domenica 30 settembre 2007
sabato 29 settembre 2007
Harry Potter e la pietra filosofale
Ecco il commento per il secondo libro che rientra nella Sfida dei Libri Non Letti.
Harry Potter e la pietra filosofale di JK Rowling.
Dal sito della Salani, una breve trama:
Devo confessare che ho inserito nella lista di questa sfida il primo Harry Potter perchè non ne avevo mai letto uno, in quanto avevo provato un'antipatia * a pelle* per questa serie (è una cosa che mi capita spesso quando c'è una grossa campagnia intorno a un libro o a un film... anche perchè poi, nei casi rari in cui mi convinco e lo leggo/vedo, è alta la delusione). Adesso, avendolo letto e tutto d'un fiato (mano di 12 ore... ok, ero anche a casa senza lavorare e diluviava, il che ha aiutato), posso dire la mia non basandomi sui *pregiudizi*.
Allora, mi è piaciuto ed è innegabile. Harry fa subito simpatia, soprattutto perchè all'inizio è in quella famiglia davvero pesante degli zii Dursley (chi non darebbe volentieri un pugno a quei due?). Ma la parte che mi è piaciuta di più è quando il protagonista arriva alla scuola di Hogwarts: qui si vede la fantasia della Rowling e la sua abilità a inventare un mondo alternativo al nostro. Ho letto molte critiche al fatto che in realtà la scritrice non abbia inventato poi nulla di così originale, ma per me che non amo proprio questo genere, e che quindi leggo pochi libri, dico che mi è piaciuto. Mi è stata cordialmente antipatica,fin quando non si conquista l'amicizia di Harry, Hermione che come secchiona saccente è proprio realistica (mi ricordava una ragazza che conoscevo...). Per quanto riguarda gli altri personaggi, devo aggiungere la critica che non sono molto approfonditi, specialmente i professori. Il linguaggio è scorrevole e non impegnativo, forse perchè pensato per un target giovane. Aggiungo però che la presenza dei disegni mi ha un po' disturbato: forse a causa della mia età anagrafica o forse perchè non mi piacevano così tanto...
L'ultima cosa: sebbene abbia letto il libro in così poco tempo e mia sia piaciuto, non nutro per ora (mai dire mai!!) la voglia di andare a pescare gli altri 6 volumi e vedere cosa accade. Anche perchè, volendo, la storia puà chiudersi qui senza problemi.
Harry Potter e la pietra filosofale di JK Rowling.
Dal sito della Salani, una breve trama:
Harry Potter è un predestinato: ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello di farsi ricrescere in una notte i capelli inesorabilmente tagliati dai perfidi zii. Ma solo in occasione del suo undicesimo compleanno gli si rivelano la sua natura e il suo destino, e il mondo misterioso cui di diritto appartiene. Nello scatenato universo fantastico della Rowling, popolato da gufi portalettere, scope volanti, caramelle al gusto di cavolini di Bruxelles, ritratti che scappano, la magia si presenta come la vera vita, e strega anche il lettore allontanandolo dal nostro mondo che gli appare ora monotono e privo di sorprese.
Devo confessare che ho inserito nella lista di questa sfida il primo Harry Potter perchè non ne avevo mai letto uno, in quanto avevo provato un'antipatia * a pelle* per questa serie (è una cosa che mi capita spesso quando c'è una grossa campagnia intorno a un libro o a un film... anche perchè poi, nei casi rari in cui mi convinco e lo leggo/vedo, è alta la delusione). Adesso, avendolo letto e tutto d'un fiato (mano di 12 ore... ok, ero anche a casa senza lavorare e diluviava, il che ha aiutato), posso dire la mia non basandomi sui *pregiudizi*.
Allora, mi è piaciuto ed è innegabile. Harry fa subito simpatia, soprattutto perchè all'inizio è in quella famiglia davvero pesante degli zii Dursley (chi non darebbe volentieri un pugno a quei due?). Ma la parte che mi è piaciuta di più è quando il protagonista arriva alla scuola di Hogwarts: qui si vede la fantasia della Rowling e la sua abilità a inventare un mondo alternativo al nostro. Ho letto molte critiche al fatto che in realtà la scritrice non abbia inventato poi nulla di così originale, ma per me che non amo proprio questo genere, e che quindi leggo pochi libri, dico che mi è piaciuto. Mi è stata cordialmente antipatica,fin quando non si conquista l'amicizia di Harry, Hermione che come secchiona saccente è proprio realistica (mi ricordava una ragazza che conoscevo...). Per quanto riguarda gli altri personaggi, devo aggiungere la critica che non sono molto approfonditi, specialmente i professori. Il linguaggio è scorrevole e non impegnativo, forse perchè pensato per un target giovane. Aggiungo però che la presenza dei disegni mi ha un po' disturbato: forse a causa della mia età anagrafica o forse perchè non mi piacevano così tanto...
L'ultima cosa: sebbene abbia letto il libro in così poco tempo e mia sia piaciuto, non nutro per ora (mai dire mai!!) la voglia di andare a pescare gli altri 6 volumi e vedere cosa accade. Anche perchè, volendo, la storia puà chiudersi qui senza problemi.
venerdì 28 settembre 2007
Campagna Free Burma
Il mio blog ha cambiato colore... ho aderito alla campagna internazionale Free Burma, qui trovate le informazioni più precise. Il rosso è quello dei monaci tibetani che in Myanmar stanno manifestando proprio in questi giorni.
Oggi a Roma e domani a Milano ci saranno due sit-in organizzzati da Amnesty International: diffondiamo la notizia, leggiamo e per una volta cerchiamo di non rimanere ciechi, sordi e ottusi a tutto ciò.
Oggi a Roma e domani a Milano ci saranno due sit-in organizzzati da Amnesty International: diffondiamo la notizia, leggiamo e per una volta cerchiamo di non rimanere ciechi, sordi e ottusi a tutto ciò.
lunedì 24 settembre 2007
La Montagna dell'Anima
Ecco qui il mio commento al primo libro che rientra nella Sfida dei Libri Non Letti.
La Montagna dell'Anima è il racconto di un lungo viaggio tra le montagne, le foreste, le riserve naturali, i villaggi della Cina del sud e del sud-oves. La storia è narrata a capitoli alterni: alcuni in prima persona, uno scrittore perseguitato dal regime e che scappa dopo un'errata diagnosi di tumore e gli altri in seconda persona, un tu che cerca la Montagna dell'Anima. Il viaggio è perciò una fonte di nuove esperienze ma anche di un bilancio esistenziale.
E detto così pare tutto bello.... in realtà è un mattone: ci sono pezzi molto belli nelle descrizioni, ma pagine e pagine di descrizione alla fine annoiano (o almeno, a me fa questo effetto... ma so anche che è una *mia caratteristica di lettirce*: non amo le descrizioni infinite, minuzione, specie se il mood sottostante è triste/depressivo). Vero è che risulta ben descritta la Cina, le sue campagne, i paesini tanto da sentirsi immersi in quella zona. Però, una nota a piè di pagina andava pur messa: ci sono tantissimi riferimenti a vari aspetti della tradizione e cultura cinese, per non parlare di nomi storici, senza un riferimento chiarificatore per noi lettori italiani.
Inoltre, sebbene all'inizio sia accattivante la doppia prospettiva con la narrazione secondo due persone, a circa metà del libro si fa davvero ingarbugliata. Tanto che a volte credevo di essermi persa... mmm
Insomma, mi son tolta il libro più pesante della sfida. Almeno credo :P
La Montagna dell'Anima è il racconto di un lungo viaggio tra le montagne, le foreste, le riserve naturali, i villaggi della Cina del sud e del sud-oves. La storia è narrata a capitoli alterni: alcuni in prima persona, uno scrittore perseguitato dal regime e che scappa dopo un'errata diagnosi di tumore e gli altri in seconda persona, un tu che cerca la Montagna dell'Anima. Il viaggio è perciò una fonte di nuove esperienze ma anche di un bilancio esistenziale.
E detto così pare tutto bello.... in realtà è un mattone: ci sono pezzi molto belli nelle descrizioni, ma pagine e pagine di descrizione alla fine annoiano (o almeno, a me fa questo effetto... ma so anche che è una *mia caratteristica di lettirce*: non amo le descrizioni infinite, minuzione, specie se il mood sottostante è triste/depressivo). Vero è che risulta ben descritta la Cina, le sue campagne, i paesini tanto da sentirsi immersi in quella zona. Però, una nota a piè di pagina andava pur messa: ci sono tantissimi riferimenti a vari aspetti della tradizione e cultura cinese, per non parlare di nomi storici, senza un riferimento chiarificatore per noi lettori italiani.
Inoltre, sebbene all'inizio sia accattivante la doppia prospettiva con la narrazione secondo due persone, a circa metà del libro si fa davvero ingarbugliata. Tanto che a volte credevo di essermi persa... mmm
Insomma, mi son tolta il libro più pesante della sfida. Almeno credo :P
domenica 16 settembre 2007
Sangria :)
Oggi, posto la ricetta della SANGRIA: adoro questa bevanda, che sa così tanto di sole, mare ma anche di Erasmus (ne preparavamo litri e litri... ma non avanzava mai).
Ingredients:
3 liters of red wine ... or substitute the red wine with white wine for sangría blanca (white sangría)
1 liter of lemonade
2 peaches
1 apple
2 oranges
1 lemon
1 chunk of cinnamon
Sugar
Instructions
Wash all of the fruit and cut it into chunks. Now add the wine. After letting it all soak together so that the wine absorbs the fruity flavors, add the lemonade, sugar, and cinnamon (at this point you can also add other liqueors if you so desire). Mix everything together, cool it, and then serve it even colder with ice cubes and fruit chunks.
Ho anche trovato traccia del famoso CALIMOCHO, un'altra bevanda spagnola che mi ha accompagnato durante l'Erasmus (e non solo, anche se qui non trova un pubblico molto favorevole). Ecco la ricetta:
From the Basque word kalimotxo, this third wine-mixed drink originated during the 1970's in the Basque Country and has since spread throughout the rest of the country. A favorite of young Spaniards, it's cheap yet tasty. Much simpler than the sangría recipe, simply combine one part red wine (some swear that the best wine for calimochos is actually the cheap kind from a box!) and one part cola and you'll have yourself a drink.
C'è anche su Wikipedia (in spagnolo): ihihi!
Ingredients:
3 liters of red wine ... or substitute the red wine with white wine for sangría blanca (white sangría)
1 liter of lemonade
2 peaches
1 apple
2 oranges
1 lemon
1 chunk of cinnamon
Sugar
Instructions
Wash all of the fruit and cut it into chunks. Now add the wine. After letting it all soak together so that the wine absorbs the fruity flavors, add the lemonade, sugar, and cinnamon (at this point you can also add other liqueors if you so desire). Mix everything together, cool it, and then serve it even colder with ice cubes and fruit chunks.
Ho anche trovato traccia del famoso CALIMOCHO, un'altra bevanda spagnola che mi ha accompagnato durante l'Erasmus (e non solo, anche se qui non trova un pubblico molto favorevole). Ecco la ricetta:
From the Basque word kalimotxo, this third wine-mixed drink originated during the 1970's in the Basque Country and has since spread throughout the rest of the country. A favorite of young Spaniards, it's cheap yet tasty. Much simpler than the sangría recipe, simply combine one part red wine (some swear that the best wine for calimochos is actually the cheap kind from a box!) and one part cola and you'll have yourself a drink.
C'è anche su Wikipedia (in spagnolo): ihihi!
sabato 15 settembre 2007
Unicef: una buona notizia!
E ogni tanto, una buona notizia viene pubblicata sui quotidiani. Ecco qui alcuni stralci della notizia apparsa giovedì su Corriere.it:
WASHINGTON - Cala la mortalità infantile: per la prima volta dal 1990, sono meno di 10 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni uccisi da fame, guerre e malattie nel mondo. Diciassette anni fa la cifra era di 13 milioni e oggi tocca invece il picco più basso di sempre. A dare la buona notizia è l'Unicef, che però non canta vittoria. L'agenzia dell'Onu per i bambini sottolinea come "la morte di 9,7 milioni di bimbi nel 2006 rimanga un fatto totalmente e assolutamente inaccettabile". Si tratta, comunque, di un "momento storico" e di un importante passo in avanti verso il raggiungimento di uno degli Obiettivi del Millennio che punta a ridurre la mortalità infantile di due terzi entro il 2015, come ha sottolineato il direttore esecutivo, Ann Veneman, alla presentazione del rapporto.
Si punta a ridurre le morti di due terzi entro il 2015. Nel mondo muoiono meno bambini grazie al successo sanitario, che deve diventare la leva per centrare quegli obiettivi del Millennio ancora lontani. Ridurre, infatti, di due terzi la mortalità infantile in un arco di tempo considerato dal 1990 e il 2015 sarebbe un traguardo che salverebbe la vita di altri 5,4 milioni di bambini, da oggi al 2015.
Molti dei progressi ottenuti nella diminuzione dei decessi sono dovuti ad interventi sanitari di base, adottati su larga scala, come l'allattamento al seno esclusivo e immediato, la vaccinazione contro il morbillo, la somministrazione di vitamina A e l'uso di zanzariere per prevenire la malaria. Rispetto al passato, poi, è aumentato decisamente anche il sostegno alla sanità mondiale.
Una nota di merito va all'America latina e ai Caraibi, vicini al raggiungimento dell'Obiettivo del millennio: il tasso di mortalità in queste aree è di 27 decessi infantili ogni 1.000 nati vivi, contro i 55 del 1990. Ma sono diversi i paesi virtuosi che hanno compiuto progressi, illustra il rapporto: Marocco, Vietnam e Repubblica Dominicana, in particolare, hanno ridotto le morti di bambini al di sotto di 5 anni di oltre un terzo. Madagascar del 41 per cento, Sao Tomè e Principe del 48 per cento.
WASHINGTON - Cala la mortalità infantile: per la prima volta dal 1990, sono meno di 10 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni uccisi da fame, guerre e malattie nel mondo. Diciassette anni fa la cifra era di 13 milioni e oggi tocca invece il picco più basso di sempre. A dare la buona notizia è l'Unicef, che però non canta vittoria. L'agenzia dell'Onu per i bambini sottolinea come "la morte di 9,7 milioni di bimbi nel 2006 rimanga un fatto totalmente e assolutamente inaccettabile". Si tratta, comunque, di un "momento storico" e di un importante passo in avanti verso il raggiungimento di uno degli Obiettivi del Millennio che punta a ridurre la mortalità infantile di due terzi entro il 2015, come ha sottolineato il direttore esecutivo, Ann Veneman, alla presentazione del rapporto.
Si punta a ridurre le morti di due terzi entro il 2015. Nel mondo muoiono meno bambini grazie al successo sanitario, che deve diventare la leva per centrare quegli obiettivi del Millennio ancora lontani. Ridurre, infatti, di due terzi la mortalità infantile in un arco di tempo considerato dal 1990 e il 2015 sarebbe un traguardo che salverebbe la vita di altri 5,4 milioni di bambini, da oggi al 2015.
Molti dei progressi ottenuti nella diminuzione dei decessi sono dovuti ad interventi sanitari di base, adottati su larga scala, come l'allattamento al seno esclusivo e immediato, la vaccinazione contro il morbillo, la somministrazione di vitamina A e l'uso di zanzariere per prevenire la malaria. Rispetto al passato, poi, è aumentato decisamente anche il sostegno alla sanità mondiale.
Una nota di merito va all'America latina e ai Caraibi, vicini al raggiungimento dell'Obiettivo del millennio: il tasso di mortalità in queste aree è di 27 decessi infantili ogni 1.000 nati vivi, contro i 55 del 1990. Ma sono diversi i paesi virtuosi che hanno compiuto progressi, illustra il rapporto: Marocco, Vietnam e Repubblica Dominicana, in particolare, hanno ridotto le morti di bambini al di sotto di 5 anni di oltre un terzo. Madagascar del 41 per cento, Sao Tomè e Principe del 48 per cento.
Ogni cosa è illuminata
Ho appena finito di leggere "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer.
Trama:
Come si può intuire dalla trama, questo è un libro intricato. Non solamente nel racconto, ma anche nel modo in cui sono usate le parole e la lingua. Ci sono due registri linguistici differenti, in corrispondenza delle due narrazioni presenti nel libro e, a volte, è complicato tenere tutto insieme. Comunque, il linguaggio usato da Alex, il ragazzo ucraino, è molto divertente in qunato scrive un inglese appreso, dove si notano gli errori con le parole e i loro significati (e diamo merito anche al traduttore che in italiano ha reso molto bene questo gioco).
Al di là della trama, è arduo dire di cosa parla davvero il libro: della vita, della morte, della responsabilità e del perdono, del passato o del presente, etc forse di tutto questo insieme. Ciò che colpisce alla fine è che, sebbene ogni cosa è illuminata, noi non ne sappiamo realtmente più di prima....
Una scena da ricordare: "La pioggia rinforzò e si bevve ancora - i partecipanti al corteo bevvero fino a diventare ciechi di vodka e birra fatte in casa. Si davano a un amore selvaggio, incontenibile, negli ancoli bui dove le case si toccavano, e sotto le chiome pendule dei salici piangenti. Le coppiette si tagliuzzavano la schiena sulle conchiglie, i ramoscelli e i ciottoli delle secche del Brod. Si cercavano furiosamente nell'ombra:(...) Dallo spazio gli astronauti vedono quelli che fanno l'amore come puntolini di luce. Non proprio luce, ma un luccichio che potrebbe essere confuso con la luce... una radianza coitale che impiega generazioni per rivelarsi come miele nell'oscurità fino agli occhi dell'astronauta. (...) Il luccichio è prodotto dalla somma di migliaia di amori: sposi novelli e adolescenti che brillano come accendini al butano, coppie di uomini che bruciano rapidi e brillanti, coppie di donne che fanno luce per ore con balenii leggeri e molteplici, orge luminose come quegli acciarini giocattolo venduti alle fiere,..." (pag. 174)
Safran Foer dice sulla scrittura: "Uno dei maggiori vantaggi della scrittura è che ti da la possibilità di vedere chi sei. Ho scritto di molte cose in cui non sapevo di essere interessato prima di scrivere il libro, come l'essere ebreo, come la storia di famiglia; quindi vedi l'evidenza ed è come se io non fossi quello che pensavo di essere. Penso che spesso ci sbagliamo circa quel che siamo. Una delle cose belle della scrittura è che sei spinto a dare uno sguardo al tuo io indifeso".
___________________________________________________________________
Aggiornamento: in effetti non si comprende molto da quel che ho scritto se il libro mi sia piaciuto o meno. Devo dire, onestamente, che è difficile mettere la questione in questi termini. In realtà, dato il realismo magico che impregna il libro, a volte è difficile seguire il filo del discorso e quindi godere a pieno della storia. Posso dire che però ho molto apprezzato alcuni aspetti, come il linguaggio usato (un esempio di quanto possa essere profondo e bello lo si può vedere anche ne l brano che ho riportato) e la narrazione con più punti di vista.
Trama:
Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente di nome Jonathan Safran Foer (come l'autore), visita l'Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato (o non aver salvato) suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex, che così si presenta nel suo personalissimo linguaggio: "Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, perché è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alexi-basta-di-ammorbarmi perché sempre la ammorbo". Alex lavora per 'Viaggi Tradizione', l'agenzia di viaggi di famiglia, insieme al nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica, fa l'autista e a una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr Jr in onore del cantante preferito dal nonno. La storia del loro viaggio, raccontata retrospettivamente da Alex, si alterna ai capitoli di una vera e propria saga ebraica, attraverso la quale Jonathan ripercorre, sul filo della memoria famigliare, le vicende di un villaggio dal Settecento fino alla distruzione avvenuta a opera dei nazisti.
Come si può intuire dalla trama, questo è un libro intricato. Non solamente nel racconto, ma anche nel modo in cui sono usate le parole e la lingua. Ci sono due registri linguistici differenti, in corrispondenza delle due narrazioni presenti nel libro e, a volte, è complicato tenere tutto insieme. Comunque, il linguaggio usato da Alex, il ragazzo ucraino, è molto divertente in qunato scrive un inglese appreso, dove si notano gli errori con le parole e i loro significati (e diamo merito anche al traduttore che in italiano ha reso molto bene questo gioco).
Al di là della trama, è arduo dire di cosa parla davvero il libro: della vita, della morte, della responsabilità e del perdono, del passato o del presente, etc forse di tutto questo insieme. Ciò che colpisce alla fine è che, sebbene ogni cosa è illuminata, noi non ne sappiamo realtmente più di prima....
Una scena da ricordare: "La pioggia rinforzò e si bevve ancora - i partecipanti al corteo bevvero fino a diventare ciechi di vodka e birra fatte in casa. Si davano a un amore selvaggio, incontenibile, negli ancoli bui dove le case si toccavano, e sotto le chiome pendule dei salici piangenti. Le coppiette si tagliuzzavano la schiena sulle conchiglie, i ramoscelli e i ciottoli delle secche del Brod. Si cercavano furiosamente nell'ombra:(...) Dallo spazio gli astronauti vedono quelli che fanno l'amore come puntolini di luce. Non proprio luce, ma un luccichio che potrebbe essere confuso con la luce... una radianza coitale che impiega generazioni per rivelarsi come miele nell'oscurità fino agli occhi dell'astronauta. (...) Il luccichio è prodotto dalla somma di migliaia di amori: sposi novelli e adolescenti che brillano come accendini al butano, coppie di uomini che bruciano rapidi e brillanti, coppie di donne che fanno luce per ore con balenii leggeri e molteplici, orge luminose come quegli acciarini giocattolo venduti alle fiere,..." (pag. 174)
Safran Foer dice sulla scrittura: "Uno dei maggiori vantaggi della scrittura è che ti da la possibilità di vedere chi sei. Ho scritto di molte cose in cui non sapevo di essere interessato prima di scrivere il libro, come l'essere ebreo, come la storia di famiglia; quindi vedi l'evidenza ed è come se io non fossi quello che pensavo di essere. Penso che spesso ci sbagliamo circa quel che siamo. Una delle cose belle della scrittura è che sei spinto a dare uno sguardo al tuo io indifeso".
___________________________________________________________________
Aggiornamento: in effetti non si comprende molto da quel che ho scritto se il libro mi sia piaciuto o meno. Devo dire, onestamente, che è difficile mettere la questione in questi termini. In realtà, dato il realismo magico che impregna il libro, a volte è difficile seguire il filo del discorso e quindi godere a pieno della storia. Posso dire che però ho molto apprezzato alcuni aspetti, come il linguaggio usato (un esempio di quanto possa essere profondo e bello lo si può vedere anche ne l brano che ho riportato) e la narrazione con più punti di vista.
giovedì 13 settembre 2007
Bolle di sapone
Ho deciso: anche se non è il mio lavoro, anche se a volte mi devasta o mi fa tornare a casa sporca da far paura, anche se cerco di cambiare lavoro, ci sono dei giorni come ieri che penso che sia un lavoro magnifico!! Ieri ho giocato per un'ora a fare le BOLLE DI SAPONE.... ed ero pure pagata per farlo :P
Come ci si sente bene, bambini un'altra volta, a soffiare e vedere bolle colorate uscire dalle proprie dita, da cannucce, bicchieri e altro.
martedì 11 settembre 2007
Swedish dream
Oggi sono a casa: niente lavoro... l'ho saputo anche tardino, e all'inizio mi ha dato un po' fastidio. Ma perchè mai? Un pomeriggio tutto per me :D
E così, eccomi qui a girare in rete, scrivere mail e chiamare amici che non sento da un po'. E ritorna ancora il tema delle vacanze. Facendo tornare, contemporaneamente, anche la saudade per quelle appena passate. Mi son messa perciò a guardare in giro un po' di foto della Svezia: e ho trovato un bel sito.Questa foto mi piace tantissimo :)
Mentre io e Mara tornavamo da Drottninhgholm Slot (il Palazzo Reale attualmente usato dai Reale di Svezia) la guida spagnola ci ha raccontato come questo *paesaggio da favola* è il sogno segreto di ogni svedese. E come non si può essere d'accordo?
E così, eccomi qui a girare in rete, scrivere mail e chiamare amici che non sento da un po'. E ritorna ancora il tema delle vacanze. Facendo tornare, contemporaneamente, anche la saudade per quelle appena passate. Mi son messa perciò a guardare in giro un po' di foto della Svezia: e ho trovato un bel sito.Questa foto mi piace tantissimo :)
Mentre io e Mara tornavamo da Drottninhgholm Slot (il Palazzo Reale attualmente usato dai Reale di Svezia) la guida spagnola ci ha raccontato come questo *paesaggio da favola* è il sogno segreto di ogni svedese. E come non si può essere d'accordo?
sabato 8 settembre 2007
The Creepy Autumn Challenge
Ecco un'altra sfida di Roberta... qui il regolamento.
Devo dire che non sapevo se partecipare o meno visto che ho una lunga lista di libri che voglio leggere, più i sei che ho messo in lista per l'altra sfida, temevo di non avere tempo. Ma alla fine mi sono detta, perchè no? è da tantissimo che non leggo un bel libro dell'orrore/paura.
Ho deciso di partecipare al Primo Pericolo, questi i titoli:
- Incubi di Dean R Koontz
- La notte del drive-in di Lansdale
- Primo a morire di J. Patterson
- Nei boschi eterni di Fred Vargas.
A parte Patterson, di cui ho letto un libro quest' estate e mi è piaciuto molto, gli altri autori non li conosco. Quindi, una buona occasione per scoprire nuovi autori di cui ho letto molto nei vari forum.
A risentirci con gli aggiornamenti per questa nuova sfida (prometto che è l'ultima! ihih).
Devo dire che non sapevo se partecipare o meno visto che ho una lunga lista di libri che voglio leggere, più i sei che ho messo in lista per l'altra sfida, temevo di non avere tempo. Ma alla fine mi sono detta, perchè no? è da tantissimo che non leggo un bel libro dell'orrore/paura.
Ho deciso di partecipare al Primo Pericolo, questi i titoli:
- Incubi di Dean R Koontz
- La notte del drive-in di Lansdale
- Primo a morire di J. Patterson
- Nei boschi eterni di Fred Vargas.
A parte Patterson, di cui ho letto un libro quest' estate e mi è piaciuto molto, gli altri autori non li conosco. Quindi, una buona occasione per scoprire nuovi autori di cui ho letto molto nei vari forum.
A risentirci con gli aggiornamenti per questa nuova sfida (prometto che è l'ultima! ihih).
La zia Julia e lo scribacchino
Pedro Camacho, detto il «Balzac creolo», è uno strano e fecondissimo inventore di trame melodrammatiche e truculente per un programma feuilleton di Radio Lima. Tutti in città attendono con impazienza le «puntate» della sua fantasia, fatte di arresti misteriosi, morti segrete, incesti, sangue e passioni. In parallelo scorre la storia di Mario - pallidamente autobiografica, come il nome del protagonista lascia intendere - giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario. Ma anche lui ha la sua storia complicata da raccontarci: s'innamora, quasi con platonica indifferenza, d'una zia vedova e piú matura, che finirà per sposare, prima di trasferirsi in Europa e affermarsi come scrittore.Questa è la trama, ma detto così è davvero poca cosa se non addirittura una specie di soap opera latina. L'aspetto migliore di questo romanza è l'intreccio delle due biografie: un capitolo parla di Mario (o Marito come lo chiama la Zia Julia), l'altro invece riporta le storie dei programmi radiofonici. Saranno queste, diventando sempre più complesse, intrigate e bizzarre, a rivelare il deterioramento della condizione mentale di Pedro Camacho. Ottimo perciò l'intreccio, che tiene col fiato sospeso e all'inizio spiazza parecchio.
Molto ironico lo stile dello scrittore, che in questo libro riporta anche gli inizi difficili della sua carriera. Mi mancava questo scrittore sud-americano, peruviano ed ero rimasta incuriosita quando l'anno scorso era risultato nella rosa dei nomi per il Premio Nobel.
martedì 4 settembre 2007
Festival della Letteratura - Mantova
Ecco, da domani fino a domenica 9 c'è a Mantova il Festival della Letteratura e, come ogni anno saranno presenti grandi nomi della scrittura e non solo. Il forum del libro aveva anche lanciato l'idea di un raduno per questa occasione: anche se eravamo in tre soltanto (+ la mia cugina aggiunta... ormai devo convincerla ad iscriversi al forum ;) ), l'idea mi attirava molto.
In primo luogo, è da anni che voglio andare a questo festival e non ci sono mai riuscita. Poi non sono mai stata a Mantova ed era un'occasione per farci un saltino.
Stasera, tornata dal lavoro, dovevo prenotare i biglietti per gli evanti: ero tutta contenta! E invece?
Non se ne fa nulla... pare che i biglietti siano esauriti :( che tristezza!!
In primo luogo, è da anni che voglio andare a questo festival e non ci sono mai riuscita. Poi non sono mai stata a Mantova ed era un'occasione per farci un saltino.
Stasera, tornata dal lavoro, dovevo prenotare i biglietti per gli evanti: ero tutta contenta! E invece?
Non se ne fa nulla... pare che i biglietti siano esauriti :( che tristezza!!
lunedì 3 settembre 2007
L'alienista
L'alienista di Caleb Carr
New York, 1886. Dal massacro di alcuni giovani travestiti alla ricostruzione dell'identikit psicologico dell'assassino. Cinque anomali investigatori devono snidare lo spietato serial killer. E devono agire in segreto. Contro il volere di autorità corrotte, benpensanti pavidi e poliziotti arroganti. Riuscirà l'Alienista a prevedere le mosse dell'assassino?
Poche righe solo sulla trama per non svelare nulla di questo thriller psicologico e lasciare tutta la suspance che la lettura può dare. Io l'ho letto durante i dieci giorni di viaggio e questo un po' mi ha penalizzato: c'erano dei momenti in cui volevo solo andare avanti, girare e girare le pagine senza smettere, ma non potevo (di solito c'era di mezzo una valigia da trascinarsi dietro). L'ambientazione in questa New York da inizio '900 è magnifica, sembra sempre di passeggiare accanto ai personaggi per le strade della città, sia che si tratti dei quartieri poveri e malavitosi, sia in quelli dove abitano i protagonisti del libro. I dettagli abbondano, ma l'autore non diventa mai noioso nelle sue descrizioni.
Ho adorato la figura di Laszlo Kreizler, l'alienista appunto (che in pratica è uno psicologo... e come potevo io non adorare un personaggio del genere? ;)): Carr rende in modo magnifico e molto preciso la parte del profesionista. In realtà anche quella umana, solo che non sempre risulta molto simpatico :P Grande anche la figura di Sara Howard, una donna che si batte per essere indipendente e poter lavorare nella polizia quando ancora il concetto di donna era solo quello di casalinga: un personaggio tenace, vivace e che sa prendere in mano le redini della situazione meglio degli uomini implicati nelle indagini quando ce ne sarà bisogno.
Inoltre il libro fa riflettere su quello che una città/società vuole o non vuole vedere: la prosituzione minorile (come altre cose) era ed è ancora oggi un argomento che non si vuole affrontare, che in fondo non importa a (quasi, voglio essere ottimista) nessuno. E infatti, allora come oggi, è un argomento che non rientra nell'informazione a meno che non sia cronaca nera, e comunque per pochissimo tempo.
Un grazie a Dolceluna per gli ottimi commenti che mi hanno portato a decidere di leggere questo libro.
Aggiornamento: finalmente ho capito il trucchetto per risolvere il problema di non riuscire a caricare le foto sul blog...evvai!
intervista all'autore (in inglese): http://www.crimetime.co.uk/interviews/calebcarr.phpHo adorato la figura di Laszlo Kreizler, l'alienista appunto (che in pratica è uno psicologo... e come potevo io non adorare un personaggio del genere? ;)): Carr rende in modo magnifico e molto preciso la parte del profesionista. In realtà anche quella umana, solo che non sempre risulta molto simpatico :P Grande anche la figura di Sara Howard, una donna che si batte per essere indipendente e poter lavorare nella polizia quando ancora il concetto di donna era solo quello di casalinga: un personaggio tenace, vivace e che sa prendere in mano le redini della situazione meglio degli uomini implicati nelle indagini quando ce ne sarà bisogno.
Inoltre il libro fa riflettere su quello che una città/società vuole o non vuole vedere: la prosituzione minorile (come altre cose) era ed è ancora oggi un argomento che non si vuole affrontare, che in fondo non importa a (quasi, voglio essere ottimista) nessuno. E infatti, allora come oggi, è un argomento che non rientra nell'informazione a meno che non sia cronaca nera, e comunque per pochissimo tempo.
Un grazie a Dolceluna per gli ottimi commenti che mi hanno portato a decidere di leggere questo libro.
Aggiornamento: finalmente ho capito il trucchetto per risolvere il problema di non riuscire a caricare le foto sul blog...evvai!
notizie sull'autore http://it.wikipedia.org/wiki/Caleb_Carr
domenica 2 settembre 2007
Album foto
Forse, ma dico solamente forse, sono riuscita a finire sto lavoro con le foto. Nel senso che ho scaricato le foto delle vacanze, le ho nominate e caricate su internet.... Ma devo risistemarle, sono tutte sotto sopra senza un ordine. Per ora però andranno bene così :P
Qui il link Aspetto i vostri commenti :)
Qui il link Aspetto i vostri commenti :)
sabato 1 settembre 2007
La sfida dei libri non letti
Girando tra blog ho trovato questa sfida interessante e ho deciso di partecipare. Questo è il link al blog di Roberta dove si possono trovare tutte le regole. In poche parole, c'è tempo 6 mesi per leggere 6 libri di autori mai letti. Potevo farmelo mancare? Noo, chiaro.
Ed ecco qui la mia lista:
1. Fuentes "La morte di Artemio Cruz"- per chi ama gli autori del Sud America questo non può mancare, mentre io non ho ancora letto nulla di suo.
2. Nelson Mandela "Lungo cammino verso la libertà"- da tanto tempo nelle mie varie wishlist e ancora non affrontato.
3. Melville "Moby Dick"- un classico che non ho mai letto ma che mi ha sempre affascinato.
4. Coe "La casa del sonno"- dopo tutte le recensioni positive su questo autore, non può entrate di diritto in questo elenco.
5. Rowling "Harry Potter e la pietra filosofale"- ecco, confesso di non aver mai letto Harry Potter...dovrei rimediare.
6. Gao Xingjau "La montagna dell'anima"- Autore premio Nobel nel 2000 che mi incuriosisce.
A presto gli aggiornamenti su questa sfida :)
Memorie di un soldato bambino
Eccoci, tornata dalle vacanze mi accingo a scrivere anche le mie personalissime *recensioni* sulle mie letture. Cominciamo da questo libro che ho deciso di leggere dopo aver visto la sua presentazione, con l'autore, a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio.
Trama:
Il 1993 è appena iniziato in Sierra Leone e a Mogbwemo, il piccolo villaggio in cui vive il dodicenne Ishmael, la guerra tra i ribelli e l'esercito regolare, che insanguina la zona del paese più ricca di miniere di diamante, sembra appartenere a una nazione lontana e sconosciuta. Di tanto in tanto nel villaggio giungono dei profughi che narrano di parenti uccisi e case bruciate. Ma per Ishmael, suo fratello Junior e gli amici Talloi e Mohamed, quei profughi esagerano sicuramente. L'immaginazione dei ragazzi è catturata da una cosa sola: la musica rap. Affascinati dalla "parlata veloce" di un gruppo americano visto in televisione, i ragazzi hanno fondato una band e se ne vanno in giro a esibirsi nei villaggi vicini. Un giorno, però, in cui sono in uno di questi villaggi, li raggiunge la terribile notizia: i ribelli hanno attaccato e distrutto Mogbwemo. Ishmael non vedrà più casa sua e i suoi genitori. Perderà Junior. Fuggirà nella foresta, dormirà di notte sugli alberi, sarà catturato dall'esercito governativo, imbottito di droga, educato all'orrore, all'omicidio, alla devastazione. Il suo migliore amico non sarà piú il tredicenne Talloi ma l'AK-47 e la sua musica non più l'hip-hop ma quella del suo fucile automatico. Una testimonianza indimenticabile dal cuore dell'Africa, dove milioni di bambini muoiono di malattie curabili in Occidente e centinaia di migliaia sono mutilati o cadono in guerra.
«La prima confessione letteraria di un male atroce dei nostri tempi, quello dell'infanzia armata, drogata, plagiata, e mandata a combattere con la violenza indicibile che in queste pagine, e probabilmente anche nella realtà, appare per contrasto non premeditata e innocente».
Livia Manera, Il Corriere della sera
Definito "un libro destinato a diventare un classico della letteratura di guerra", è davvero tale. e fa male come tutti i libri di guerra. L'ho letto in poco tempo, ma confesso che a volte era così duro da dover interrompere la lettura e posare il libro. Ma visto che credo che chiudere gli occhi nella vita non faccia sparire le cose brutte, sono andata avanti. E poi sapevo, avendo visto l'intervista da Fazio, che c'era un *happy ending* (per quanto felice possa essere adatto in questo caso). Aggiungo inoltre che ero così presa dalla lettura dei fatti da non aver prestato attenzione allo stile della scittura, che pertanto mi pare debba essere semplice e scorrevole.
Non so se dire che è un libro da leggere, anche perchè dipende da ognuno di noi. Ma credo che il mondo sia anche questo...e non bisogna dimenticarselo.
Per approfondire: Peace Reporter
Dal sito Neri Pozza, la scheda
Iscriviti a:
Post (Atom)