domenica 30 marzo 2008

50 film per un anno

Questo post conterrà invece l'elenco dei 50 film per un anno (alcuni saranno uguali a quelli di mia sorella, perchè li abbiamo visti insieme). **Aggiornamento:

01- 2° stagione di Sex and The City
02- Hitch
03- Io sono leggenda (cinema)
04- Un tocco di zenzero
05- La sposa cadavere
06- 3° stagione di Sex and The City
07- Cloverfield (cinema)
08- Caramel (cinema)
09- Certi bambini
10- The Road to Guantanamo
11- 1° stagione di Pushing Daisies
12- Sweeney Todd (cinema)
13- La sposa siriana
14- 1° stagione di How I met your mother
15- 10 cose che odio di te
16- Come d'incanto
17- Scoop
18- The Darjeeling Limited
19- Hotel Rwanda
20- 4° stagione di Sex and The City
21- 2° stagione di How I met your mother
22- 5° stagione di Sex and The City
23- Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (cinema)
24- 6° stagione di Sex and The City
25- Sex and The City /movie (cinema)
26- 3° stagione di How I met your mother
27-

venerdì 21 marzo 2008

Vagabonding

Come promesso, ecco qui una mini recensione su un libro che ho letto la scorsa settimana. Vagabonding. L'arte di girare il mondo. di Rolf Potts. Ho trovato il suggerimento di questo titolo qui (link), un forum di Zingari nel senso di viaggiatori.
Non è un classico manuale di viaggio, nè un libro che riporta le esperienze di viaggio dell'autore. O meglio, non è solamente questo. L'autore infatti è sì un grande viaggiatore, ma è un *vagabondo* nel senso che propone una filosofia del viaggiare particolare. Un modo di vedere la vita che va bene nel viaggio, ma anche nei periodi di routine lavorativa in città. Si focalizza anche su aspetti pratici, come trovare il denaro per realizzare questa esperienza, non attaccarsi troppo alle abitudini cittadine, finanziarsi e risparmiare in previsione di una nuova esperienza. Ma anche come una volta tornati a casa, fare tesoro interiormente di quello che si + vissuto.
Per chi come me è nata e cresciuta a Milano l'aspetto con cui si fa più fatica ad entrare in sintonia è quello del non programmare, di lasciare scorrere il tempo, non doverlo per forza riempire.... ecco, sebbene riesca a riconoscere a livello razionale l'importanza di questa cosa, poi mi chiedo: "Ma come faccio?! ahaaaa"....
Una nota: ogni capitolo è accompagnato da una pagina intitolata Voci, dove vengono riportate le opinioni di vari viaggiatori (ovviamente, quadi tutti statunitensi...ma tant'è), e un'altra chiamata Profili dove l'autore riporta notizie dei precursori del vagabonding.... e qui ci sono cose davvero interessanti!

mercoledì 19 marzo 2008

Un po' di tutto...

Da domani cominciano le vacanze pasquali alla scuola dell'infanzia, quindi orario ridotto :D E magari riesco anche a scrivere un paio di recensioni, leggere un po' e vedere qualche film che è in stand-by da tempo....
Eh sì, il tempo è tiranno: riesco a leggere grazie al sole primaverile che, come ogni anno, ha sballato i miei ritmi di sonno. Ormai mi sveglio di fisso alle 6 (se non prima) a qualunque ora e/o condizione vada a dormire. Il che vuol dire che prima di alzarmi dal letto posso dedicarmi ad un libro.
Però in questi giorni, oltre al master e al lavoro che mi hanno tenuto impegnata ci sono delle novità. Da un lato ho trovato un libero professionista con cui fare il mio stage per il master: domani faccio firmare i documenti e poi si parte!!!! Non vedo l'ora :D
Poi, per la parte più da relax, ho programmato un viaggetto per il weekend del 25 Aprile: io, mia sorella e un'amica andremo a Vaduz e poi vicino a Fussen per vedere i castelli di Ludwing (quelli da favola della bassa Baviera) o_O E ora c'è una parte del viaggio che adoro: la preparazione!! Dopo un po' di fatica siamo riuscite a prenotare le due notti, quindi sistemata la questione dove dormire, ora ci possiamo dedicare a strade, guide turistiche e informazioni varie, posti dove mangiare, etc etc

giovedì 13 marzo 2008

News e libri

Stamattina stavo girando sui siti di giornali e trovo questa notizia che si ricollega al libro di Carlotto che ho letto da poco. Che qualcosina cominci a muoversi?
Argentina È la prima vittima dei golpisti a portare in tribunale la famiglia
Figlia di desaparecidos denuncia
i genitori adottivi: «Ladri di bambini»
«Voglio per loro 25 anni di carcere»

Quelli che pensi siano i tuoi genitori, irascibili e violenti ma comunque la tua famiglia, un giorno scopri che sono dei «ladri», che t'hanno sottratto neonata a una donna rinchiusa in un centro clandestino di tortura «per soddisfare il desiderio egoista di avere un figlio»: «In nome di tutti i bambini nelle mie condizioni, nell'interesse dell'intera società» María Eugenia Sampallo Barragán vuole adesso — ed è il primo caso in Argentina — che quella coppia sia riconosciuta colpevole di sequestro e negazione di identità, e condannata al massimo della pena, 25 anni di galera. Gli stessi chiesti ieri dal pm. Più o meno il periodo che lei, ora trentenne, ha passato a casa dei due impostori, la signora Gómez e il signor Rivas, con la finta madre che non faceva che gridare e una volta — così ha testimoniato in aula una vicina — arrivò a dirle: «Se sei tanto ribelle devi essere figlia di una guerrigliera...».

Comunque non sua. Il 24 luglio del 2001 l'esame del Dna ha provato definitivamente che María Eugenia è nata da due militanti comunisti, Mirta Mabel Barragán e Leonardo Ruben Sampallo, operai attivi nel sindacato e per questo nel 1977 sequestrati e fatti sparire dalle squadre al servizio dei militari golpisti. Rinchiusa nel centro di tortura Club Atlético e poi a El Banco, Mirta viene tenuta in vita fino al '78: è incinta, e la bimba che dà alla luce a febbraio di quell'anno può rientrare nel «traffico» di figli di dissidenti (almeno 500, calcolano le Nonne di Plaza de Mayo, 88 ritrovati finora) affidati a famiglie vicine al regime. È la sorte di María Eugenia. Grazie all'intervento dell'ex capitano Berthier — coimputato dei finti genitori nel processo in corso a Buenos Aires — vecchio amico della Gómez, la coppia a maggio del '78, riceve la neonata e usando un falso certificato di nascita la registra come figlia propria. «Un oggetto — accusa l'avvocato della ragazza —. Rivas e Gómez non sono mai stati una famiglia per lei. La trattarono come un oggetto, cancellarono la sua identità e la privarono del legame con la sua famiglia, che l'ha cercata per 24 anni».

Certamente l'ha fatto la nonna Barragán. Ma anche un fratello maggiore, nato dalla precedente unione della madre, come nella trama del film Hijos (figli) dell'italoargentino Marco Bechis si è impegnato tanto per ritrovarla. I primi dubbi a María Eugenia vengono già da bambina e sono gli stessi genitori a instillarglieli. Quando la piccola ha 7 anni, Rivas e Gómez le confessano che è stata adottata, inventando però via via delle storie sempre più perverse: che i suoi veri genitori sono morti in un incidente d'auto, che sua madre è una domestica che ha regalato loro la bambina, anzi no, che è un'hostess rimasta incinta in Europa in seguito a una relazione extraconiugale... Una marea di bugie, unite a liti furibonde e maltrattamenti, che nel 2000 — María Eugenia già è andata via di casa da due anni — convincono la ragazza a bussare alla porta della Commissione nazionale per il diritto all'identità (Conadi), istituita presso il ministero della Giustizia argentino.

A riceverla è Claudia Carlotto, coordinatrice della Conadi — nonché figlia della leader delle Nonne di Plaza di Mayo, Estela — che l'aiuta ad avviare le ricerche per l'identificazione dei veri genitori (è proprio lei a comunicarle il nome della madre), e a impostare il processo ora arrivato alla fase del dibattimento. Un percorso faticoso e commovente per María Eugenia, raccontano, fatto anche di pressioni psicologiche, di telefonate mute e intimidazioni, soprattutto da parte di quel capitano Berthier, l'intermediario coimputato, il vecchio e ambiguo amico di famiglia. «María Eugenia è una ragazza molto coraggiosa — dice al telefono Estela Carlotto —, la prima vittima in Argentina a portare in tribunale i "ladri" che l'hanno sequestrata. Ci auguriamo che la condanna sia esemplare».

Alessandra Coppola

domenica 9 marzo 2008

Sweeney Todd

Anche se con una settimana di ritardo, ecco il post su Sweeney Todd che ho visto il 1° Marzo al cinema con mia sorella e una sua amica.
Trama: *** Spoiler****
Sweeney Todd (Johnny Depp) ritorna a Londra dopo essere scappato da una prigionia non meritata, e meditando vendetta; trova dunque sua moglie morta e sua figlia sofferente tenuta sotto chiave dal malvagio e cinico giudice Turpin (Alan Rickman), l'uomo responsabile della sua prigionia. Con l'aiuto della sua precedente padrona di casa, Mrs. Lovett (Helena Bonham Carter), Sweeney Todd inizia così un astuto piano di vendetta, uccidendo i clienti del suo negozio di barbiere che vengono poi cucinati sottoforma di pasticci di carne nel sottostante negozio. Alla fine Todd ucciderà i suoi veri obiettivi, ma anche, per errore, la moglie che scopre essere sopravvissuta, e mrs. Lovett colpevole di averglielo nascosto.
Come ormai tutti sanno, è un musical. Io non amo i musical, ma ogni tanto possono essere interessanti. Questo è davvero fatto bene: Tim Burton riesce a rendere una Londra cupa, grigia, in parte surreale. Johnny Depp che canta mi ha un po' spiazzato... anche se non so perchè. Comunque è davvero bravo, recita facendo vedere i sentimenti, le emozioni, i tormenti e i dubbi del suo personaggio. Neo del film: sebbene le parti cantate sono state lasciate in lingua e con le voci originali (e ci mancherebbe pure!), le parti discorsive tradotte in italiano a volte davano fastidio e stonavano... Un piccolo appunto: ma chi fa i sottotitoli italiani? A volte c'entravano poco o nulla con quello che veniva cantato.
Giudizio finale: lo consiglierei a chi ama Tim Burton, i musical e Johnny Depp e anche a chi non si spaventa per un po' di sangue.

domenica 2 marzo 2008

Armi, acciaio e malattie

La trama di Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond:
Il libro è incentrato sulla ricerca di una risposta alla domanda che Yali, un abitante della Nuova Guinea, fece all'autore nel luglio del 1972: "Come mai voi bianchi avete tutto questo cargo e lo portate qui in Nuova Guinea, mentre noi neri ne abbiamo così poco?", dove per Cargo si intendono tutti quei beni tecnologici di cui i guineani erano privi prima dell'arrivo dei coloni. In pratica l'autore cerca di rispondere alle seguenti domande: perché sono stati gli europei e gli americani del nord a sviluppare una civiltà avanzata e non, ad esempio, i cinesi o i sumeri? Perché gli europei sono partiti alla conquista degli altri popoli (ottenendo evidenti successi, spesso con tragiche conseguenze per i "conquistati"), e non è avvenuto il contrario? Come mai i fieri guerrieri nativi americani sono stati spodestati dall'invasione di un popolo di agricoltori?
Riunendo in un unico libro cognizioni dalle più svariate discipline, Diamond sviluppa un quadro d'insieme sulla storia delle varie società umane a partire dalla fine dell'ultima glaciazione, avvenuta circa 13000 anni fa.
In pratica l'autore cerca di dare una sorta di metodo d'indagine scientifico ad una disciplina considerata finora "letteraria" e di respingere spiegazioni razziste della storia dell'umanità, non tanto per motivi ideologici, ma piuttosto, appunto, scientifici. Consapevole del suo ruolo di iniziatore, precisa che la sua è solo una visione generale, i cui dettagli vanno indagati più approfonditamente.
Perchè ho deciso di leggere questo libro? Ho letto molte recensioni, tutte ottime e che mi hanno fatto pensare che fosse un libro ad ampio respiro. E in effetti è davvero così: l'autore mostra tutte la sue conoscenze e ricerche in vari campi, come archeologia, antropologia, epidemiologia, genetica, scienze sociali, linguistica, ecologia, etc senza comunque risultare pesante né pedante. Anzi, ha una bella scrittura chiara e scorrevole, capace di catturare l'attenzione e l'interesse del lettore anche nelle parti più esplicative.
Tornando alla domanda, mi aveva intrigato questa idea, riportata nella quarta di copertina, di chiedersi come mai sono stati gli europei a conquistare l'America e l'Australia e non il contrario. Inoltre l'autore tratta come meritano (almeno secondo me) le varie teorie pseudo-genitiche/deterministe che in realtà sono solamente una giustificazione per coprire il razzismo.

*Nota: la foto del libro che ho postato non è quella dell'edizione che ho letto io, ma preferisco di gran lunga questa immagine e così l'ho messa qui :D