Vagabonding
Come promesso, ecco qui una mini recensione su un libro che ho letto la scorsa settimana. Vagabonding. L'arte di girare il mondo. di Rolf Potts. Ho trovato il suggerimento di questo titolo qui (link), un forum di Zingari nel senso di viaggiatori.
Non è un classico manuale di viaggio, nè un libro che riporta le esperienze di viaggio dell'autore. O meglio, non è solamente questo. L'autore infatti è sì un grande viaggiatore, ma è un *vagabondo* nel senso che propone una filosofia del viaggiare particolare. Un modo di vedere la vita che va bene nel viaggio, ma anche nei periodi di routine lavorativa in città. Si focalizza anche su aspetti pratici, come trovare il denaro per realizzare questa esperienza, non attaccarsi troppo alle abitudini cittadine, finanziarsi e risparmiare in previsione di una nuova esperienza. Ma anche come una volta tornati a casa, fare tesoro interiormente di quello che si + vissuto.
Per chi come me è nata e cresciuta a Milano l'aspetto con cui si fa più fatica ad entrare in sintonia è quello del non programmare, di lasciare scorrere il tempo, non doverlo per forza riempire.... ecco, sebbene riesca a riconoscere a livello razionale l'importanza di questa cosa, poi mi chiedo: "Ma come faccio?! ahaaaa"....
Una nota: ogni capitolo è accompagnato da una pagina intitolata Voci, dove vengono riportate le opinioni di vari viaggiatori (ovviamente, quadi tutti statunitensi...ma tant'è), e un'altra chiamata Profili dove l'autore riporta notizie dei precursori del vagabonding.... e qui ci sono cose davvero interessanti!
Non è un classico manuale di viaggio, nè un libro che riporta le esperienze di viaggio dell'autore. O meglio, non è solamente questo. L'autore infatti è sì un grande viaggiatore, ma è un *vagabondo* nel senso che propone una filosofia del viaggiare particolare. Un modo di vedere la vita che va bene nel viaggio, ma anche nei periodi di routine lavorativa in città. Si focalizza anche su aspetti pratici, come trovare il denaro per realizzare questa esperienza, non attaccarsi troppo alle abitudini cittadine, finanziarsi e risparmiare in previsione di una nuova esperienza. Ma anche come una volta tornati a casa, fare tesoro interiormente di quello che si + vissuto.
Per chi come me è nata e cresciuta a Milano l'aspetto con cui si fa più fatica ad entrare in sintonia è quello del non programmare, di lasciare scorrere il tempo, non doverlo per forza riempire.... ecco, sebbene riesca a riconoscere a livello razionale l'importanza di questa cosa, poi mi chiedo: "Ma come faccio?! ahaaaa"....
Una nota: ogni capitolo è accompagnato da una pagina intitolata Voci, dove vengono riportate le opinioni di vari viaggiatori (ovviamente, quadi tutti statunitensi...ma tant'è), e un'altra chiamata Profili dove l'autore riporta notizie dei precursori del vagabonding.... e qui ci sono cose davvero interessanti!
4 commenti:
Ciao cugia (perché cugina è diminutivo!)
Guarda cos'ho trovato: http://cocinaparaimpostores.blogspot.com
Conosco un solo modo per lasciare scorrere il tempo: usarlo. Per essere completo dovrei dire "usarlo bene" ma, sul bene e sul male, possiamo disquisire in eterno... Mi piace quello che hai scritto; credo che ritornerò. Un abbraccio
:D grazie Digito ergo sum
e sono stra-d'accordo che il tempo vada usato..e anche bene!
a presto!
Ciao per caso cercando la storia di Ines de Castro sono finita sul tuo bolg!Prima di tutto complimenti per gli argomenti,mi piacciono gli argomenti trattati!
Inoltre io studio portoghese all'università ed a quanto vedi anke tu lo studi e te ne interessi!ho trovato tantissime cose interessanti qui..grazie per questo spazio!!credo di tornarci spesso!CIAo
Monica
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