L'attentatrice
Complice una notte insonne, ho iniziato e finito L'attentatrice di Yasmina Khadra in meno di 30 ore.
Andiamo con ordine: la storia è quella del dottor Amin Jaafari, medico chirurgo arabo che lavoro in Israele. Un giorno, dopo aver soccorso e operato le vittime di un attentato suicida, scopre che il kamikaze è stato sua moglie Sihem. Una donna affascinante, intelligente e moderna, felice della sua vita. O forse no? Da qui inizia un viaggio per capire come sia possibile che Sihem abbia deciso di farsi saltare in aria, come mai lui Amin non abbia colto nessun segnale, e poi qual è la realtà di vita in quelle terre contese tra Israele e Palestina.
La vicenda narrata è forte, densa di punti fondamentali e critici nella vita di ognuno di noi ma che, grazie alla nostra situazione politico-culturale, diamo spesso per scontati. Leggendo vengono in mente le tante immagini che quotidianamente vediamo al tg, l'autore riesce a descrivere le stesse scene in modo vivido e reale. Ci riesce così bene che a volte ho dovuto chiuedere il libro perchè non riuscivo a leggere oltre: in alcuni punti è un vero pugno nello stomaco. Allo stesso tempo però si vuole andare avanti e così riprendevo la lettura. Penso sia impossibile per noi anche vagamente avvicinarci alla comprensione di cosa voglia dire vivere (o forse sopravvivere mentre si attende la morte?) in quelle terre. Questo libro ci dà la possibilità di entrare in questo conflitto e in questa realtà, con una capacità unica di stare equidistante da Israeliani e Palestinesi nel senso che l'autore non si schiera mai, in nessun punto dell ibro, con una delle due fazioni. L'autore come Amin sta della parte degli uomini, della vita, del prendersi cura.
Una nota alla copertina: la fotografia si intitola "Rebellion silence" della serie Donne di Allah ed è una foto che mi ha colpita dalla prima volta che l'ho vista e continua a farlo ancora adesso. Mi trasmette forza, determinazione ma anche un dolore che ancora non sono riuscita a ben definire.
In questa pagina la recensione di questo libro scritta da Cassiel, una recensione che entra nel libro, nell'autore e nella Storia tra Israele e palestina con spunti molto interessanti. Questa è la recensione di PattyBruce.
Qui invece un'intervista a Yasmina Khadra fatta quando "L'attentatrice" è stato pubblicato in Italia.
Andiamo con ordine: la storia è quella del dottor Amin Jaafari, medico chirurgo arabo che lavoro in Israele. Un giorno, dopo aver soccorso e operato le vittime di un attentato suicida, scopre che il kamikaze è stato sua moglie Sihem. Una donna affascinante, intelligente e moderna, felice della sua vita. O forse no? Da qui inizia un viaggio per capire come sia possibile che Sihem abbia deciso di farsi saltare in aria, come mai lui Amin non abbia colto nessun segnale, e poi qual è la realtà di vita in quelle terre contese tra Israele e Palestina.
La vicenda narrata è forte, densa di punti fondamentali e critici nella vita di ognuno di noi ma che, grazie alla nostra situazione politico-culturale, diamo spesso per scontati. Leggendo vengono in mente le tante immagini che quotidianamente vediamo al tg, l'autore riesce a descrivere le stesse scene in modo vivido e reale. Ci riesce così bene che a volte ho dovuto chiuedere il libro perchè non riuscivo a leggere oltre: in alcuni punti è un vero pugno nello stomaco. Allo stesso tempo però si vuole andare avanti e così riprendevo la lettura. Penso sia impossibile per noi anche vagamente avvicinarci alla comprensione di cosa voglia dire vivere (o forse sopravvivere mentre si attende la morte?) in quelle terre. Questo libro ci dà la possibilità di entrare in questo conflitto e in questa realtà, con una capacità unica di stare equidistante da Israeliani e Palestinesi nel senso che l'autore non si schiera mai, in nessun punto dell ibro, con una delle due fazioni. L'autore come Amin sta della parte degli uomini, della vita, del prendersi cura.
Una nota alla copertina: la fotografia si intitola "Rebellion silence" della serie Donne di Allah ed è una foto che mi ha colpita dalla prima volta che l'ho vista e continua a farlo ancora adesso. Mi trasmette forza, determinazione ma anche un dolore che ancora non sono riuscita a ben definire.
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Qui invece un'intervista a Yasmina Khadra fatta quando "L'attentatrice" è stato pubblicato in Italia.
124 commenti:
Mi attira moltissimo, credo proprio che lo leggerò..
grazie!
Ho letto il libro e condivido quello che hai scritto. Purtroppo per molti l'ideologia di morte, il sentimento d'odio supera ogni cosa. La situazione in questi ultimi giorni è ampiamente peggiorata e non si vedono soluzioni pacifiche all'orizzonte..anzi.
Alice
@ Alice: hai ragione, l'ideologia di morte in alcuni supera ogni cosa. Devo dire che i pezzi in cui si parla di ciò nel libro mi son risultati difficili perchè facevo davvero fatica ad immedesimarmi. Però, allo stesso tempo, permette di vedere cosa pensano *gli altri*.
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