lunedì 31 dicembre 2007

Auguri

Auguri per il 2008!!

domenica 30 dicembre 2007

La sfida della Bibliografia

Ancora un post sui libri (ok, lo so dovrei smettere....).
Dopo aver finito la Creepy Autumn Challenge, ho deciso di partecipare a La sfida della Bibliografia. Queste alcune delle regole:
Leggere almeno 3 libri che non abbiamo mai letto di un autore che però già conosciamo. Si possono scegliere quanti autori si vuole ma si devono leggere almeno 3 libri per ogni autore.
La sfida inizia il 1° gennaio 2008 (così se la sfida vi piace c'è tempo per farsi regalare qualche libro a natale!) e termina il 30 giugno 2008 (bè, si, ho voluto essere lunga, ma mi sembrava un "tema" su si possono trovare un sacco di titoli... o almeno per me è così!).


La mia lista già pubblicata su Anobii:

Terzani:
- Un altro giro di giostra (588 p.)
- Un indovino mi disse (428 p.)
- La porta proibita (276 p.)

Edward bunker:
- Educazione di una canaglia (523 p.)
- Come una bestia feroce (358 p.)
- Cane mangia cane (330 p.)

Il conteggio delle pagine fa 2500... non per essere pignola, ma vorrei capire perchè mi scelgo sempre lirbi lunghi. Non che la cosa mi preoccupi più di tanto, nel senso che un tomo di 500 pagine non mi ha mai spaventato, ma quando li scelgo per una sfida sarebbe carino se riuscissi a infilarne qualcuno un po' più corto in modo poi da non *complicarmi la vita. Ad ogni modo, da Gennaio si inizia!!

Motivazione della scelta:
Terzani è da un sacco che lo voglio leggere, me ne hanno parlato bene in molti e più di un anno fa avevo letto Lettere contro la guerra di cui avevo apprezzato lo stile e la pace che riesce a passare. Mi sono ripromessa dopo quella raccolta di articoli di leggere altro, ma finora non sono riuscita a farlo.
Bunker mi ha affascinato dal primo libro che ho letto. Ho poi scoperto che molti considerano Animal factory uno dei suoi *peggiori* scritti, quindi mi sono detta che avrei dovuto leggere altro. Da tempo ormai ho in Wish List Educazione di una canaglia, era ora di pensarci seriamente.

sabato 29 dicembre 2007

Libri in vacanza

In questi giorni di *vacanza* (gli asterischi per indicare che comunque sto lavorando ma seguo solo un caso in domiciliare quindi davvero poche ore alla settimana) ne approfitto per leggere e non solo.
Cominciamo dai libri comunque: una mia amica ha ricevuto questo libro di Gianni Minà in regalo e non sapeva che farsene.Io le ho chiesto spudoratamente di prestarmelo dopo aver letto i nomi sulla copertina. Bene, non smettevo più di leggerlo. Il libro raccoglie le interviste che Minà ha fatto al Forum di Porto Alegre tra gennaio e febbraio del 2003 a personaggi come Eduardo Galeano, l'autore di Le vene aperte dell'America Latina; il presidente del Venezuela Ugo Chavez; Gilberto Gil, grande musicista e Ministro della culture per il governo Lula; Arundhati Roy, l'autrice indiana di Il dio delle piccole cose; Paco Ignacio Taibo II; Luis Sepulveda; Fernando Solanas e Kiva Maidanik; Abel Prieto e Tariq Ali; Leonardo Boff e François Houtart. Insomma tutti personaggi con un alto livello culturale e uno sguardo su società e culture distanti da noi, che riportano il loro pezzo di vita, storia e verità. Ad esempio nella lunga intervista a Ugo Chavez ti chiedi se sia la stessa persona di cui leggiamo oggi giorno sui giornali italiani o se questi si siano dimenticati di raccontarci qualche pezzo della vicenda. In effetti è molto critticata la stampa occidentale che si dice libera ma che riporta solamente le news di certe aree del mondo (USA ed Europa) e tralascia quelle relativa ad Africa, Asia e America Latina a meno che non si debba parlare di distastri naturali o umani. Le interviste sono un filo datate, quasi 4 anni non sono pochi, ma sono comunque interessanti, a volte irriverenti e toccano tutti i lati del globo: America del Sud e Centrale, ma anche India, Africa e un po' di Europa. Gli USA appaiono quasi sempre nei vari discorsi come elemento predominante e fortemente criticato per molti suoi "atteggiamenti" (diciamo così va...) sempre ben spiegati e documentati.
Un passaggio dall'intervista di Tariq Ali:
"Ormai, tra i benpensanti d'Europa, è comune la politica del doppio metro di giudizio. é una politica molto pericolosa, perchè estrania totalmente la gente dai veri problemi del Sud del Mondo. Il doppio metro si applica per l'Avana e per Guantanamo, e si applica in permanenza nel rapporto con gli Stati Uniti. A questo tipo di intellettuali non piace criticare l'America: è la potenza imperiale, e quindi si inchinano ad essa, sempre. Ai miei occhi, la posizione più consona, per questa gente, è quella in ginocchio. Stando sempre genuflessi, hanno dimenticato come si stia in piedi."

Leggendo poi l'intervista che Minà fa ad Arundhati Roy sono venuta a sapere che dopo quel bel romanzo ha sì pubblicato altro, ma saggi e raccolte di suoi interventi.
Così, visto che dovevo fare un salto in biblioteca, ho preso il suo "Guida all'impero per la gente comune", un libro dove riunisce interventi ed articoli preparati tra il 2002 e il 2003. Devo dire che ho trovato molto interessante e davvero ben scritta la prima parte, forse pechè più centrata sugli Stati Uniti e quindi su cose più vicine e sentite anche per me. La seconda parte invece è più focalizzata sull'India, di qualche anno fa e quindi un filo più complicato seguire certi eventi sebbene le note sono fatte molto bene. Mi piace anche la sua proposta: "Sarebbe ingenuo pensare di affrontare direttamente l'impero. La nostra strategia deve tendere a isolare i meccanismi dell'impero e metterli fuori uso uno per uno. Nessun obiettivo è modesto. Nessuna vittoria insignificante."
Da questa lettura è nata la voglia di leggere un altro libro, La fabbrica del consenso di Noam Chomsky che ho già ordinato in biblioteca.

mercoledì 26 dicembre 2007

La bottega dei giocattoli di A. Carter


Ultimo libro della Creepy Autumns Challenge :) Sono riuscita a finire e così a vincere questa mia prima sfida: yupppii! Ok, sono in ritardo con il post di commento... ma è la settimana di Natale.

Per la trama di La bottega dei giocattoli di Angela Carter, leggete il post di Roberta che ha letto anche lei questo libro per la stessa sfida (dalla sua lista ho preso l'idea per fare la modifica di un titolo alla mia lista originale).

Il mio commento personale: all'inizio pare di essere in una favola (3 bambini, restano improvvisamente orfani e andranno a stare dallo zio sconosciuto con una moglie muta). Ma l'atmosfera cambia immediatamente con l'arrivo nella nuova casa e con l'ottima descrizione che fa Melanie, la protagonista, sul loro cambio di vita. I due fratelli sembrano quasi non esistere per la maggior parte del tempo, mentre lo zio Philip è un ottimo personaggio nel senso che la scrittirce rende al massimo l'idea di un padre/padrone (o maltrattatore di tipo psicologico e non solo) che riesce a far sentire la sua ingombrante presenza anche quando non c'è. Infatti le scene (o pagine) in cui lui è realmente presente sono davvero poche ma si sente in ogni pagina la sua "impronta" negativa.
Per il resto confesso che questo libro non mi ha affatto preso molto, infatti ci ho messo una vita a finirlo (considerando il numero di pagine, per me è davvero strano). Forse avevo un'aspettativa tutta diversa, fatta solo con le mie fantasie sul titolo, è poi sono rimasta un po' delusa. Mi è piaciuta la parte centrale del racconto ma la fine mi ha un po' sorpreso.....

venerdì 21 dicembre 2007

Comunicazione

Fino a nuovo ordine da parte di mia sorella Laura non sarò sul blog... c'entra col mio regalo quindi chiedo gentilmente che chi veda novità non me lo comunichi :D

Grazie a tutti!
LuisaMiao

martedì 18 dicembre 2007

Mappa i miei viaggi

Per la serie, oggi non avevo nulla da fare... e i viaggi mi hanno un po' preso il cervello di mira: ecco qua il risultato di un'oretta al pc:


Visualizzazione ingrandita della mappa

Dopo il viaggio: resoconto 2

Anche se non immenso ritardo, ecco qui il racconto della seconda parte del viaggio alle Azzorre.

Come dicevo, visto che gli sposi erano super mega impagnati, io mi sono aggregata agli amici dello sposo e così ho girato... Primo giorno, giovedì: incontro con gli altri in centro a Ponta Delgada e in mattinata giro in città. Faceva caldo, tanto da rimpiangere di non aver portato la maglietta a maniche corte... ma si va! Il mio portoghese era ancora zoppicantissimo, ma alla fine ci si capiva. Dopo aver fatto il giro del centro, tipico del Portogallo con case bianche e rifiniture in pietra ma anche con i mitici azulejos (=le piastrelle bianche e azzurre), andiamo a pranzo a casa dei genitori dello sposo. La madre, una signora simpaticissima, ci ha preparato una tavolata di prodotti e piatti tipici (confesso, avrei fatto volentieri una foto a quel ben di Dio per poter far vedere quanto e cosa aveva preparato... ma non mi è parso il massimo dell'educazione e così la foto manca). Ad ogni modo, una cosa buonissima: la morcela con l'ananas... allora, io non adoro mischiare dolce e salto e anche qui non ne sono andata pazza, ma c'è da dire che la morcela era ottima (è un insaccato fatto con carne di maiale, sangue di maiale, cipolle e spezie. è nero, a dire il vero a vederlo non è bellissimo) e l'ananas di Sao Miguel anche! Ovviamente non potevano mancare i mille dolci fatti con i tuorli d'uovo: onestamente non ne vado pazza, per il mio palato sono davvero troppo dolci e stucchevoli, ma anche qui per educazione ne ho assaggiato un pezzo di ognuno... e poi diciamolo, sono troppo curiosa per non assaggiare qualche cosa :P Il pomeriggio noi amici degli sposi siamo andati in autobus (e ci ha ucciso a tutti) a Villa Franca do Campo, una città vicino a Ponta Delgada ed ex-capitale delle Azzorre. Davanti a questa città c'è uno scoglio grande chiamato Ilheu (si vede nelle mie foto, anche in quelle del tramonto).
Venerdì abbiamo deciso di noleggiare un furgoncino a 9 posti in modo da poterci spostare in maniera indipendente sia dagli sposi sia dagli autobus, così siamo andati in massa al Noleggio auto (e lì che traducono tutto lo chiamano Rentacar... O_o) e da lì siamo partiti per andare a Sete cidades!!! Questi sono due laghi vulcanici, uno azzurro e uno verde... come si vede nelle foto il luogo è magnifico! E c'è una pace unica, un silenzio.... C'è anche una leggenda:
Em época recuada, existia, no lugar onde hoje fica a freguesia das Sete Cidades, um reino próspero e aí vivia uma princesa muito jovem, bela e bondosa, que crescia cada dia em tamanho, gentileza e formosura. A princesa adorava a vida campestre e frequentemente passeava pelos campos, deliciando-se com o murmurar das ribeiras ou com a beleza verdejante dos montes e vales.
Um dia, a princesa de lindos olhos azuis, durante o seu passeio, foi dar a um prado viçoso onde pastava um rebanho. À sombra da ramagem de uma árvore deparou com o pastor de olhos verdes. Falaram dos animais e de outras coisas simples, mas belas e ficaram logo apaixonados.
Nos dias e semanas seguintes encontraram-se sempre no mesmo local, à sombra da velha árvore e o amor foi crescendo de tal forma que trocaram juras de amor eterno.
Porém, a notícia dos encontros entre a princesa e o pastor chegou ao conhecimento do rei, que desejava ver a filha casada com um dos príncipes dos reinos vizinhos e logo a proibiu de voltar a ver o pastor.
A princesa, sabendo que a palavra do rei não volta atrás, acatou a decisão, mas pediu que lhe permitisse mais um encontro com o pastor do vale. O rei acedeu ao pedido.
Encontraram-se pela última vez sob a sombra da velha árvore e falaram longamente do seu amor e da sua separação. Enquanto falavam, choravam e tanto choraram que as lágrimas dos olhos azuis da princesa foram caindo no chão e formaram uma lagoa azul. As lágrimas caídas dos olhos do pastor eram tantas e tão sentidas que formaram uma mansa lagoa de águas verdes, tão verdes como os seus olhos.
Separaram-se, mas as duas lagoas formadas por lágrimas, ficaram para sempre unidas e são chamadas de Lagoas das Sete Cidades. Uma é a Lagoa Azul, a outra é a Lagoa Verde e em dias de sol as suas cores são mais intensas e reflectem o olhar brilhante da princesa e do pastor enamorados.


Dopo aver fatto con il mitico furgoncino (e aver nel frattempo scoperto che non si chiudeva: ottima notizia direi) il giro sul cratere e aver ammirato l'interno con i due laghi e il verde brillante e il blu intenso dell'oceano, siamo scesi e siamo andati a mangiare nel paese vicino ai laghi. nel pomeriggio giro fino a Ribeira Grande, dove siamo andati sulla spiaggia al tramonto e poi ritorno a Ponta Delgada.

Sabato era il gran giorno del matrimonio... ma quello sarà solamente nel pomeriggio e quindi decidiamo di approfittare della mattinata facendo un giro. Io, Carina, Laura e Raquel prendiamo il furgoncino e andiamo a fare un giretto a Lagoa de Fogo. Un susseguirsi di prati verdi, con tante mucche..., ma abbiamo anche trovato nuvole basse e così sembrava un po' di essere in Pianura Padana. Ma siamo comunque riuscite a vedere dall'alto sia la costa a Nord che quella a Sud: uno spettacolo incantevole! Si ha davvero l'idea di un orizzonte lontano, che l'acqua sia infinita e non esista davvero nulla intorno. Sensazione ancora più forte per me che sono abituata ad avere i palazzi a delimitare il mio orizzonte o, quando va bene, le Alpi a Nord.
Dopo aver recuperato i ragazzi, decidiamo di tornare a Sete Cidades per pranzo in modo da far vedere quel posto da sogno a Laura che era arrivata solamente la sera prima. Ma sulla strada del ritorno PANICO!! In piena salita, il furgoncino ha il motore che va giù.... AAAAAAAAAA! Pensiamo che sia finito il gasolio, che non funziona,... sarebbe comica essere arrivati dal Portogallo continentale e Madeira e altri 3 Stati e poi non arrivare al matrimonio perchè siamo bloccati a 20 km dalla chiesa... Alla fine, sebbene non abbiamo capito che cippa aveva il nostro furgoncino, si riparte e riusciamo a tornare tutti nelle nostre stanze a cambiarci.

Per il matrimonio e ultimi due giorni, ancora un po' di pazienza :)

venerdì 7 dicembre 2007

La casa del sonno di Coe

Ecco il quinto libro della Sfida dei libri non letti: La casa del sonno di Coe. Ho divorato più di metà libro in volo, anche rinunciando a qualche ora di sonno... ma ne valeva la pena!

Trama:
Terry fa il critico cinematografico, distratto e scontento. Dopo anni in cui ha sofferto di ipersonnia, da adulto soffre di insonnia. Ma anzichè disturbarlo, il sintomo gli consente di lavorare di più. Sarah è stata una giovane dalla sensibilità complessa e articolata. Dopo una convivenza lesbica in gioventù, da grande si scopre eterosessuale e fa l'insegnante, con scrupolo idealista. E' affetta da narcolessia. Robert è un ragazzo intelligente e vulnerabile, ama Sarah, ma non ne è ricambiato....
Per la recensione copio (sperando che non si offenda) le belle parole di Matt82: "originale, bello, avvincente e profondo e delicato e romantico, pieno di colpi di scena a livello di trama." In fondo è tutto in queste poche parole...
All'inizio è un po' difficile stare dietro ai salti temporali, ma appena sono entrata nel meccanismo sono rimasta rapita dal modo di costruire e intrecciare le storie, il passato e il presente, la creazione di cause/effetto e come tutti i personaggi interagiscano in modo fluido e non banale.
Anche qui, nuova scoperta di un autore che non avevo mai affrontato ma di cui avevo spesso sentito parlare bene.

Ormai sono quasi alla fine di questa sfida, manca solo un titolo (anche se bello lunghino) e devo dire che gli ultimi libri stanno andando meglio rispetto al primo che è stato davvero negativo :)

Aggiornamento: mi è stato giustamente fatto notare che la trama da me riportata era un po' troppo spoiler... quindi ho tagliato l'ultimo pezzo. Buona lettura a tutti!

La notte del drive-in di Lansdale

Con ritardo (ma tant'è... non c'era altro tempo prima) il mio post sul 3° libro della Creepy Autumn Challenge: La notte del drive-in di Lansdale. Ho letto pratocamente tutto il libro in aereo, in volo da Milano a Porto e poi da Porto a Ponta Delgada... non è proprio da considerarsi una lettua da viaggio però.
Trama:
Jack, Bob e Randy sono tre ragazzi che decidono di andare all'Orbit, il più grande drive-in del Texas che proietta per tutta la notte alcuni classici dell'orrore come "Non aprite quella porta", "La casa" e "La notte dei morti viventi". Tutto fila liscio fino a quando uno strano fenomeno atmosferico isola il drive-in dal resto del mondo... chi tenta di uscire si scioglie come cera al sole. Ed è qui che comincia l'incubo: gli ospiti-prigionieri del drive-in, costretti a nutrirsi di hamburger e Coca Cola, diventano vittime della grottesca situazione in cui si trovano coinvolti. All'esaurirsi del cibo si trasformano in belve impazzite che ubbidiscono solamente agli istinti più primitivi e selvaggi. La situazione degenera con omicidi, stupri, cannibalismo e altre nefandezze fino all'arrivo del truculento Re del Popcorn.
Cosa dire di questo libro? Mmm non è una cosa facile. Nel senso che la scrittura è ottima, scorre veloce, coinvolge e sebbene banale per i cliche da film horror che usa non è fastidiosa. Risulta un romanzo forte, perchè al di là della storia di mostri narrata si intravvede l'America di provincia e i suoi aspetti più squallidi. Aspetti come il consumismo, il razzismo, la violenza e l'essere bigotti. Insomma, una stortia non impossibile e assurda o distante da noi: in fondo chiediamoci, che cosa succederebbe a noi se ci trovassimo intrappolati in un drive-in all'infinito? Trasformazione in mostri a parte forse lo scenario non sarebbe così lontano dalla realtà....
Ottimo libro quindi :) prenderò seriamente in considerazione gli altri libri di questi autore.

giovedì 6 dicembre 2007

Dopo il viaggio: foto

Ecco qui ragazzi.... son tornata! A dire il vero, come alcuni già sanno, son tornata la notte di lunedì. Ma il lavoro in sti giorni mi ha occupato un sacco e solamente ora son riuscita a stare dieci minuti di fila al pc. Così sono riuscita anche a scaricare le foto dalla macchinetta. Qui il link per andare a vederle. Oggi le ho caricate su Picasa in fretta perchè le dovevo anche manaare agli altri ragazzi che erano con me, ma poi prometto di sistemarle, mettere i nomi ed aggiungere quelle che mi arriveranno dagli altri. A me mancano quelle del matrimonio dei miei due amici dato che la mia macchinetta scassata ha un flash orribile ma arriveranno :)
Andiamo però con ordine: parto martedì sera da Milano Malpensa e ovviamente l'aereo fa un'ora di ritardo...una scocciatura, ma poco importa dato che a Porto non avevo fretta. Così arrivo, prendo il comodo MetroPorto e scendo direttamente in centro città (vorrei capire perchè lì l'hanno costruito in così poco tempo, da noi invece ci mettono una vita e ancora non sono partiti...). Serata tranquilla: cena rapida, doccia e poi nanna. Il giorno dopo faccio un giro per la città: c'era un bel sole caldo e passeggio tra le vie del centro che ancora ricordo e conosco... non pensavo! Stessi odori, stessi colori, il suono del portoghese nelle orecchie... che bello!!! Comunque, poi vado verso l'aeroporto e via, volo per Ponta Delgada, Isola di Sao Miguel.


E lì, Claudia (la sposa) mi è venuta a prendere all'aeroporto insieme al fidanzato Mario e a vari amici di lui. E da quel momento in poi non c'è stata un attimo di riposo: abbiamo ritirato il vestito della sposa e poi nel loro nuovo appartamento dove abbiamo finito di farei segnaposti, i biglietti per le bombonieri, i cartoncini per gli inviti (eh sì, abbiamo anche lavorato: ihihi!). E la sera, la cena dell'addio al celibato-nubilato tutti insieme :) Ho passato il resto dei giorni insieme a Alcindo, Ruben, Sergio Bruno, Sofia, Carina, Laura, Raquel e Andrè, gli amici dello sposo che sono venuti anche loro sull'isola atlantica per il matrimonio. Abbiamo noleggiato un furgoncino e per tre giorni siamo andati in giro a vedere i paesaggi fantastici dell'isola: ci voleva una mezza vacanza on the road, cantando e parlando di tutto (anche se a volte il mio portoghese acciaccato mi faceva perdere qualche colpo..)... insomma, un'altra settimana di Erasmus anche se in ritardo.....
Ok,per oggi basta così. Se no vi annoio a morte.

martedì 27 novembre 2007

Un saluto...

Un saluto a tutti... vado al lavoro e poi direttamente all'aeroporto :) Ci sentiamo tra una settimana!!

domenica 25 novembre 2007

25 Novembre

La scelta del 25 di novembre come data internazionale della lotta contro la violenza sulla donna fu un accordo preso dalle partecipanti all'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi che si realizzò a Bogotà nel 1981, accettando il sollecito della delegazione della Repubblica Dominicana che proponeva che in questo modo si rendesse omaggio alle sorelle Mirabal: Minerva, Patria e Maria Teresa. Esse sono un esempio vivo del tipo di donna impegnata nelle lotte del suo paese.
Le tre sorelle caddero per la violenza dal regime di Trujillo che mantenne il paese dominicano nell'arretratezza per 30 anni, nell'ignoranza e nel caos. Nel 1960, il paese dominicano scontento e stanco di una dittatura tanto lunga, tutti i giorni portava a termine lotte nelle strade contro le forze militari repressive che sostenevano il dittatore.
Le sorelle Mirabal nacquero nella sezione Ojo de Agua, provincia di Salcedo, Repubblica Dominicana. Le condizioni di vita che si davano nel paese e la zona dove vissero, conseguenza del dominio statunitense ed il ritardo delle relazioni di produzione, determinarono la loro sensibilità di fronte agli acuti problemi sociali. La partecipazione attiva delle sorelle Mirabal nella lotta contro Trujillo guadagnò loro la fama di rivoluzionarie, motivo più che sufficiente affinchè in una certa occasione Trujillo manifestasse davanti ad un gruppo di persone che i suoi due unici problemi erano le sorelle Mirabal e la Chiesa.
Che cosa accadde il 25 novembre 1960?
Minerva e Maria Teresa andarono a visitare i loro mariti alla prigione, in compagnia della sorella Patria. Furono intercettate in un posto solitario della strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte ad un canneto vicino, furono oggetto delle più crudeli torture, prima di essere vittime di quello che si è considerato il crimine più orripilante della storia dominicana. Coperte di sangue, massacrate a colpi, strangolate, furono messe nuovamente nel veicolo nel quale viaggiavano e gettate in un precipizio, con la finalità di simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal produsse un gran sentimento di dolore in tutto il paese, ma servì per fortificare lo spirito patriottico di un paese desideroso di stabilire un governo democratico che garantisse il rispetto alla dignità umana.
La memoria di queste coraggiose sorelle, martiri che rischiarono le loro vite e le diedero, effettivamente per la causa della donna ci riempie di speranza e ci dà forza per continuare a lottare per una società ugualitaria nella quale donne ed uomini possano vivere in fraternità umana.
(per saperne di più si può leggere un romanzo che tratta di questa vicenda: Il tempo delle farfalle di Julia Alvarez)
Qui qualche dato:
Quasi 130 milioni (rapporto UNICEF 2000) di donne in tutto il mondo vengono sottoposte alla pratica della mutilazione genitale femminile.
Circa 60 milioni di donne sono sparite dalle statistiche demografiche perché vittime delle loro stesse famiglie, uccise deliberatamente o per negligenza, soltanto perché di sesso femminile (rapporto UNICEF 2000)
In base a ricerche condotte nei paesi occidentali industrializzati , dal 20% al 30% delle donne subiscono violenza dal proprio partner o ex-partner.

sabato 24 novembre 2007

Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela

Sempre per la sfida dei libri non letti ecco Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela.
Il libro in poche parole:

"Dall'infanzia nelle campagne del Transkei alle township di Johannesburg, dalla prima militanza nell'Anc, attraverso ventisette anni di carcere, al Premio Nobel per la pace e alla presidenza del suo paese. Il lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela è il lungo cammino verso la libertà politica e la conquista di un valore irriducibile: la dignità dell'essere umano."
Detto così pare quasi poco, ma le quasi 600 pagine del libro sono questo e molto di più.
Ho inserito questo libro nella lista della sfida perchè ero curiosa da tempo di leggerlo, ma ho rimandato per un po' sia per la mole (di solito è un aspetto che non mi *spaventa* ma qui il peso della narrazione non è proprio leggero), sia per la mia voracità di leggere ogni cosa e poi andare per vie traverse. A metà della sfida ho deciso di affrontare questo libro: l'ho preso in bilbioteca ma l'ho lasciato un bel po' sul comodino in attesa... forse del momento giusto. E in effetti all'inizio ho faticato: la storia era davvero lontana (comincia dalla sua infanzia...) nel tempo e nello spazio; inoltre su alcuni aspetti avevo fatica a seguire il filo per la mia ignoranza in materia (e dico io, due note a piè di pagina da parte del curatore italiano no?).
Ma a un certo punto, quando sono arriva a un Nelson maturo politicamente e si entra nel vivo della lotta politica allora ho iniziato a leggere con sempre maggior foga le pagine. Ottima la resa dell'uomo dietro il mito che tutti conosciamo! E l'umiltà: riconosce in vari punti la sofferenza e le difficoltà che ha creato alla moglie e alla sia famiglia, anzi riconosce proprio come sebbene lui sia stato in carcere per 27 anni, chi ha sofferto e subito di più siano stati i suoi cari fuori dal carcere.
Sono rimasta sconcertata, leggendo il libro, delle date: si arriva al 1999... cioè meno di dieci anni fa. E sembrano cose così lontane invece: ma il Sudafrica fa parte delle notizie dei nostri giornali? No, per nulla!! La lettura del libro mi ha dato tanto anche da questo punto di vista: riempire con qualche informazione in più la Storia che c'è nella mia testa.

Qualche frase tratta dal libro:
*Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.
*Non vi è alcuna strada facile per la libertà.
*L'uomo coraggioso non è colui che non prova paura, ma colui che riesce a superarla.

Pagina ufficiale sul sito dell'Anc: link

mercoledì 21 novembre 2007

Solidarietà

Segnalato da Hermione Ginny sul suo blog. Ecco un'iniziativa carina e che richiede poco sfrozo e tempo: FreeRice. Io in 5 minuti ho totalizzato 300 chicchi di riso :D

giovedì 15 novembre 2007

news...

solo ora mi rendo conto che manco dal mio blog da una decina di giorni... oh mamma! nemmeno mi ero accorta che è passato tutto sto tempo.
allora, un attimo di riordino mentale. letture libri ferme a quasi zero: sto leggendo l'autobiografia di Nelson Mandela che è bella ma lunga, non facile e onestamente la sera non ho la testa per mettermici sopra. anche perchè arrivo ben cotta... tra il nuovo lavoro all'asilo e le domiciliari, il monte ore è aumentato considerevolmente. non mi sto lamentando :) se si lavora, va bene! ma il tempo per altro è diminuito.
e poi c'è anche il master: questo weekend c'è stata lezione. che è stata molto impegnativa dal punto di vista mentale perchè ci sono state date un numero enorme di informazioni, teorie e approcci che non conoscevo ma che mi hanno incuriosita e attratta. il che implicherà leggere altri libri, articoli,...
poi, ultime aggiustatine organizzative per il viaggio alle Azzorre: comprato il regalo per gli sposi, prenotato l'ostello a Porto (e ho così "riscoperto" perchè non me lo ricordavo più che ci sto quasi una mattina... non vedo l'ora di fare un giro), contatti e ultimi accordi via email e sms. Inoltre, corso di spagnolo con relativo studio (mi si stanno mischiando nel cervello verbi irregolari italiani, spagnoli e portoghesi,... che caos!!).

insomma, come al solito stra-presa :) e anche un filo stanca....

scuola e integrazione

lavorando con maestre e insegnati a vari livelli, ho modo di osserverle al lavoro così come di parlare con loro. il che è un'ottima palestra per imparare davvero cos'è e come funziona la scuola italiana da dentro (ok, più o meno relativamente dato che io come educatrice lavoro nell'edificio ma non sono realmente nell0istituzione). e così si scoprono tante cose...
in primo luogo, capisco varie lamentele dei genitori sulle maestre poco preparate o interessate al loro lavoro. mentre sono stra-pronte a chiedere agli educatori, ma anche a bidelle e personale della mensa, di fare ore in più, loro schizzano come il miglior centometriasta alle olimpiadi appena scade il loro ultimo minuto di lavoro. sulla preparazione, ho trovato maestre molto preparate sulla parte didattica e curriculare, altro degnamente pronte e alcune nemmeno su quella sigh sigh! I problemi più grandi li si vedono però in altre questioni. In primo luogo con ciò che è l'integrazione, ed è di questo che voglio parlare oggi.

nelle classi e nelle scuole di oggigiorno è facile incontrare bambini con disabilità, sia fisiche che psicologiche. e questo non perchè c'è un aumento spropositato di queti bambini, ma solo perchè la società attuale parla di inclusione e integrazione, non permettendo (tranne in casi davvero particolari e comunque debitamente certificati da un NPI) che vengano *relegati* in classi o scuole speciali. e questo per quale motivo? in primis, per una questione di diritti: tutti i bambini, senza eccezione, hanno diritto all'istruzione pubblica. ma non è solamente questo il punto focale del discorso. un altro aspetto importante da considerare è che questi bambini vivono nel mondo reale e non in quello delle classi speciali. e continueranno a farlo quindi devono in qualche modo imparare a viverci. e questo discorso vale al contrario: anche i bambini normodotati vivono in questo mondo, dove ci sono bambini disabili. quando far capire ai bambini che anche chi ha una disabilità è un bambino esattamente come loro? anche perchp in questo modo si previene il pregiudizio e lo stereotipo, si formano cittadini più consapevoli ed con un comportamento pro-sociale già sviluppato.

ma sebbene i bambini spesso sono aperti all'incontro del bambino disabile (ma anche a quello straniero), non così facile è la questione con le maestre. spesso vedono come integrazione il solo fatto che al bambino è permesso (come gentile concessione dell'istituzione che è così buona...) frequentare la scuola e stare in classe. ma non credo che questo sia l'obiettivo massimo a cui si può aspirare. bisogna lavorare con i bambini, sia quelli disabili che i normodotati. nel primo caso per sviluppare le aree delle risorse nelle varie aree, specialmente pe quanto riguarda l'impatto con gli altri. e così anche per gli altri bambini, che imparano a conoscere il compagno, le sue abilità e differenze.

questo posr è nato per la *frustrazione* di vedere maestre, anche quelle di specializzate nel sostegno, lasciar correre, senza un lavoro vero e pensato... e qui ho potuto riversare parte di questa frustrazione :)

domenica 4 novembre 2007

Contro il fanatismo

Contro il fanatismo è la raccolta di tre conferenze tenute da Amos Oz all’Università di Tubinga dove, con estrema semplicità, parla della propria esperienza di uomo e di autore, ma soprattutto di cittadino di Gerusalemme, con tutto ciò che questo ovviamente comporta. con ironia (ed evidentemente senza pregiudizi), ci conduce a conoscere meglio l’animo profondo ebraico, Oz esprime la sua idea sul rapporto fra israeliani e palestinesi, ricordando di essere tra i promotori ‘della prima ora’ di un movimento pacifista nazionale composto da persone capaci di “vedere i punti di vista del prossimo”. Chi sa guardare l’altro senza veli, chi sa capire le ragioni dell’antagonista approda alla scelta del tanto vituperato compromesso, l’unica via d’uscita che possa in qualche modo superare gli ostacoli.
Sul concetto di fanatismo e sul modo per combatterlo nel profondo si basa in particolare il secondo intervento. “Il fanatismo è più antico dell’islam, del cristianesimo, dell’ebraismo, più antico di ogni stato o governo, d’ogni sistema politico, più antico di tutte le ideologie e di tutte le confessioni del mondo” ed è alla radice del nuovo terrorismo, per nulla legato, secondo Oz, al divario tra poveri e ricchi, tra islam e altre religioni, ma semplicemente manifestazione violenta di una teoria che vuole solo sradicare dal mondo tutto ciò che considera male. Oz definisce il fanatico "un punto esclamativo ambulante": secondo me, una definizione poetica che rende a pieno la personalità del fanatico. I modi che propone Oz per combattare il fanatismo sono... direi quotidiani e semplici (non facili però), nel senso che non sono questioni astruse. Il primo è l'immaginazione, il sapersi immaginare nei panni degli altri e nelle situazioni di vita degli altri oppure immaginare la situazione portata alle estreme conseguenze. E quindi, Oz riporta alla letteratura (tutta la letteratura) in quanto permette ai suoi lettori di immaginare. Come terzo punto Oz riprende il senso dell'umorismo... ed è magnifico come lui stia per cadere nel *fanatismo delle pillole di umorismo per curare il fanatismo*!!
Nella terza e ultima lezione, quella che in fondo mi è piaciuta meno, parla del conflitto israeliano-palestinese e della soluzione possibile secondo Oz. La parte triste è constatare, alla fine della lettura, come questa conferenza sia stata fatta nel Gennaio 2001 e la situazione non sia poi cambiata molto da allora (anzi, in alcuni momenti è peggiorata). La sua proposta si basa sul compromesso, visto da Oz non come una sconfitta ma come il modo per sopravvivere sebbene sia doloroso, faticoso ma indispendabile.

Da leggere per ritrovare la speranza....

mercoledì 31 ottobre 2007

Aggiornamento

Un piccolo post di aggiornamenti: in questo periodo scrivo poco sul mio blog e quando lo faccio parlo spesso di libri. Periodo strano, arriva l'autunno che sebbene ha dei colori che adoro, porta anche pioggia e uggiosità che non mi piacciono per nulla. E anzi, mi mettono sempre d'umore depressino. Però, periodo pieno di cose nuove: il lavoro alla scuola materna (sorry, sorry ora si chiama scuola dell'infanzia) come assistente alla comunicazione; il corso di spagnolo che mi sta piacendo un sacco; il CADOM e il progetto della casa (ce la faremo a partire? dita incrociate...); i contatti con una nuova associazione che si occupa di Autismo e la partecipazione al loro gruppo di danzaterapia; il progetto insieme a 3 colleghi di un percorso per coppie in cui credo molto e che spero davvero parta prima di Natale!! Insomma, periodo pieno... non mi lamento di questo, per nulla! Solo, scrivo un po' meno qui :P

Il silenzio dell'innocenza

Nel sito di Anobbi faccio parte del gruppo "Letteratura per i diritti umani" dove si è deciso di fare una lettura corale di questo libro: "Il silenzio dell'innocenza" di Somaly Mam. Il libro è la testimonianza di Somaly appunto, una sopravvissuta che ora si batte contro lo sfruttamento sessuale di donne e bambine.

Cosa dire del libro? Somaly prova a raccontare la sua storia, non omettendo i momenti più crudi e difficili. Parte dalla sua infanzia e di come questa in realtà non sia mai esistita perchè lei è sempre stata schiava in qualche modo. Sebbene oggi giorno nessuno (o quasi) si sognerebbe di definire qualcuno uno schiavo, e men che meno il proprio schiavo, la vita che conduceva Somaly da piccola era esattamente quella: lavorava qualcosa come 16 ore al giorno, teneva in ordine la casa del *nonno*, cioè una persona anziana che l'aveva presa appunto con questo scopo, lavorava nei campi per poter portare a casa soldi in modo da darli al nonno. Poi è venduta ad un uomo: formalmente un matrimonio, ma in realtà un contratto vero e proprio per prendersi una schiava in casa. Da lì, venduta in un bordello di ragazzine dove si susseguono stupri (che comunque c'erano già stati in precedneza) e torture. Lei riesce a scappare grazie all'aiuto di un uomo, che diventerà suo marito, e alla sua incredibile forza di volontà. Non solo ce la fa, ma lotta ancora adesso per aiutare queste donne e bambine. Cosa non facile dato che la polizia è complice dei macrò, i propetari dei bordelli, e che lo Stato latita. L'aiuto arriva dall'estero, ma a rilento e da poche ONG, per non parlare della latitanza di UNICEF e ONU...
Il libro è forte perchè in alcuni passi racconta nei dettagli cosa accade quotidianamente in Cambogia, Vietnam e Thailandia alle bambine e ragazzine che sono sfruttate nella prostituzione. In altri punti è confuso e credo proprio che sia a causa della confusione di Somaly stessa, aspetto che lei racconta della sua vita. Infatti riporta come ancora oggi convive quotidianamente con le minacce di morte per lei e la sua famiglia ma anche con incubi e pensieri devastanti legati alle torture e stupri.

Un libro per non chiudere gli occhi....
Qui il link all'associazione di Somaly.

giovedì 25 ottobre 2007

Primo a morire

Per la Creepy Autumn Challenge ecco il mio secondo libro: Primo a morire di James Patterson.
Su segnalazione di una collega amante anche lei di gialli e thriller, ho conosciuto questo autore. Durante l'estate ho letto Terzo grado e mi era piaciuto molto. Così quando ho deciso di partecipare a questa sfida e stavo scegliendo i libri, ho pensato di metterne uno di questo autore. Anzi, ho pensato di leggere quello che apre la serie del Women's Murder Club. Le donne di questo club, non che protagoniste del libro, sono: Lindsay Boxer, la detective coraggiosa; Cindy Thomas, una intraprendente giornalista; Jill Bernhardt, il procuratore legale e Claire Washburn, la patologa del Dipartimento.
La storia è quella del killer della luna di miele che uccide coppiette appena sposate. Ma chi sarà l'assassino? Non è facile dirlo e l'autore riesce a direzionare l'attenzione del lettore e le sue teorie, è difficile non cadere nelle varie *trappole* che ci sono qui e lì.... e mi fermo per non svelare di più ;) Inoltre, come poteva mancare una storia d'amore? Quindi super-consigliato a chi ama il genere.

Un piccolo aggiornamento: dato che mi è impossibile recuperare in tempo per la sfida, il libro Incubi di Koontz ho deciso di cambiare un titolo. Preso dalla mia personale lista di riserve, ho scelto La bottega dei giocattoli di Angela Carter.

domenica 21 ottobre 2007

Espanol

Hola chicos, no tengo escrito que hago un curso de espanol (ok, chissa quanti errori ho già messo in questa frase :P).
Alla fine quest'anno mi sono decisa e mi sono iscritta, insieme alla mia mitica cugina, a un corso. Non è uno di quelli mega ufficiali (e carissimi), ma l'insegnate è madrelingua ed è super-simpatica... così l'ora e mezza di lezione passa in fretta e si apprende davvero.
Il mio scopo è di di riuscire ad imparare la base di grammatica e di vocabolario in modo da poter *produrre* un minimo in una conversazione. Questo sull'immediato... ma la mia aspettativa più alta è di poter, un giorno, leggere gli autori che adoro del sud america in lingua originale *_*
Da wikipedia:
El castellano es la segunda lengua más hablada del mundo por el número de hablantes que la tienen como lengua materna (tras el chino mandarin). Lo hablan como primera y segunda lengua entre 450 y 500 millones de personas. Es el tercer idioma más hablado contando a los que lo hablan como primera o segunda lengua, por detrás del chino mandarín y del inglés. Por otro lado, el castellano es el segundo idioma más estudiado en el mundo tras el inglés, con al menos 14 millones de estudiantes , pero hay cifras que superan los 46 millones de estudiantes distribuidos en 90 países.

sabato 20 ottobre 2007

Le vene aperte dell'America Latina

Da un po' di tempo giro (e scrivo, ma davvero pochissimo perchè sebbene trattino di molti argomenti che mi interessano parecchio devo riconoscere di saperne ancora poco) sul forum di Tiziano Terzani. Nella stanza dei libri (e dove altro potevo andare io?) ho trovato un paio di titoli che mi hanno incuriosito. E come al solito, sono andata a cercare in biblioteca e mi sono portata a casa da leggere "Le vene aperte dell'America Latina" di Eduardo Galeano.
Di cosa si parla? In questo libro ha descritto con passione e idealismo, ma anche tanto rigore di documenti, il processo di spoliazione e sfruttamento dell’America Latina: da parte dei conquistadores, prima, e poi da parte delle industrie europee e nordamericane. “Così lontani da Dio e così vicini agli Stati Uniti”, dice un detto messicano; e, in effetti, il paese a stelle e strisce ha sempre considerato la parte sud del suo emisfero come il “cortile di casa”, stroncando sul nascere qualsiasi forma di indipendenza o autodeterminazione minacciasse di attecchire, di fatto oltre che nome, negli Stati latino-americani.
Prima degli Usa, furono le potenze coloniali, l’Inghilterra in testa, a tenere la regione nel suo sottosviluppo. Quando non furono le truppe straniere a intervenire direttamente, ci pensarono gli stessi Stati sudamericani a schierarsi l’uno contro l’altro, come dimostra la guerra ottocentesca che la cosidetta Triplice Alleanza - Brasile, Argentina ed Uruguay - mosse al Paraguay, unico Stato della regione, all’epoca, a vantare uno sviluppo industriale e un’alfabetizzazione capillare, successi ottenuti grazie anche ad una politica protezionistica che andava contro gli interessi dei mercanti inglesi. I quali finanziarono la guerra e, quando il Paraguay fu ridotto a un mucchietto di macerie, vennero a riscuotere il conto dai vincitori.
Cambiano i nomi, cambiano le facce, sembra dire Galeano, ma alla fine nulla cambia; gli emissari del Fondo Monetario Internazionale impongono le loro politiche liberistiche che aggravano la già drammatica situazione di questi Paesi; la schiavitù per debiti ancora esiste spesso e volentieri, anche se è ufficialmente fuorilegge; le industrie locali devono dipendere mani e piedi dalle innovazioni tecnologiche provenienti dall’estero. Di tutta la ricchezza prodotta dai minerali e dalle materie prime di cui è piena la regione, alla stragrande maggioranza della popolazione, resta in mano poco più di niente.
In poche parole, come dice lo stesso autore nella parte introduttiva del libro, "paesi specializzati a guadagnare e paesi specializzati nel rimetterci".
Questa è una lettura che mi sta appassionando davvero tanto. In primo luogo perchè ho da molto tempo un interesse particolare per i Paesi di quest'area e cerco di approfondire la mia conoscenza su di loro. Inoltre, ci si rende conto di quanto poco si sa (ma io per prima so di essere *ignorante* in materia) sulla storia di questa parte del Mondo e di come facciamo praticamente finta, per la maggior parte del tempo, che non esista.
Cercando informazioni su di lui ho trovato quanto segue: interessantissimo... ce ne fossero di penne così in Italia!!
Articoli:
- Il pianeta dei paradossi
- Iraq. Ma in nome di chi?
- Crimini da studio
- Il sesso degli angeli uguali
- Cattive abitudini
- Una guerra proverbiale
Questa è la pagina (in spagnolo) di Eduardo Galeano dove è possibile leggere articoli e interviste dal 2001 al 2004 e qui (sempre in spagnolo) la pagina ufficiale.

domenica 14 ottobre 2007

Nei boschi eterni di Fred Vargas

Ho finito venerdì sera di leggere il primo libro per la Creepy Autumn Challenge.
Senza svelare troppo, visto che c'è un indagine ed è un bel giallo, non si può dire tutto (sarebbe davvero crudele!), ecco la trama:
La casa appena acquistata dal commissario Adamsberg è infestata dal fantasma di una monaca che alla fine del '700 sgozzava le sue vittime... Un'indagine che solleva il coperchio sull'odioso crimine di un'infermiera che ha ucciso 33 pazienti. Ma questo è solo l'inizio. Dopo essersi trasferito in una casa che dicono infestata dai fantasmi, Adamsberg indaga sull'uccisione di due addetti al mercato delle pulci. Secondo il medico legale l'omicida è una donna. Nel frattempo Claire Langevin, un'infermiera detta "l'angelo della morte" perché ha ammazzato trentatré anziani, uccide un guardiano e fugge dalla prigione. Si scopre che i due uomini, prima di morire, hanno profanato la tomba di una zitella morta in un incidente stradale. In Normandia, intanto, qualcuno si diverte a squartare dei cervi e ad estirparne il cuore. Un intreccio diabolico che mette il commissario di fronte a una verità che avrebbe preferito non conoscere mai....
Per me è il primo incontro con questa scrittrice (ho scoperto dopo essere una donna, ero convinta che fosse un uomo... ops!) e confesso che ho davvero apprezzato il libro, sia per la trama che per la scrittura. Mi è stato fatto notare che questo non è il *primo libro della storia*, questo forse non mi ha fatto capire qualche riferimento al passato del commissario Adamsberg. Comunque questi riferimenti sono pochi e non impediscono la lettura e la comprensione della storia (anche se hanno fatto venire la curiosità di leggere gli altri libri per vedere che cosa è accaduto in quella parte della storia).
Il personaggio del commissario Adamsberg mi ha colpito in modo molto positivo: dopo i vari Grissom e Kay Scarpetta, ci voleva uno *spalatore di nuvole* che cerca la soluzione in maniera non lineare e a-scientifico, ridando spazio all'intuizione.
Per quanto riguarda la scrittura, all'inizio c'era qualcosa che mi bloccava e che mi ha fatto provedere lentamente. Avevo pensato fosse per come era scritto, poi ho capito che era un modo per entrare con calma nella storia. Infatti a un certo punto del libro, il mio ritmo di lettura è cambiato e ho letteralmente fagocitato le pagine fino alla fine.
Per concludere, ottima lettura :) E ora procediamo con le altre letture!

lunedì 8 ottobre 2007

Stand Up dei blog

ecco, dopo la magnifica canzone dei Mattafix, un post per aderire anch'io a questa iniziativa per blogger: Stand Up dei Blog! che rientra nella campagna dell'ONU "No excuse 2015".
cliccate sul banner per saperne di più.



Gli obiettivi sono:

1) elimnare la povertà estrema e la fame
2) raggiungere l'istruzione primaria universale
3) promuovere l'uguaglianza di genere e l'enpowerment delle donne
4) diminuire la mortalità infantile
5) migliorare la salute materna
6) combatter l'HIV/AIDS, malaria e altre malattie
7) assicurare la sostenibilità ambientale
8) sviluppare una partnership globale per lo sviluppo sostenibile.
Qui maggiori informazioni.

Living Darfur

Una bellissima canzone...

Living Darfur - Mattafix

See the nation through the people’s eyes,
See tears that flow like rivers from the skies.
Where it seems there are only borderlines
Where others turn and sigh,
You shall rise x2

There’s disaster in your past
Boundaries in your path
What do you desire when lifts you higher?
You don’t have to be extraordinary, just forgiving.
Those who never heard your cries,
You shall rise x2
And look toward the skies.
Where others fail, you prevail in time.
You shall rise.

(You may never know,
If you lay low, lay low) x4
You shall rise x3

Sooner or later we must try… Living
(You may never know,
If you lay low, lay low) x4

See the nation through the people’s eyes,
See tears that flow like rivers from the skies.
Where it seems there are only borderlines
Where others turn and sigh,
You shall rise x4

(You may never know,
If you lay low, lay low) 4x

Sooner or later we must try… Living

Dopo il weekend

La vecchiaia comincia a farsi sentire. Ed è arrivata sotto forma di dolore muscolare alla spalla destra lascinadomi quasi bloccata dal tardo pomeriggio di ieri. Ma parliamo di altre cose, che è meglio.

Ieri sono andata a Palazzo Reale a vedere la mostra di David Lachapelle, il famoso fotografo. Vita: http://it.wikipedia.org/wiki/David_LaChapelle Foto con colori magnifici, molto critiche sulla società di oggi, sul consumismo e l'accumulo, sulla cura esagerata del corpo e sull'oggettificazione del copro femminile. Ottimi i due video che mostrano come si costruisce una foto di questo tipo, seguendo passo passo Lachapelle che lavora e tutti quelli che stanno intorno. Ovvio, gli stupidi ci sono ovunque e così ti trovi a guardare foto belle, ma molto forte emotivamente con una davanti che ride e fa l'oca...

Dopo il giro alla mostra, siamo andare a fare un giro alla Feltrinelli (e comincio seriamente a credere che dia dipendenza e mi chiedo se ci sia un modo per disintossicarsi...). Strano ma vero, sono uscita solamente con un libro, "Etnico. Ogni giorno il mondo in cucina" (vedi qui) In questo periodo mi è tornata la voglia di sperimentarmi in cucina, specialmente con ricette estere. E questo libro mi ha incuriosito: costava poco, è comprensivo di tutto il mondo e ha molte ricettine veloci. Già venerdì sera mi sono cimentata con la ricetta delle polpettine svedesi. Ho preso la ricetta qui, su un forum di cucina pieno di ricette interessanti e da provare. La polpettine svedesi sono buone, anche se fritte nel burro non sono leggerissime. Fatte in onore della mia ultima vacanza :P mancava però la marmellata di mirtilli rossi. Al primo giro all'Ikea che faccio, me la comprò però.

sabato 6 ottobre 2007

Animal factory


Nel primo weekend di lezione al master, il docente ci parla di questo autore, Edwaed Bunker e ce lo segnala per i suoi romanza che raccontano il carcere. Come al solito curiosa (e ancora di più quando si parla di libri e di autori mai sentiti) mi informo. Devo dire che sull'autore non si trovano moltissime informazioni anche se la voce di Wikipedia risulta abbastanza esauriente link
E così, mi reco in biblioteca dove prendo in prestito proprio Aniaml factory: devo onestamente dire che Educazione di una canaglia mi incuriosiva parecchio, ma non sono riuscita a trovarlo mentre Little blue boy era davvero troppo lungo (per ora, avendo due sfide in ballo e da leggere per il master...).

Trama dal libro: Ron Becker è solo uno spacciatore quando viene arrestato. Viene mandato a San Quentin per due anni, senza possibilità di sconti, e lì conosce Earl Copen che gli permette di conoscere le regole del gioco della galera e di diventare un vero criminale.

Una parte importante del romanzo è la descrizione della vita nel carcere e le regole che la governano. Regole che valgono solamente al suo interno e che nessuno può cambiare. Si può solo conoscerle e usarle a proprio vantaggio. C'è la violenza razziale, i sopprusi dei secondini, il nonnismo dei tenuti anziani,...
Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia: la nascita, proprio dentro questa situazione, di una forte amicizia tra due uomini così diversi ma con lo stesso bisogno di avere qualcuno di cui fidarsi e con cui confidarsi. In fondo, guardarsi le spalle da tutto e tutti, continuamente, è un'attività logorante.
L'amicizia tra Earl e Ron è totale, intensa e permette di vedere come anche in un'istituzione così brutalizzante sia ancora possibile coltivare sentimenti veri e sinceri. Ma mette bene in luce come la prigione sia una scuola di criminalità, dove anche il piccolo spacciatore come Ron impara a pensare e ad agire come un criminale incallito. Ottime come scrittura le pagine che raccontano questa "scuola", crude, dirette e che colpiscono.
Io l'ho apprezzato molto ma ho letto da varie parti che non è il migliore dei suoi libri. Quindi, che dire? Mi toccherà leggere anche gli altri ;)

Crumble di pere

Settimana stra-piena e solamente ora, nel weekend riesco a dedicarmi al blog :)
Lunedì, come avevo promesso alla mia famiglia, ho preparato questo dolce... che sa di autunno.

Mi sarebbe piaciuto mettere la foto, visto che aveva davvero una magnifica faccia ma è venuta male e quindi nulla....

Ingredienti:
5 pere kaiser o abate
70 gr di uvetta sultanina
1 limone
grappa
60 gr di burro + 20 gr per la teglia
120 gr di zucchero di canna
120 gr di farina bianca
70 gr di cioccolato fondente
mezzo bicchiere di latte

Esecuzione:
Spremere il succo di limone e tenerlo da parte. Mettere a mollo in acqua tiepida e un po' di grappa l'uvetta.
Bucciare le pere e tagliarle a cubetti più o meno regolari, mettendoli nel succo di limone in modo che non anneriscano. Per la pasta: tagliare il burro freddo di frigo a dadini. Setacciare la farina in una ciotola, unire lo zucchero di canna e poi unire il burro e amalgamarlo con le dita rapidamente per non scaldare il burro. Deve venire un composto granuloso. Accendere intanto il forno a 200° e imburrare una teglia che si possa poi portare in tavola. Asciugare le pere e l'uvetta con della carta assorbente, poi mescolarle. Rovesciare le pere e l'uvetta nella teglia formando uno strato spesso. Comprire con il composto granuloso e infornare per circa 20 minuti. Poi avvicinare al grill per altri 3-5 minuti in modo che prenda un bel colore dorato.
Sminuzzare il cioccolato, metterlo in un padellino dal fondo spesso con il latte e far sciogliere a bagno-maria girando spesso con un cucchiaio di legno. Decorare la superficie del dolce col cioccolato fatto scendere a filo.

domenica 30 settembre 2007

Me Simpson

ecco qui... la mia immagine simpsonizzata :) con cane incluso.... ihihi!!!
grazie alla mia sorellina!

sabato 29 settembre 2007

Harry Potter e la pietra filosofale

Ecco il commento per il secondo libro che rientra nella Sfida dei Libri Non Letti.
Harry Potter e la pietra filosofale di JK Rowling.
Dal sito della Salani, una breve trama:
Harry Potter è un predestinato: ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello di farsi ricrescere in una notte i capelli inesorabilmente tagliati dai perfidi zii. Ma solo in occasione del suo undicesimo compleanno gli si rivelano la sua natura e il suo destino, e il mondo misterioso cui di diritto appartiene. Nello scatenato universo fantastico della Rowling, popolato da gufi portalettere, scope volanti, caramelle al gusto di cavolini di Bruxelles, ritratti che scappano, la magia si presenta come la vera vita, e strega anche il lettore allontanandolo dal nostro mondo che gli appare ora monotono e privo di sorprese.

Devo confessare che ho inserito nella lista di questa sfida il primo Harry Potter perchè non ne avevo mai letto uno, in quanto avevo provato un'antipatia * a pelle* per questa serie (è una cosa che mi capita spesso quando c'è una grossa campagnia intorno a un libro o a un film... anche perchè poi, nei casi rari in cui mi convinco e lo leggo/vedo, è alta la delusione). Adesso, avendolo letto e tutto d'un fiato (mano di 12 ore... ok, ero anche a casa senza lavorare e diluviava, il che ha aiutato), posso dire la mia non basandomi sui *pregiudizi*.
Allora, mi è piaciuto ed è innegabile. Harry fa subito simpatia, soprattutto perchè all'inizio è in quella famiglia davvero pesante degli zii Dursley (chi non darebbe volentieri un pugno a quei due?). Ma la parte che mi è piaciuta di più è quando il protagonista arriva alla scuola di Hogwarts: qui si vede la fantasia della Rowling e la sua abilità a inventare un mondo alternativo al nostro. Ho letto molte critiche al fatto che in realtà la scritrice non abbia inventato poi nulla di così originale, ma per me che non amo proprio questo genere, e che quindi leggo pochi libri, dico che mi è piaciuto. Mi è stata cordialmente antipatica,fin quando non si conquista l'amicizia di Harry, Hermione che come secchiona saccente è proprio realistica (mi ricordava una ragazza che conoscevo...). Per quanto riguarda gli altri personaggi, devo aggiungere la critica che non sono molto approfonditi, specialmente i professori. Il linguaggio è scorrevole e non impegnativo, forse perchè pensato per un target giovane. Aggiungo però che la presenza dei disegni mi ha un po' disturbato: forse a causa della mia età anagrafica o forse perchè non mi piacevano così tanto...
L'ultima cosa: sebbene abbia letto il libro in così poco tempo e mia sia piaciuto, non nutro per ora (mai dire mai!!) la voglia di andare a pescare gli altri 6 volumi e vedere cosa accade. Anche perchè, volendo, la storia puà chiudersi qui senza problemi.

venerdì 28 settembre 2007

Campagna Free Burma

Il mio blog ha cambiato colore... ho aderito alla campagna internazionale Free Burma, qui trovate le informazioni più precise. Il rosso è quello dei monaci tibetani che in Myanmar stanno manifestando proprio in questi giorni.
Oggi a Roma e domani a Milano ci saranno due sit-in organizzzati da Amnesty International: diffondiamo la notizia, leggiamo e per una volta cerchiamo di non rimanere ciechi, sordi e ottusi a tutto ciò.

lunedì 24 settembre 2007

La Montagna dell'Anima

Ecco qui il mio commento al primo libro che rientra nella Sfida dei Libri Non Letti.
La Montagna dell'Anima è il racconto di un lungo viaggio tra le montagne, le foreste, le riserve naturali, i villaggi della Cina del sud e del sud-oves. La storia è narrata a capitoli alterni: alcuni in prima persona, uno scrittore perseguitato dal regime e che scappa dopo un'errata diagnosi di tumore e gli altri in seconda persona, un tu che cerca la Montagna dell'Anima. Il viaggio è perciò una fonte di nuove esperienze ma anche di un bilancio esistenziale.
E detto così pare tutto bello.... in realtà è un mattone: ci sono pezzi molto belli nelle descrizioni, ma pagine e pagine di descrizione alla fine annoiano (o almeno, a me fa questo effetto... ma so anche che è una *mia caratteristica di lettirce*: non amo le descrizioni infinite, minuzione, specie se il mood sottostante è triste/depressivo). Vero è che risulta ben descritta la Cina, le sue campagne, i paesini tanto da sentirsi immersi in quella zona. Però, una nota a piè di pagina andava pur messa: ci sono tantissimi riferimenti a vari aspetti della tradizione e cultura cinese, per non parlare di nomi storici, senza un riferimento chiarificatore per noi lettori italiani.
Inoltre, sebbene all'inizio sia accattivante la doppia prospettiva con la narrazione secondo due persone, a circa metà del libro si fa davvero ingarbugliata. Tanto che a volte credevo di essermi persa... mmm

Insomma, mi son tolta il libro più pesante della sfida. Almeno credo :P

domenica 16 settembre 2007

Sangria :)

Oggi, posto la ricetta della SANGRIA: adoro questa bevanda, che sa così tanto di sole, mare ma anche di Erasmus (ne preparavamo litri e litri... ma non avanzava mai).
Ingredients:
3 liters of red wine ... or substitute the red wine with white wine for sangría blanca (white sangría)
1 liter of lemonade
2 peaches
1 apple
2 oranges
1 lemon
1 chunk of cinnamon
Sugar
Instructions
Wash all of the fruit and cut it into chunks. Now add the wine. After letting it all soak together so that the wine absorbs the fruity flavors, add the lemonade, sugar, and cinnamon (at this point you can also add other liqueors if you so desire). Mix everything together, cool it, and then serve it even colder with ice cubes and fruit chunks.

Ho anche trovato traccia del famoso CALIMOCHO, un'altra bevanda spagnola che mi ha accompagnato durante l'Erasmus (e non solo, anche se qui non trova un pubblico molto favorevole). Ecco la ricetta:
From the Basque word kalimotxo, this third wine-mixed drink originated during the 1970's in the Basque Country and has since spread throughout the rest of the country. A favorite of young Spaniards, it's cheap yet tasty. Much simpler than the sangría recipe, simply combine one part red wine (some swear that the best wine for calimochos is actually the cheap kind from a box!) and one part cola and you'll have yourself a drink.
C'è anche su Wikipedia (in spagnolo): ihihi!

sabato 15 settembre 2007

Unicef: una buona notizia!

E ogni tanto, una buona notizia viene pubblicata sui quotidiani. Ecco qui alcuni stralci della notizia apparsa giovedì su Corriere.it:

WASHINGTON - Cala la mortalità infantile: per la prima volta dal 1990, sono meno di 10 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni uccisi da fame, guerre e malattie nel mondo. Diciassette anni fa la cifra era di 13 milioni e oggi tocca invece il picco più basso di sempre. A dare la buona notizia è l'Unicef, che però non canta vittoria. L'agenzia dell'Onu per i bambini sottolinea come "la morte di 9,7 milioni di bimbi nel 2006 rimanga un fatto totalmente e assolutamente inaccettabile". Si tratta, comunque, di un "momento storico" e di un importante passo in avanti verso il raggiungimento di uno degli Obiettivi del Millennio che punta a ridurre la mortalità infantile di due terzi entro il 2015, come ha sottolineato il direttore esecutivo, Ann Veneman, alla presentazione del rapporto.
Si punta a ridurre le morti di due terzi entro il 2015. Nel mondo muoiono meno bambini grazie al successo sanitario, che deve diventare la leva per centrare quegli obiettivi del Millennio ancora lontani. Ridurre, infatti, di due terzi la mortalità infantile in un arco di tempo considerato dal 1990 e il 2015 sarebbe un traguardo che salverebbe la vita di altri 5,4 milioni di bambini, da oggi al 2015.
Molti dei progressi ottenuti nella diminuzione dei decessi sono dovuti ad interventi sanitari di base, adottati su larga scala, come l'allattamento al seno esclusivo e immediato, la vaccinazione contro il morbillo, la somministrazione di vitamina A e l'uso di zanzariere per prevenire la malaria. Rispetto al passato, poi, è aumentato decisamente anche il sostegno alla sanità mondiale.
Una nota di merito va all'America latina e ai Caraibi, vicini al raggiungimento dell'Obiettivo del millennio: il tasso di mortalità in queste aree è di 27 decessi infantili ogni 1.000 nati vivi, contro i 55 del 1990. Ma sono diversi i paesi virtuosi che hanno compiuto progressi, illustra il rapporto: Marocco, Vietnam e Repubblica Dominicana, in particolare, hanno ridotto le morti di bambini al di sotto di 5 anni di oltre un terzo. Madagascar del 41 per cento, Sao Tomè e Principe del 48 per cento.

Ogni cosa è illuminata

Ho appena finito di leggere "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer.
Trama:
Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente di nome Jonathan Safran Foer (come l'autore), visita l'Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato (o non aver salvato) suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex, che così si presenta nel suo personalissimo linguaggio: "Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, perché è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alexi-basta-di-ammorbarmi perché sempre la ammorbo". Alex lavora per 'Viaggi Tradizione', l'agenzia di viaggi di famiglia, insieme al nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica, fa l'autista e a una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr Jr in onore del cantante preferito dal nonno. La storia del loro viaggio, raccontata retrospettivamente da Alex, si alterna ai capitoli di una vera e propria saga ebraica, attraverso la quale Jonathan ripercorre, sul filo della memoria famigliare, le vicende di un villaggio dal Settecento fino alla distruzione avvenuta a opera dei nazisti.

Come si può intuire dalla trama, questo è un libro intricato. Non solamente nel racconto, ma anche nel modo in cui sono usate le parole e la lingua. Ci sono due registri linguistici differenti, in corrispondenza delle due narrazioni presenti nel libro e, a volte, è complicato tenere tutto insieme. Comunque, il linguaggio usato da Alex, il ragazzo ucraino, è molto divertente in qunato scrive un inglese appreso, dove si notano gli errori con le parole e i loro significati (e diamo merito anche al traduttore che in italiano ha reso molto bene questo gioco).
Al di là della trama, è arduo dire di cosa parla davvero il libro: della vita, della morte, della responsabilità e del perdono, del passato o del presente, etc forse di tutto questo insieme. Ciò che colpisce alla fine è che, sebbene ogni cosa è illuminata, noi non ne sappiamo realtmente più di prima....
Una scena da ricordare: "La pioggia rinforzò e si bevve ancora - i partecipanti al corteo bevvero fino a diventare ciechi di vodka e birra fatte in casa. Si davano a un amore selvaggio, incontenibile, negli ancoli bui dove le case si toccavano, e sotto le chiome pendule dei salici piangenti. Le coppiette si tagliuzzavano la schiena sulle conchiglie, i ramoscelli e i ciottoli delle secche del Brod. Si cercavano furiosamente nell'ombra:(...) Dallo spazio gli astronauti vedono quelli che fanno l'amore come puntolini di luce. Non proprio luce, ma un luccichio che potrebbe essere confuso con la luce... una radianza coitale che impiega generazioni per rivelarsi come miele nell'oscurità fino agli occhi dell'astronauta. (...) Il luccichio è prodotto dalla somma di migliaia di amori: sposi novelli e adolescenti che brillano come accendini al butano, coppie di uomini che bruciano rapidi e brillanti, coppie di donne che fanno luce per ore con balenii leggeri e molteplici, orge luminose come quegli acciarini giocattolo venduti alle fiere,..." (pag. 174)

Safran Foer dice sulla scrittura: "Uno dei maggiori vantaggi della scrittura è che ti da la possibilità di vedere chi sei. Ho scritto di molte cose in cui non sapevo di essere interessato prima di scrivere il libro, come l'essere ebreo, come la storia di famiglia; quindi vedi l'evidenza ed è come se io non fossi quello che pensavo di essere. Penso che spesso ci sbagliamo circa quel che siamo. Una delle cose belle della scrittura è che sei spinto a dare uno sguardo al tuo io indifeso".
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Aggiornamento: in effetti non si comprende molto da quel che ho scritto se il libro mi sia piaciuto o meno. Devo dire, onestamente, che è difficile mettere la questione in questi termini. In realtà, dato il realismo magico che impregna il libro, a volte è difficile seguire il filo del discorso e quindi godere a pieno della storia. Posso dire che però ho molto apprezzato alcuni aspetti, come il linguaggio usato (un esempio di quanto possa essere profondo e bello lo si può vedere anche ne l brano che ho riportato) e la narrazione con più punti di vista.

giovedì 13 settembre 2007

Bolle di sapone

Ho deciso: anche se non è il mio lavoro, anche se a volte mi devasta o mi fa tornare a casa sporca da far paura, anche se cerco di cambiare lavoro, ci sono dei giorni come ieri che penso che sia un lavoro magnifico!! Ieri ho giocato per un'ora a fare le BOLLE DI SAPONE.... ed ero pure pagata per farlo :P

Come ci si sente bene, bambini un'altra volta, a soffiare e vedere bolle colorate uscire dalle proprie dita, da cannucce, bicchieri e altro.

martedì 11 settembre 2007

Swedish dream

Oggi sono a casa: niente lavoro... l'ho saputo anche tardino, e all'inizio mi ha dato un po' fastidio. Ma perchè mai? Un pomeriggio tutto per me :D
E così, eccomi qui a girare in rete, scrivere mail e chiamare amici che non sento da un po'. E ritorna ancora il tema delle vacanze. Facendo tornare, contemporaneamente, anche la saudade per quelle appena passate. Mi son messa perciò a guardare in giro un po' di foto della Svezia: e ho trovato un bel sito.Questa foto mi piace tantissimo :)
Mentre io e Mara tornavamo da Drottninhgholm Slot (il Palazzo Reale attualmente usato dai Reale di Svezia) la guida spagnola ci ha raccontato come questo *paesaggio da favola* è il sogno segreto di ogni svedese. E come non si può essere d'accordo?

sabato 8 settembre 2007

The Creepy Autumn Challenge

Ecco un'altra sfida di Roberta... qui il regolamento.
Devo dire che non sapevo se partecipare o meno visto che ho una lunga lista di libri che voglio leggere, più i sei che ho messo in lista per l'altra sfida, temevo di non avere tempo. Ma alla fine mi sono detta, perchè no? è da tantissimo che non leggo un bel libro dell'orrore/paura.
Ho deciso di partecipare al Primo Pericolo, questi i titoli:
- Incubi di Dean R Koontz
- La notte del drive-in di Lansdale
- Primo a morire di J. Patterson
- Nei boschi eterni di Fred Vargas.
A parte Patterson, di cui ho letto un libro quest' estate e mi è piaciuto molto, gli altri autori non li conosco. Quindi, una buona occasione per scoprire nuovi autori di cui ho letto molto nei vari forum.
A risentirci con gli aggiornamenti per questa nuova sfida (prometto che è l'ultima! ihih).

La zia Julia e lo scribacchino


Pedro Camacho, detto il «Balzac creolo», è uno strano e fecondissimo inventore di trame melodrammatiche e truculente per un programma feuilleton di Radio Lima. Tutti in città attendono con impazienza le «puntate» della sua fantasia, fatte di arresti misteriosi, morti segrete, incesti, sangue e passioni. In parallelo scorre la storia di Mario - pallidamente autobiografica, come il nome del protagonista lascia intendere - giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario. Ma anche lui ha la sua storia complicata da raccontarci: s'innamora, quasi con platonica indifferenza, d'una zia vedova e piú matura, che finirà per sposare, prima di trasferirsi in Europa e affermarsi come scrittore.
Questa è la trama, ma detto così è davvero poca cosa se non addirittura una specie di soap opera latina. L'aspetto migliore di questo romanza è l'intreccio delle due biografie: un capitolo parla di Mario (o Marito come lo chiama la Zia Julia), l'altro invece riporta le storie dei programmi radiofonici. Saranno queste, diventando sempre più complesse, intrigate e bizzarre, a rivelare il deterioramento della condizione mentale di Pedro Camacho. Ottimo perciò l'intreccio, che tiene col fiato sospeso e all'inizio spiazza parecchio.
Molto ironico lo stile dello scrittore, che in questo libro riporta anche gli inizi difficili della sua carriera. Mi mancava questo scrittore sud-americano, peruviano ed ero rimasta incuriosita quando l'anno scorso era risultato nella rosa dei nomi per il Premio Nobel.

martedì 4 settembre 2007

Festival della Letteratura - Mantova

Ecco, da domani fino a domenica 9 c'è a Mantova il Festival della Letteratura e, come ogni anno saranno presenti grandi nomi della scrittura e non solo. Il forum del libro aveva anche lanciato l'idea di un raduno per questa occasione: anche se eravamo in tre soltanto (+ la mia cugina aggiunta... ormai devo convincerla ad iscriversi al forum ;) ), l'idea mi attirava molto.
In primo luogo, è da anni che voglio andare a questo festival e non ci sono mai riuscita. Poi non sono mai stata a Mantova ed era un'occasione per farci un saltino.
Stasera, tornata dal lavoro, dovevo prenotare i biglietti per gli evanti: ero tutta contenta! E invece?
Non se ne fa nulla... pare che i biglietti siano esauriti :( che tristezza!!

lunedì 3 settembre 2007

L'alienista


L'alienista di Caleb Carr
New York, 1886. Dal massacro di alcuni giovani travestiti alla ricostruzione dell'identikit psicologico dell'assassino. Cinque anomali investigatori devono snidare lo spietato serial killer. E devono agire in segreto. Contro il volere di autorità corrotte, benpensanti pavidi e poliziotti arroganti. Riuscirà l'Alienista a prevedere le mosse dell'assassino?
Poche righe solo sulla trama per non svelare nulla di questo thriller psicologico e lasciare tutta la suspance che la lettura può dare. Io l'ho letto durante i dieci giorni di viaggio e questo un po' mi ha penalizzato: c'erano dei momenti in cui volevo solo andare avanti, girare e girare le pagine senza smettere, ma non potevo (di solito c'era di mezzo una valigia da trascinarsi dietro). L'ambientazione in questa New York da inizio '900 è magnifica, sembra sempre di passeggiare accanto ai personaggi per le strade della città, sia che si tratti dei quartieri poveri e malavitosi, sia in quelli dove abitano i protagonisti del libro. I dettagli abbondano, ma l'autore non diventa mai noioso nelle sue descrizioni.
Ho adorato la figura di Laszlo Kreizler, l'alienista appunto (che in pratica è uno psicologo... e come potevo io non adorare un personaggio del genere? ;)): Carr rende in modo magnifico e molto preciso la parte del profesionista. In realtà anche quella umana, solo che non sempre risulta molto simpatico :P Grande anche la figura di Sara Howard, una donna che si batte per essere indipendente e poter lavorare nella polizia quando ancora il concetto di donna era solo quello di casalinga: un personaggio tenace, vivace e che sa prendere in mano le redini della situazione meglio degli uomini implicati nelle indagini quando ce ne sarà bisogno.
Inoltre il libro fa riflettere su quello che una città/società vuole o non vuole vedere: la prosituzione minorile (come altre cose) era ed è ancora oggi un argomento che non si vuole affrontare, che in fondo non importa a (quasi, voglio essere ottimista) nessuno. E infatti, allora come oggi, è un argomento che non rientra nell'informazione a meno che non sia cronaca nera, e comunque per pochissimo tempo.
Un grazie a Dolceluna per gli ottimi commenti che mi hanno portato a decidere di leggere questo libro.

Aggiornamento: finalmente ho capito il trucchetto per risolvere il problema di non riuscire a caricare le foto sul blog...evvai!

intervista all'autore (in inglese): http://www.crimetime.co.uk/interviews/calebcarr.php
notizie sull'autore http://it.wikipedia.org/wiki/Caleb_Carr