo venduti alle fiere,..." (pag. 174)

Safran Foer dice sulla scrittura: "Uno dei maggiori vantaggi della scrittura è che ti da la possibilità di vedere chi sei. Ho scritto di molte cose in cui non sapevo di essere interessato prima di scrivere il libro, come l'essere ebreo, come la storia di famiglia; quindi vedi l'evidenza ed è come se io non fossi quello che pensavo di essere. Penso che spesso ci sbagliamo circa quel che siamo. Una delle cose belle della scrittura è che sei spinto a dare uno sguardo al tuo io indifeso".
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Aggiornamento: in effetti non si comprende molto da quel che ho scritto se il libro mi sia piaciuto o meno. Devo dire, onestamente, che è difficile mettere la questione in questi termini. In realtà, dato il realismo magico che impregna il libro, a volte è difficile seguire il filo del discorso e quindi godere a pieno della storia. Posso dire che però ho molto apprezzato alcuni aspetti, come il linguaggio usato (un esempio di quanto possa essere profondo e bello lo si può vedere anche ne l brano che ho riportato) e la narrazione con più punti di vista.

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