Inés dell'anima mia
In questo weekend ho letto Ines dell'anima mia, l'ultimo libro scritto da Isabel Allende.
Confesso che sebbene in gioventù ho apprezzato e gustato molto questa autrice, ora mi delude un po'. Con lei e con "Paula" ho scoperto, senza quasi saperlo, la letteratura del Sud America. Da lì ho letto i vari libri scritti dall'Allende, ma a un certo punto mi ha stufato, diventando ripetitiva e *commerciale* come con "Zorro" e ora con questo libro.
La storia narrata è quella di Inés appunto, una militare spagnola che ha partecipato alla Conquista e alla fondazione del Cile. Ci viene narrata la sua vita, dall'Estremadura spagnola a Santiago de Nuova Estramaruda in Cile; dei suoi amori e delle battaglie per conquistare la terra e toglierla alle popolazioni indios che lì vivevano. La voce narrante è quelle della stasse Inés che da vecchia, che ormai si sente vicino alla morte, vuole raccontare le sue memorie.
Libro che scorre ma che non trasmette grandi emozioni e passioni. La storia sarebbe anche avvincente ma risulta troppo lunga in alcuni punti (specialmente quando la voce narrante torna al "presente", continuando a sottolineare che c'è molto da dire e raccontare e non sa se avrà il tempo..).
Ho apprezzato il pensiero espresso in più punti da Inés sulla visione delle donne all'epoca (la storia ha luogo nel 1500), mostrando quello che le femministe hanno sostenuto secoli dopo. Un esempio di ciò è questo brano: (tutti e 3 cercano di violentarla). "Mi sono interrogata più di una volta per capire se sono stata responsabile delle azioni di Sebastian Romero, dell'alfiere Nunez o di questo ragazzo, EscobarNon ho avuto colpe, se non quella di essere una donna, ma pare che siò sia già di per sè un crimine. Noi donne veniamo accusate della lussuria degli uomini, ma il peccato non è forse di chi lo commette? Perchè dovrei pagare io per gli errori degli altri?" (pag. 151). Però, sebbene il concetto in sè e per sè mi piaccia, stona in bocca a una donna del 1500... Così come i discorsi di Inés riguardo gli indios: a volte pare davvero troppo buonista, quasi che l'Allende abbia voluto renderla più umana ai nostri occhi di lettori del XXI secolo, togliendole di dosso un po' dei "preconcetti/giudizi" che gli Spagnoli avevano su queste popolazioni.
La storia narrata è quella di Inés appunto, una militare spagnola che ha partecipato alla Conquista e alla fondazione del Cile. Ci viene narrata la sua vita, dall'Estremadura spagnola a Santiago de Nuova Estramaruda in Cile; dei suoi amori e delle battaglie per conquistare la terra e toglierla alle popolazioni indios che lì vivevano. La voce narrante è quelle della stasse Inés che da vecchia, che ormai si sente vicino alla morte, vuole raccontare le sue memorie.
Libro che scorre ma che non trasmette grandi emozioni e passioni. La storia sarebbe anche avvincente ma risulta troppo lunga in alcuni punti (specialmente quando la voce narrante torna al "presente", continuando a sottolineare che c'è molto da dire e raccontare e non sa se avrà il tempo..).
Ho apprezzato il pensiero espresso in più punti da Inés sulla visione delle donne all'epoca (la storia ha luogo nel 1500), mostrando quello che le femministe hanno sostenuto secoli dopo. Un esempio di ciò è questo brano: (tutti e 3 cercano di violentarla). "Mi sono interrogata più di una volta per capire se sono stata responsabile delle azioni di Sebastian Romero, dell'alfiere Nunez o di questo ragazzo, EscobarNon ho avuto colpe, se non quella di essere una donna, ma pare che siò sia già di per sè un crimine. Noi donne veniamo accusate della lussuria degli uomini, ma il peccato non è forse di chi lo commette? Perchè dovrei pagare io per gli errori degli altri?" (pag. 151). Però, sebbene il concetto in sè e per sè mi piaccia, stona in bocca a una donna del 1500... Così come i discorsi di Inés riguardo gli indios: a volte pare davvero troppo buonista, quasi che l'Allende abbia voluto renderla più umana ai nostri occhi di lettori del XXI secolo, togliendole di dosso un po' dei "preconcetti/giudizi" che gli Spagnoli avevano su queste popolazioni.
4 commenti:
Da tempo nutro considerazioni molto simili alle tue su questa Autrice che ho molto amato per "la casa degli spiriti" (il suo capolavoro, mai più eguagliato), "Il piano infinito" e "D'amore e d'ombra".
Peccato...
"La casa degli spiriti" l'ho adorato *_* così tanto che stavo ripensando di concedermi una rilettura. é una cosa che non faccio mai (non amo rileggere i libri), ma visto le delusioni delle ultime sue produzioni...
Grazie del commento: mi ha fatto molto piacere :)
Sono pienamente d'accordo. Da un certo punto in poi la Allende non l'ho retta più. L'ultimo suo romanzo che ho tentato di leggere è stato "La città delle bestie". Non sono nemmeno riuscita a finirlo, e da allora l'ho abbandonata.
La sagra per ragazzi che ha scritto l'ho evitata proprio tutta :)
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