lunedì 9 aprile 2007

Pasquetta

Oggi giornata all'aperto, grigliata e tante chiacchere... con moolta calma: che gioia un giorno tranquillo, senza fretta e ben gustato!
Un gruppo di amici parla del loro viaggio dell'estate: andranno in India per un mese. Una di loro mi ha chiesto di andare, ma io non ci penso proprio: l'India è un posto che non mi attrae come meta turistica, non sento nessuna spinta ad andare. Ci sono altri posti, come tutti gli stati del Sud America, per cui partirei in ogni momento senza quasi riflettere.

Ma perchè l'India no? Non lo so... però c'è un lato di questo grande paese che mi affascina. Mi sono resa conto che solo nell'ultimo anno (o anche meno) ho letto vari libri scritti da indiani e mi sono piaciuti tutti tantissimo! La prima è stata Divakaruni con "La maga delle spezie", un romanzo d'amore e fomrazione con moltissime specie ma anche un tocco unico di magia. Poi ho letto "Cromosoma Calcutta" di Ghosh Amitav: questo è quello che mi è piaciuto meno, ho fatto fatica ad entrare nella logica del libro e quando l'ho finito ho avuto la netta sensazione che mi mancava qualcosa e che dovrò riaffrontare questo autore in un altro momento. Ad ogni modo, al di là della storia, magnifiche le descrizioni dell'India e del suo popolo. Dopo c'è stato, quasi per caso, "Il dio delle piccole cose" di Arundhati Roy: questo mi ha colpito tantissimo per come l'autrice (eh sì, è una donna... io ero convinta fosse un uomo) descrive luoghi e persone, con un uso di registri misti che da un tocco magico e unico anche alla pioggia e alle normali foglie.
Scrivendo queste poche righe e ripensando al modo di scrivere di questi autori mi è venuto in mente il mondo magico che si ritrova nei libri di Jorge Amado e di altri autori del Sud America: forse queste due letterature hanno questo in comune?
Mi son dimenticata di aggiungere il libro che sto leggendo in questo periodo, "Shantaram": non è scritto da un indiano, ma è ambientato tuttoa Bombay. L'esplorazione della città, da quella più turistica a quella deglu slum e dei mercati di schiavi, fino al periodo che il protagonista passa in un tipico villaggio; il colera, i lebbrosi, i vari mercati neri, i monsoni e la polizia corrotta,... un'immagine dura ma descritta con amore e mai giudicata con gli occhi della cultura occidentale anche quando potrebbe essere facile. Procedo con la lettura: il libro è lungo e il tempo poco.

2 commenti:

Zeruhur ha detto...

la maga delle spezie e il dio delle piccole cose mi attendono da troppo tempo sullo scaffale...dovrei decidermi a leggerli

LuisaMiao ha detto...

sì, leggili! Son davvero belli :)