Il silenzio dell'innocenza
Nel sito di Anobbi faccio parte del gruppo "Letteratura per i diritti umani" dove si è deciso di fare una lettura corale di questo libro: "Il silenzio dell'innocenza" di Somaly Mam. Il libro è la testimonianza di Somaly appunto, una sopravvissuta che ora si batte contro lo sfruttamento sessuale di donne e bambine.
Cosa dire del libro? Somaly prova a raccontare la sua storia, non omettendo i momenti più crudi e difficili. Parte dalla sua infanzia e di come questa in realtà non sia mai esistita perchè lei è sempre stata schiava in qualche modo. Sebbene oggi giorno nessuno (o quasi) si sognerebbe di definire qualcuno uno schiavo, e men che meno il proprio schiavo, la vita che conduceva Somaly da piccola era esattamente quella: lavorava qualcosa come 16 ore al giorno, teneva in ordine la casa del *nonno*, cioè una persona anziana che l'aveva presa appunto con questo scopo, lavorava nei campi per poter portare a casa soldi in modo da darli al nonno. Poi è venduta ad un uomo: formalmente un matrimonio, ma in realtà un contratto vero e proprio per prendersi una schiava in casa. Da lì, venduta in un bordello di ragazzine dove si susseguono stupri (che comunque c'erano già stati in precedneza) e torture. Lei riesce a scappare grazie all'aiuto di un uomo, che diventerà suo marito, e alla sua incredibile forza di volontà. Non solo ce la fa, ma lotta ancora adesso per aiutare queste donne e bambine. Cosa non facile dato che la polizia è complice dei macrò, i propetari dei bordelli, e che lo Stato latita. L'aiuto arriva dall'estero, ma a rilento e da poche ONG, per non parlare della latitanza di UNICEF e ONU...
Il libro è forte perchè in alcuni passi racconta nei dettagli cosa accade quotidianamente in Cambogia, Vietnam e Thailandia alle bambine e ragazzine che sono sfruttate nella prostituzione. In altri punti è confuso e credo proprio che sia a causa della confusione di Somaly stessa, aspetto che lei racconta della sua vita. Infatti riporta come ancora oggi convive quotidianamente con le minacce di morte per lei e la sua famiglia ma anche con incubi e pensieri devastanti legati alle torture e stupri.
Un libro per non chiudere gli occhi....
Qui il link all'associazione di Somaly.
Cosa dire del libro? Somaly prova a raccontare la sua storia, non omettendo i momenti più crudi e difficili. Parte dalla sua infanzia e di come questa in realtà non sia mai esistita perchè lei è sempre stata schiava in qualche modo. Sebbene oggi giorno nessuno (o quasi) si sognerebbe di definire qualcuno uno schiavo, e men che meno il proprio schiavo, la vita che conduceva Somaly da piccola era esattamente quella: lavorava qualcosa come 16 ore al giorno, teneva in ordine la casa del *nonno*, cioè una persona anziana che l'aveva presa appunto con questo scopo, lavorava nei campi per poter portare a casa soldi in modo da darli al nonno. Poi è venduta ad un uomo: formalmente un matrimonio, ma in realtà un contratto vero e proprio per prendersi una schiava in casa. Da lì, venduta in un bordello di ragazzine dove si susseguono stupri (che comunque c'erano già stati in precedneza) e torture. Lei riesce a scappare grazie all'aiuto di un uomo, che diventerà suo marito, e alla sua incredibile forza di volontà. Non solo ce la fa, ma lotta ancora adesso per aiutare queste donne e bambine. Cosa non facile dato che la polizia è complice dei macrò, i propetari dei bordelli, e che lo Stato latita. L'aiuto arriva dall'estero, ma a rilento e da poche ONG, per non parlare della latitanza di UNICEF e ONU...
Il libro è forte perchè in alcuni passi racconta nei dettagli cosa accade quotidianamente in Cambogia, Vietnam e Thailandia alle bambine e ragazzine che sono sfruttate nella prostituzione. In altri punti è confuso e credo proprio che sia a causa della confusione di Somaly stessa, aspetto che lei racconta della sua vita. Infatti riporta come ancora oggi convive quotidianamente con le minacce di morte per lei e la sua famiglia ma anche con incubi e pensieri devastanti legati alle torture e stupri.
Un libro per non chiudere gli occhi....
Qui il link all'associazione di Somaly.
4 commenti:
Il libro, è vero, a tratti è confuso, ma c'è un motivo.
Somaly ha trascritto quello che ha raccontato in un piccolo registratore in un periodo in cui era continuamente minacciata di morte. E' fuggita nella foresta e ha raccontato la sua storia perchè non finisse tutto con la sua morte. E' comprensibile che il racconto sia confuso. Proviamo a immaginare quello che in quel periodo stava passando!!! Ho avuto l'onore e il privilegio di conoscere Somaly Mam, di abbracciarla, di ringraziarla per tutto quello che sta facendo e il suo libro dovrebbe essere letto da tutti perchè queste sono cose che non devono assolutamente passare sotto silenzio... E pensare che siamo proprio noi occidentali che alimentiamo questo mercato tremendo, che negli ultimi anni lo abbiaro reso fiorente!!! E' una vergogna... E l'età delle bambine si abbassa ogni anno sempre di più!!! Quando ho conosciuto Somaly aveva presso una sua casa di accoglienza una bambina di SEI anni che stava morendo di AIDS!!! Questo è quello che sta succedendo in quei paesi... e noi non possiamo stare a guardare!!!
Un abbraccio
Francesca
Grazie del commento! E della tua testimonianza del fatto che hai conosciuto questa donna straordinaria.
Forse non ero stata chiara, ma nel mio post volevo proprio dire che la confusione che c'è nel libro è dovuta alla sua storia di vita.
Oltre ai vari aspetti da considerare, direi che è molto importante (e Somaly lo sottolinea più volte) come uscire non vuol dire che tutto è risolto. ANzi, lei con tutta la sua forza e gli strumenti vari che ha a disposizione, vive ancora l'incubo del passato nella sua mente e quello attuale nelle minacce.
Ciao
LuisaMiao
Ho conosciuto Somaly in una trasmissione condotta da Licia Colò.
La sua storia colpisce nel profondo di ogni anima.
Purtroppo c'è chi ascolta e chi non ascolta: Somaly stessa denunciava la difficoltà che incontra presso la maggior parte delle istituzioni a cui si è rivolta per chiedere aiuto!
Diffondere e far conoscere la sua associazione le è sicuramente di aiuto!
Ho messo anche io un riferimento sul blog nella sezione 'la penso così', avrei voluto linkarlo al suo sito ma non ci sono riuscita, sai per caso come poter fare?
Ciao, sono arrivata al tuo blog facendo ricerche in rete sullo sfruttamento della prostituzione, a prima vista mi era piaciuto e stasera, con calma, gli ho dato un'occhiata. Non conoscevo questo libro è la sua trama è simile a tante storie che ho letto in questo periodo. Per il silenzio dell'Onu in Cambogia... beh che dire lì la prostituzione è nata proprio per soddisfare le esigenze dei caschi blu. Complimenti per il blog.
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